Coronavirus, bandiere a mezz'asta in tutta Italia. Dal Quirinale al Salento/Fotogallery

Bandiere a mezz'asta in tutta Italia
Bandiere a mezz'asta in tutta Italia
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Lunedì 30 Marzo 2020, 14:53 - Ultimo aggiornamento: 31 Marzo, 12:41

Coronavirus, l'Italia si ferma per ricordare le vittime. Bandiere a mezz'asta alle 12 in tutto il Paese per l'iniziativa partita dall'Anci che viene raccolta da tutto il Paese perfino dai comuni sloveni al confine e da città del Vativano. Tra i primi a mettere a lutto le bandiere è stato il Quirinale: sul balcone della piazza sono state fatte scendere a mezz'asta dai corazzieri. «Oggi le bandiere italiane in tutti gli uffici pubblici sono esposte a mezz'asta in segno di lutto e vicinanza ai familiari delle vittime del #coronavirus e come segnale di partecipazione collettiva al cordoglio delle comunità più colpite». Lo scrive in un tweet Palazzo Chigi pubblicando la foto della sede del governo con bandiera italiana e quella Ue a mezz'asta.

E bandiere a mezz'asta anche sulla facciata della Questura di Lecce e su quelle dei Municipi dei Comuni Salentini con i sindaci e i presidenti del consiglio che hanno rispettato un minuto di silenzio indossando la fascia tricolore. L'invito era arrivato dal presidente della Provincia Stefano Minerva attraverso una lettera indirizzata agli amministratori locali dei 96 Comuni del territorio provinciale, chiedendo a tutti i colleghi Sindaci di aderire all’iniziativa lanciata dal Presidente della Provincia di Bergamo, Gianfranco Gafforelli, in piena condivisione con l’Unione delle Province italiane e con l’Associazione nazionale Comuni italiani.

Un’iniziativa nata come «momento di raccoglimento nazionale per condividere il dolore che sta straziando le famiglie, che perdono i loro cari e troppo spesso non riescono nemmeno a rivolgere l’ultimo saluto», come ha detto il presidente nazionale UPI Michele De Pascale.
«Facciamolo a nome di tutta la cittadinanza - dichiara Minerva -  per mostrare vicinanza a chi ha perso la vita a causa del coronavirus e ai loro cari, dimostrando ancora una volta di essere comunità, anche e soprattutto nell’emergenza che stiamo vivendo».

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