Al largo di Gallipoli il pattugliatore Ue: «Multe record alle reti da pesca non a norma». E scatta la protesta

Un pattugliatore
Un pattugliatore
di Vittorio CALOSSO
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Mercoledì 27 Marzo 2019, 08:18 - Ultimo aggiornamento: 08:32
Dopo i timori palesati nei mesi scorsi, con il resto dei colleghi delle marinerie pugliesi, ora scatta inevitabile la protesta dei pescatori e armatori di Gallipoli contro la stringente normativa europea sulle maglie delle reti. Sono infatti già partiti i controlli sulla dorsale ionica e lungo le coste calabresi sono state comminate multe salatissime che sfiorano i 20 mila euro per i pescherecci impegnati nelle attività a strascico che non si sono adeguati alle nuove disposizioni. Da qui la decisione drastica della marineria di Gallipoli: blocco delle attività, imbarcazioni alla fonda nell’area portuale e sollecitazioni alle istituzioni locali per smuovere le acque. Da ieri è scoppiata la pacifica protesta di circa 150 pescatori gallipolini che hanno addirittura dovuto fermare la loro attività per evitare le potenziali multe e i sequestri di imbarcazioni e attrezzature da pesca a causa della misura delle reti utilizzate che sarebbero più “strette” rispetto a quelle volute ed imposte dalla Comunità europea. A largo del mar Ionio, infatti, è arrivato nelle scorse ore un pattugliatore costiero con a bordo alcuni commissari europei che stanno effettuando controlli a raffica sui pescherecci comminando sanzioni salatissime per via della tipologia di reti utilizzate per la pesca, poiché non corrispondenti a quanto previsto dall’attuale normativa europea. Il nodo della questione è la dimensione delle maglie di queste reti «che penalizzano i pescherecci italiani nel mar Mediterraneo, popolato da specie di pesce azzurro la cui pezzatura è tale da sfuggire a maglie più larghe», lamentano i pescatori gallipolini. Gli operatori lamentano le pesanti sanzioni amministrative, fino ad alcune decine di migliaia di euro, che vengono fatte durante i controlli e «che stanno mettendo in ginocchio il settore». Anche oggi, come accaduto già nella giornata di ieri, almeno una 40 di pescherecci resterà ormeggiata nel porto. Accanto alla battaglia della marineria si sono già schierati il Comune di Gallipoli e Federbalneari Salento con il presidente Mauro Della Valle. Una delegazione dei pescatori ieri mattina è stata ricevuta anche dal sindaco Stefano Minerva e dal presidente della Commissione pesca, Cosimo Nazaro, che si sono attivati per affrontare la questione e avviare una interlocuzione con la Capitaneria di porto, la Regione e gli europarlamentari salentini. La situazione non è di facile soluzione anche perché la norma europea è già in vigore e non potrà essere modificata nel giro di poche settimane. «La città di Gallipoli pur nel rispetto dovuto alla legislazione comunitaria ed al successivo ruolo di controllo - dice il sindaco Minerva - si schiera in modo convinto e deciso in favore dei nostri pescatori, atteso che ritiene fondate e motivate le loro ragioni. Non è possibile, infatti, utilizzare uno stesso metro di valutazione dalla Scandinavia al Mediterraneo, atteso che le tipologie di pescato sono non solo differenti ma diametramente opposte. Per questo non ho fatto altro che esprimere ai pescatori della mia città la vicinanza dell’amministrazione - spiega ancora il primo cittadino - che oggi, come lo scorso febbraio, continua a chiedere una revisione del decreto legge 14 del 2017, atteso che lo stesso non risulta essere compatibile con le esigenze economiche e lavorative della nostra marineria e che rischia di mettere in seria crisi un settore che per la nostra economia è invece vitale e di primaria importanza. Su questo la nostra posizione è chiara e netta - conclude Minerva - e continueremo a stare al fianco dei nostri pescatori per sostenere le loro legittime posizioni, cosa che stiamo già facendo contattando europarlamentari e rappresentanti di istituzioni che possano dare voce alle legittime aspettative della nostra categoria ittica». Il primo cittadino di Gallipoli già il 6 febbraio scorso, e unico sindaco della provincia di Lecce, aveva sottoscritto un documento presso l’assessorato regionale dell’Agricoltura, Pesca e Turismo, retto da Leonardo Di Gioia, insieme ai colleghi di Barletta, Monopoli, Manfredonia, Mola di Bari, Molfetta, Margherita di Savoia e Bisceglie in cui si chiedeva già allora per il tramite del ministro all’Agricoltura e pesca, Gianmarco Centinaio, una “revisione urgente” del regolamento comunitario e della legge 154/16.
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