La sfilata nel convento delle Clarisse accende la polemica: salta tutto. La delusione di Tarantino. Il sindaco: «Autorizzati solo 6 minuti a porte chiuse»

Lo stilista Antonio Tarantino
Lo stilista Antonio Tarantino
di Andrea TAFURO
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Domenica 7 Marzo 2021, 13:49 - Ultimo aggiornamento: 17:08

Salta la sfilata dello stilista Antonio Tarantino nell'ex convento delle Clarisse a Copertino. A comunicare l'improvviso stop al programma, a poche ore dall'evento "Capsule collection", è lo stesso stilista in un comunicato. «Con rammarico mi trovo costretto a comunicare che il “Quadro moda “ organizzato dal mio staff per lunedì 8 marzo, non avrà luogo a causa di un appiglio amministrativo - ecclesiastico del quale mio malgrado mi vede come vittima». Una decisione che giunge dopo la polemica scaturita in città e sui social sulla scelta della location. «La Chiesa scelta come palcoscenico - spiega Tarantino - sarebbe stata unicamente la location del set fotografico, rispettandone sacralità e tradizione. Credo che quanto accaduto mortifichi l’estro creativo ed imprenditoriale di chi come me è convinto che si possa ancora credere nella propria terra e nelle proprie tradizioni, penalizzando chi continua ad investire in un percorso che possa animare l’indotto moda nonostante il periodo difficilissimo nel quale siamo tutti piombati».

Il caso è esploso quando, saputo dell'evento, sui social è montata la polemica circa una manifestazione che - nella lettura che ne ha fatto chi non ha compreso il tipo e l'organizzazione del set di moda, a porte chiuse - avrebbe finito per violare le norme sulla prevenzione del contagio da Covid. Così, dopo un lungo silenzio, è intervenuta sul tema il sindaco Sandrina Schito che ha provato a fare chiarezza, ricostruendo gli eventi sul piano amministrativo. «Un brutto episodio che non fa bene a nessuno. Circa venti giorni giorni fa - ricorda Schito - ho ricevuto da parte di un noto Stilista la richiesta di concessione delle "ex clarisse" per effettuare delle foto con dei modelli d'alta moda che avrebbero dovuto sfilare a Milano.  L'idea di fondo: esaltare nella cornice barocca delle "ex clarisse" la bellezza della nostra terra, la sapienza dell'artigianato locale, la maestria dei nostri artisti, i luoghi del nostro paese nel mondo. Una importante occasione di promozione per la nostra città: non solo le "ex clarisse", ma le nostre vie del centro storico, le piazze in un racconto d'arte e di appartenenza, di bellezza ed eleganza. Tutto a porte chiuse, nessuna sfilata, nel rispetto delle misure anti covid».

Manifestazione finita poi sotto i riflettori social. «L'evento e i fatti accaduti sui social nelle ore scorse, raccontano altro. Commenti travisanti, chiacchiericcio alimentato ad arte, non hanno fatto altro che distorcere la verità delle cose. Tacere da parte mia per non alimentare pettegolezzi, non replicare sui social, non è servito - chiarisce Schito -.Tengo a ribadire, innanzitutto per l'idea di cultura, di rispetto, di decoro, che ho, che non solo nel bene da tutelare da valorizzare, (come abbiamo fatto sempre con grande rispetto del luogo) ma ovunque, che non acconsentirei a far svolgere iniziative non idonee, neanche in una piazza, a maggior ragione non autorizzerei  iniziative sconvenienti nelle Clarisse, così è stato purtroppo raccontato».

Quindi la difesa del primo cittadino su quanto autorizzato nell'ex convento delle Clarisse. «La stessa Chiesa è stato usata sempre e solo per esposizioni d'arte, musica, teatro, conferenze, moda, scultura, pittura.

La moda è anch'essa tra le forme d'arte adatta ad un contenitore culturale, seppur sacro. Questo è stato autorizzato:  sei minuti con abiti di pregio nella cornice più bella , (non sarebbe la prima volta)  dove la bellezza architettonica, la storia, il patrimonio umano immateriale e culturale che abbiamo, siano fusi in un unicum. Sono convinta non vi sia offesa al pudore, né dei luoghi né alle persone. Avrei taciuto per il  brutto, bruttissimo episodio che ha tentato di trovare strumenti e vie per impedire che in questo difficile momento anche il comparto dell'artigianato possa promuoversi, se non riconoscessi il malcelato tentativo di screditare la mia persona. Come donna - conclude Schito - dico che il brutto è purtroppo negli occhi e nel cuore di chi lo vede, come sindaco e donna di scuola sostengo con forza, oggi ancor più, che la cultura salverà mondo, solo se noi salveremo la cultura e la bellezza».

A stretto giro la nota della Diocesi di Nardò-Gallipoli, nella quale rientra Copertino, a firma di don Roberto Tarantino, direttore dell'ufficio comunicazioni sociali. «Ci giunge notizia che l'iniziativa di moda sarebbe stata annullata a causa di "cavilli ecclesistici e burocratici". Non abbiamo idea di quali cavilli si tratti, essendo la chiesa di Santa Chiara in Copertino in comodato d'uso al Comune. Conoscendo la cura con la quale il bene è stato utilizzato e custodito sino ad ora, da parte degli uffici curiali competenti non ci sono motivi che ostano con la realizzazione di quanto preventivato, ad opera del rinomato stilista Antonio Tarantino. La promozione del territorio e la "contemplazione" dei luoghi della fede attraverso l'arte della fotografia rappresenta infatti motivo di dialogo con la società civile per la cura del Bene Comune. L'opinione personale di alcuni fedeli e presbiteri non può rappresentare l'indirizzo generale di chi è chiamato a vigilare anche su queste situazioni. Dispiace se, probabilmente a causa della velocità della comunicazione sui social e sulla stampa - evidenzia il prelato -, risultasse inficiato il dialogo che il Sindaco Sandrina Schito ha continuato ad avere con glinuffici preposti anche nelle ultime ore. Non smettiamo di tracciare percorsi di dialogo e collaborazione in quel discernimento comunitario al quale tanto ci richiama papa Francesco». 

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