Tecnologie, servizi e contagi, sul mensile Forbes la classifica sulle città più predisposte alla Fase 2: c'è anche Lecce

Tecnologie, servizi e contagi, sul mensile Forbes la classifica sulle città più predisposte alla Fase 2: c'è anche Lecce
di Stefania DE CESARE
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Mercoledì 22 Aprile 2020, 11:25 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 19:52
Infrastrutture e tecnologie per controllare meglio i pochi contagi sul territorio. Lecce è tra le città più attrezzate per la fase 2, nel dopo pandemia da coronavirus. A dirlo è Forbes Italia che riporta uno studio condotto dalla società di consulenza EY sui capoluoghi italiani pronti ad affrontare il post Covid-19. Sulla base dei dati sulla diffusione del contagio e sugli indicatori di resilienza del suo Smart City Index (fattori sanitari, economici e sociali), EY ha classificato le città seguendo 4 cluster della ripartenza: facile, lenta, frenata e critica.

Secondo la società, più del 20% dei capoluoghi italiani non sarà in condizione di ripartire immediatamente, ma farà molta fatica perché non ha le infrastrutture e le tecnologie adatte per affrontare la complessità della ripartenza.
Lecce è tra le città italiane che avrà una ripartenza facile perché ha le infrastrutture e le tecnologie già pronte, e può controllare meglio i pochi contagi sul loro territorio. Tra queste, anche Bari e alcune città medie del centro-nord, come Siena, Pisa, Pordenone, Udine. In classifica anche Cagliari, Cosenza, Perugia, Potenza, Livorno e Sassari;

Non tutti i centri urbani, però, riusciranno a uscire velocemente dall’emergenza. Secondo lo studio, molti capoluoghi avranno una ripartenza lenta perché le loro infrastrutture di mobilità e comunicazione non sono di livello elevato e non consentono grandi prestazioni. Molte del Sud: Caltanissetta, Caserta, Crotone, ma anche alcune del Centro Italia come Viterbo e L’Aquila. In classifica anche Prato, Roma, Napoli, Catania e Palermo.

Ad avere una ripartenza “frenata” saranno principalmente le città del Nord come Milano, Bergamo, Brescia, Piacenza che, pur avendo sistemi di mobilità, reti TLC e reti di sensori molto avanzate, appaiono frenate nella ripartenza da alti livelli di contagio.  

L’uscita dalla crisi sarà critica, invece, per quei centri dove le situazioni di contagio sono molto elevate e sono abbinate a livelli di resilienza molto bassi (reti di trasporto pubblico poco capillari e scarsa presenza del car sharing, limitate coperture TLC, pochi sensori sul territorio e mancanza di piattaforme e centrali di controllo dove raccogliere i dati). Sono città come Cremona, Lodi, Lecco, Alessandria, Verbania. In classifica anche Savona, Bolzano, Forlì, Varese, Belluno, Ancona e Como.
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