«Corriere della droga per necessità». Imprenditore salentino ottiene i domiciliari

A gennaio era stato fermato a Roma con 5 chili di cocaina

«Corriere della droga per necessità». Imprenditore salentino ottiene i domiciliari
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Martedì 7 Febbraio 2023, 20:01 - Ultimo aggiornamento: 21:58

«Ho fatto quel trasporto, ma solo per denaro». Ha ottenuto i domiciliari, su istanza dell’avvocato Antonio Savoia, Fernando Giovane, imprenditore di 53 anni di Squinzano bloccato a Roma, sulla A24, l’Autostrada dei Parchi, nel pomeriggio del 26 gennaio con un carico di quasi cinque chili di cocaina

Il controllo


Nella vettura c’era un 30enne rumeno, residente a Trepuzzi, che si trova in carcere. I due stavano viaggiando in direzione L’Aquila quando sono incappati in un normale controllo della polizia. Alla vista delle divise, entrambi hanno mostrato atteggiamenti di nervosismo e questo non ha fatto altro che alimentare i sospetti degli agenti. I poliziotti hanno chiesto ai due se trasportassero qualcosa di illegale: è stato il conducente, a quel punto, a dichiarare che nell’auto c’era la sostanza stupefacente. La droga era custodita in un sacchetto di plastica appoggiato tra i piedi del passeggero. Dai successivi accertamenti è emerso che si trattava di cinque pacchi in cellophane contenenti in tutto 4 chili e 900 grammi di cocaina con un principio attivo pari al 75 per cento.
Giovane ha affrontato l’interrogatorio di convalida dinanzi al gip di Roma e ha deciso di rispondere alle domande.

L'interrogatorio


«Non dirò chi è il committente, preferisco vent’anni di carcere», ha aggiunto il 53enne che ha però ammesso di aver acconsentito ad effettuare il solo trasporto di sostanza stupefacente. Avrebbe vestito i panni del corriere della droga per soldi, perché la sua azienda sta attraversando, come molte, un periodo di crisi. Secondo gli investigatori dal quantitativo di stupefacente si sarebbero potute ricavare diverse migliaia di dosi da smerciare sul mercato dello spaccio. Ragion per cui per lo squinzanese era stato disposto il carcere. Considerate le ammissioni, e l’atteggiamento collaborativo per lo meno in riferimento alle proprie responsabilità in merito ai fatti, a Giovane è stato consentito di tornare a casa, nel Salento, per attendere gli sviluppi dell’inchiesta agli arresti domiciliari. 
La droga era stata sottoposta a sequestro, e sarà analizzata anche per tentare di comprendere quale sia la provenienza e quindi delineare la via dei traffici che si snodano, a quanto pare, lungo tutta la penisola.

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