Parrucchieri e barbieri a domicilio, i sindaci: «E' vietato, tolleranza zero»

Parrucchieri e barbieri a domicilio, i sindaci: «E' vietato, tolleranza zero»
di Stefania DE CESARE
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Domenica 5 Aprile 2020, 10:52 - Ultimo aggiornamento: 10:53
Parrucchieri ed estetisti chiusi per coronavirus, ma è boom di abusivi a domicilio. E adesso arriva il pugno duro dei sindaci. «Maggiori controlli per stanare chi viola le regole». Un coro dai Comuni che investe polizie e forze dell'ordine.

Nel mercato nero dell'abusivismo, aumenta l'offerta di barbieri e parrucchiere che, porta a porta, continuano a praticare il loro lavoro malgrado i divieti e contravvenendo alle regole. Un fenomeno denunciato da alcuni stessi artigiani costretti da settimane a tenere chiusa la loro attività, ma ora anche a lottare contro chi cerca di aggirare le leggi svolgendo abusivamente la professione e mettendo così a rischio la salute.

Già da qualche settimana i rappresentanti di categoria hanno invitato i cittadini a declinare e rifiutare eventuali proposte di servizi da parte di chi in questo periodo effettua tagli di capelli o manicure a domicilio, chiedendo alle autorità di attivarsi per porre un argine a questo «fenomeno intollerabile e insopportabile», sanzionando chi non rispetta le regole.

Un grido d'allarme che non è caduto nel vuoto. Tra i primi a raccogliere l'invito c'è il sindaco di Uggiano, Salvatore Piconese, che ora chiama in causa le forze dell'ordine scrivendo a Polizia locale, Polizia di Stato, Guardia di Finanza e Carabinieri per chiedere maggiori «controlli» e più attenzione per stanare tutti i professionisti che continuano ad effettuare il servizio direttamente nelle case dei clienti. «Ho colto con grande attenzione l'appello e il grido di dolore rivoltomi, il 2 aprile, dai parrucchieri e dalle estetiste di Uggiano ha scritto il primo cittadino - e per questo ho chiesto un intervento sul territorio e un controllo minuzioso al fine di fermare e sanzionare qualsiasi attività abusiva e a domicilio in case private. I trasgressori saranno denunciati penalmente secondo le disposizioni urgenti in materia di emergenza sanitaria Covid-19. Ho a cuore sia le sorti dei miei artigiani che la salute pubblica dei miei concittadini».

Tolleranza zero anche da parte del sindaco Pippi Mellone che risponde all'allarme lanciato dai parrucchieri di Nardò, dichiarando guerra ai furbetti. «Voglio ricordare a tutti che è severamente vietato continuare a svolgere tale attività, anche a domicilio. Invito tutti, operatori e clienti, a non svolgere questa pericolosissima pratica», ha detto il primo cittadino di Nardò.

E ora scendono in campo, come si diceva, anche i rappresentanti di categoria. Anche Confartigianato, sezione Benessere, rinnova l'appello appello chiedendo ai salentini di non ricevere in casa operatori irregolari e pretendendo maggiori controlli da parte delle istituzioni per mettere un freno al lavoro a domicilio.

«Bene il potenziamento dei controlli mirati a tutelare la salute di tutti, sia dei lavoratori che dei cittadini. Riceviamo numerose segnalazioni e denunce di questo tipo ed è grave considerando che queste persone mettono a rischio la propria salute e quella dei clienti ha sottolineato Roberta Apos, presidente della categoria acconciatori di Confartigianato Lecce - i consumatori devono essere consapevoli dei rischi a cui si espongono. Rinnoviamo l'invito al rispetto delle disposizioni in tema di emergenza sanitaria. Stiamo vivendo un momento storico di estrema difficoltà. L'invito è quello di badare all'interesse collettivo prima che a quello del singolo, rispettando le rigorose misure di prevenzione imposte dalle autorità. Adesso è il momento della responsabilità da parte di tutti».
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