La Corte dei Conti: "Ex dirigente restituisca 356.775 euro al Comune"

Palazzo Carafa
Palazzo Carafa
di Paola ANCORA
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Venerdì 15 Giugno 2018, 11:48 - Ultimo aggiornamento: 19:20
Dovrà restituire al Comune di Lecce 356.775 euro, più interessi, e farsi carico delle spese di giudizio. L'ex dirigente del settore Tributi dell'ente, Domenico Capoccia è stato infatti condannato, con parziale riforma della sentenza di primo grado in Appello, a risarcire Palazzo Carafa per una vicenda relativa al conferimento di un incarico professionale alla società Engineering Tributi Spa.
Nell'occhio del ciclone l'affidamento di incarichi esterni, dunque. 
Nello specifico, quello alla Engineering riguardava la certificazione del minor gettito Ici ai fini dell'ottenimento, da parte del Comune, dei fondi ministeriali previsti, a compensazione, con una legge del 2008. Proprio quell'anno, il Comune aveva stipulato un accordo con la società, per il tramite del dirigente Capoccia, con l'obiettivo di censire tutti gli immobili di tipo D (fra i quali, per esempio, le attività ricettive o i negozi). Successivamente, nel 2009, il dirigente chiese alla società di estendere tale verifica anche alle abitazioni principali. Dopo l'invio delle relazioni e certificazioni necessarie ad attestare i minori importi Ici recuperati dall'ente, il ministero dell'Economia ha riconosciuto a Palazzo Carafa un contributo di poco meno di tre milioni di euro. E alla società Engineering è stato liquidato un compenso di 446mila euro in tre diverse tranche, fra il 2009 e il 2011, quando al timone dell'ente c'era la prima amministrazione Perrone.
I giudici della Corte dei Conti di Puglia, nel contenzioso di primo grado, hanno condannato Capoccia perché avrebbe dovuto, come prevede la norma, affidare tali incarichi al personale interno dell'ente e non a una società esterna. Nella sentenza, infatti, si evidenzia come l'ufficio Tributi contasse, all'epoca, su 24 dipendenti e su una serie di banche dati utili a svolgere il compito affidato invece a Engineering.
Il dirigente Capoccia si è difeso, con l'avvocato Angelo Vantaggiato, sostenendo che da un lato la società, avendo già espletato diversi incarichi per il Comune, aveva tutte le informazioni necessarie a procedere con l'operazione richiesta e che quelle informazioni avrebbero dovuto essere acquisite dalla stessa società per poter assolvere al compito con risorse proprie dell'ente. Dall'altro, Capoccia ha sostenuto che i 24 dipendenti dell'ufficio Tributi erano tutti impegnati nelle attività di contrasto all'evasione fiscale. Ed è proprio ipotizzando che i lavoratori, con l'affidamento dell'incarico a Engineering, "abbiano quindi potuto svolgere ancora più proficuamente l'attività di contrasto all'evasione" che i giudici d'Appello, anche alla luce dei rimborsi ministeriali ottenuti dal Comune, hanno deciso di rivedere al ribasso l'importo da restituire alle casse pubbliche: da 446mila euro a 356mila. 
Ora, come disposto dalla Procura della Corte dei Conti, l'amministrazione Salvemini ha attivato la procedura per il recupero delle somme, nominando l'avvocato Maria Teresa Romoli titolare del procedimento per la corretta esecuzione della sentenza. 
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