Contratto di sviluppo: Brindisi e Lecce puntano a 250 milioni a testa

Contratto di sviluppo: Brindisi e Lecce puntano a 250 milioni a testa
di Francesco G.GIOFFREDI
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Domenica 30 Giugno 2019, 08:42 - Ultimo aggiornamento: 17:21
Il dialogo a quattro, che mercoledì sfocerà in un vertice romano. Le basi operative e progettuali, già gettate dai due Comuni e dalla Regione. E poi il braccio di ferro sulla dotazione finanziaria con la Ragioneria dello Stato, che comincia a intravedersi all'orizzonte. La ministra per il Sud, Barbara Lezzi, annuncia a sorpresa il Contratto istituzionale di sviluppo (Cis) per le città di Lecce e Brindisi, ma per ora gioca a carte coperte: lo strumento è ambizioso, si tratta di una specie di collettore e ottimizzatore di risorse aggiuntive o speciali ritagliato sulle esigenze delle aree meridionali; tuttavia la ministra pentastellata non ha accennato ancora alle somme, all'articolazione interna, alla tempistica e ai dettagli.

Insomma: c'è solo il titolo, l'acronimo. Per due ragioni: innanzitutto perché i Cis hanno natura negoziale e pertanto sarà l'interlocuzione con i Comuni (di Brindisi e Lecce) e con la Regione a iniettare contenuti e progetti nel Contratto di sviluppo; e poi - ed è la seconda motivazione - perché c'è ancora da affinare l'ingranaggio finanziario. Lezzi avrebbe le idee chiare: 500 milioni in tutto, 250 per ciascun capoluogo, risorse attinte dal Fondo sviluppo coesione. Bisogna tuttavia vincere le resistenze della Ragioneria dello Stato, che potrebbe chiedere di centellinare i prelievi dal Fsc - pur essendo rimasto quest'ultimo nella piena titolarità del ministero del Sud (nei giorni scorsi è stato neutralizzato l'emendamento al decreto Crescita che dirottava il Fondo verso le Regioni, anche del Nord). In sostanza: alla fine potrebbero essere non 500 milioni, ma 150-200 in meno.

L'annuncio del doppio Cis da parte di Lezzi - venerdì in una conferenza stampa last minute a Lecce - è stato una specie di colpo di teatro, ma i sindaci Riccardo Rossi e Carlo Salvemini triangolavano da tempo con ministero e Regione. Al punto da aver abbozzato già uno schema di piano. Anzi, nel caso di Lecce è uno schema in stato particolarmente avanzato, è centrato su recupero e valorizzazione delle marine (progetti che, nero su bianco, valgono circa 100 milioni). Anche Brindisi tarerà la proposta soprattutto sulla rigenerazione urbana, ma non sarà - in entrambi i casi - l'unico fronte di spesa. Di certo l'accelerazione impressa dalla ministra ha rischiato di cogliere un po' tutti in contropiede: Lezzi ha contattato Emiliano soltanto giovedì sera, proponendogli la conferenza congiunta del giorno dopo e tirando fuori dal cilindro il Cis.

La Regione era già al lavoro con le due amministrazioni comunali, il che ha risparmiato a tutti il triplo salto nel vuoto a cui s'assistito a Foggia: annuncio del Cis (da parte del premier Giuseppe Conte), ma contatore dei progetti, delle idee e delle proposte fermo a zero. Discorso a sé, per complessità dell'iter e ampiezza delle risorse, è invece il Cis di Taranto (ne parliamo a pagina 3). Ad ogni modo, mercoledì a Roma primo incontro operativo tra ministero del Sud, Regione, Comune di Brindisi e Comune di Lecce.

Com'è intuibile, e come è stato anticipato, il cuore della battaglia per il Cis Brindisi-Lecce è ora tutto finanziario. Si accennava alla genesi dei 500 milioni: arriveranno dal Fondo sviluppo coesione, che ha l'esclusivo compito di accorciare il gap Nord-Sud. «Ma soprattutto - spiegano dalla Regione - quei 500 milioni torneranno finalmente in Puglia, visto che saranno prelevati dai 2 miliardi che ci spettano». Di cosa si tratta? In sintesi: nel 2016 la Regione ha sottoscritto con il governo Renzi il Patto per la Puglia, 5,7 miliardi di interventi (alcuni in corso, altri in evidente ritardo: altra storia) alimentati in larga parte dal Fsc; tuttavia al computo degli uffici di Emiliano mancano 2 miliardi del Fondo, ufficialmente chiesti sia il governo Gentiloni che all'attuale esecutivo gialloverde, tanto da scatenare tensioni ed equivoci proprio con la ministra Lezzi. Ma tra il governatore e la salentina pentastellata non solo è tornato il sereno, ma è persino sbocciato un clima d'intesa che non sfugge nemmeno all'occhio più disattento.

La Regione vuol provare anche a spianare la strada per progettazione e spesa delle due amministrazioni comunali. In che modo? Intervenendo sulle norme che governano il fondo rotativo per la progettazione a cura dei Comuni: è stato istituto per le opere del Por (il Piano operativo regionale, in sostanza il programma che governa la spesa dei fondi europei), ma verrà ampliato anche al Cis Brindisi-Lecce. In questa maniera i due Comuni già a settembre potranno accedere al fondo di rotazione, dotarsi di strutture tecniche e accelerare nella progettazione. Ma è un filo che corre in parallelo rispetto alla partita principe, quella che si disputa al ministero del Sud. Già a partire da mercoledì.
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