Tamponi a domicilio, offerte per gli ospedali e mascherine “false”: il coronavirus non ferma i truffatori. Ecco a cosa stare attenti

Tamponi a domicilio, offerte per gli ospedali e mascherine “false”: il coronavirus non ferma i truffatori. Ecco a cosa stare attenti
di Valeria BLANCO
3 Minuti di Lettura
Giovedì 19 Marzo 2020, 09:00
La quarantena forzata non ferma truffatori e criminali che, anzi, proprio dall'emergenza del coronavirus prendono spunto per ideare nuovi e sempre più ingegnosi metodi per spillare denaro, sia di persona che attraverso il web. Ad Acquarica del Capo una donna ha acquistato nei giorni scorsi per otto euro l'una e un totale di 80 euro dieci mascherine chirurgiche senza filtro, ma si è vista consegnare della banali mascherine antipolvere. Fortunatamente, insieme con un gruppo di amiche che avevano effettuato lo stesso acquisto, di fronte alla non corrispondenza della merce con quanto richiesto, è riuscita a farsi restituire il denaro.

Ma non altrettanto bene va a chi, suo malgrado, è rimasto in queste settimane vittima di truffe sul web o ha ricevuto a domicilio richieste a dir poco sospette. A Lecce alcune segnalazioni riguardano richieste da parte di estranei che suonano ai citofoni, di effettuare donazioni in favore degli ospedali e della Regione Puglia, ma ovviamente quelle autorizzate sono solo quelle che passano per i canali ufficiali e non certo porta a porta. A Copertino, nei giorni scorsi, sedicenti medici si sarebbero presentati alle porte di casa di alcuni anziani con la scusa di dover effettuare dei tamponi relativi al coronavirus, ma anche in questo caso si tratta di un'informazione falsa: la Asl non invia medici a domicilio per questo tipo di prestazioni.

A lanciare l'allarme sulle frodi informatiche, invece, è la Polizia postale, che mette in guardia tutti coloro che in questi giorni passano tanto tempo sul web e tra le mail potrebbero imbattersi in uno dei tanti tentativi di phishing. Anche in questo caso, la fantasia dei truffatori prende spunto dalla più stringente attualità e punta sul timore della diffusione del Covid19. Fin dagli inizi di febbraio, all'alba della diffusione dell'epidemia, il Centro nazionale anticrimine informatico ha rilevato e segnalato una campagna di false e-mail, apparentemente provenienti da un centro medico e redatte in giapponese, le quali, con il pretesto di fornire falsi aggiornamenti sullo stato di avanzamento della diffusione del virus, invitavano ad aprire un allegato (un documento Office) che però conteneva un virus informatico in grado di installarsi nel pc del malcapitato e di carpire i dati personali della vittima o, ancora peggio, le sue credenziali bancarie.

Metodi, tecniche e trucchi in continuo aggiornamento: la scorsa settimana molti utenti, anche nel Salento, hanno segnalato la ricezione di e-mail apparentemente provenienti da importanti istituti bancari che, simulando una falsa informativa per la tutela della propria clientela, invitavano gli utenti ad accedere ad un servizio online da cui si sarebbe potuta leggere una presunta comunicazione urgente relativa allo stato di allerta per il coronavirus. In realtà, gli ignari utenti venivano reindirizzati ad un sito di phishing, apparentemente identico a quello della banca, dove erano invitati a digitare le proprie credenziali per l'accesso ai servizi di home banking, dati che venivano, invece, carpiti dai pericolosi hacker.

Da ultimo, gli esperti della Polizia postale hanno intercettato una campagna di frodi informatiche veicolata attraverso l'inoltro di e-mail a firma di una tale dottoressa Penelope Marchetti, presunta esperta dell'Organizzazione mondiale della sanità in Italia. I falsi messaggi di posta elettronica, dal linguaggio professionale ed assolutamente credibile, invitavano le vittime ad aprire un allegato infetto, contenente presunte indicazioni di buone pratiche per evitare l'infezione da coronavirus. Anche in questo caso, il malware contenuto nel documento punta a carpire i dati sensibili dell'ignaro utilizzatore e carte di credito. La raccomandazione di non aprire a nessuno, quindi, resta valida sia nella vita reale che in quella virtuale: non aprire alla porta per evitare contatti con estranei potenzialmente portatori del coronavirus e non aprire gli allegati delle mail che arrivano da sconosciuti, per evitare di infettare il proprio pc con gli (altrettanto pericolosi) virus informatici.
© RIPRODUZIONE RISERVATA