Contagiato un cardiologo salentino: si lavora per tracciare tutti i contatti

Contagiato un cardiologo salentino: si lavora per tracciare tutti i contatti
di Maddalena MONGIÒ
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Venerdì 24 Luglio 2020, 07:40 - Ultimo aggiornamento: 25 Luglio, 08:43
Il Covid si ripresenta nel Salento con tre nuovi positivi ieri e sette oggi: questa volta non si tratta di ex pazienti con un rigurgito di positività né esclusivamente di stranieri. 

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Desta particolare preoccupazione la positività di un cardiologo 65enne di Carpignano. L'uomo è un libero professionista che lavora in convenzione con varie strutture sanitarie del Salento per cui il Servizio di Igiene pubblica della Asl di Lecce, diretto da Alberto Fedele, è al lavoro per tracciare tutti i contatti e quindi tutti i pazienti che dovranno osservare la quarantena di 14 giorni.
Gli altri due contagiati sono un albanese rientrato in traghetto nel Salento dove attualmente vive e un salentino di ritorno dall'estero, anche per loro i tracciatori sono al lavoro.
Il cardiologo è ricoverato in condizioni stabili nel reparto Infettivi dell'ospedale di Galatina, mentre il cittadino albanese è ricoverato al Vito Fazzi di Lecce e le sue condizioni si sono aggravate per cui è stato necessario ricorrere alla ventilazione forzata. «Stiamo lavorando per individuare l'origine del contagio rende noto Fedele a proposito del cardiologo, comunque non è un medico che ha avuto contatti con il reparto essendo un ambulatoriale. Abbiamo rintracciato tutte le persone che sono state a contatto, senza problemi. Il nostro lavoro è questo. Abbiamo altri due casi di nuovi contagi».
E Poi ci sono i casi in arrivo dall'estero che preoccupano abbastanza: «Si sta verificando quello che temevamo. C'è una sorta di abbassamento della guardia che non è giustificata e in qualche maniera questi sono i risultati. La nostra attenzione, invece, è sempre alta e continuiamo a fare la cernita dei casi critici e delle criticità che possono essere foriere di nuovi casi. Attenzioniamo soprattutto chi arriva dall'estero, poi se qualche caso sfugge perché non si segnala ne prendiamo atto. Chi ha sensazione che la pandemia sia passata, non siamo noi».
Dieci casi su 800mila abitanti sono una goccia nel mare, ma è importante mantenere tutte le precauzioni previste per il contenimento del contagio (distanza sociale e mascherine) onde evitare che il virus si propaghi con maggiore virulenza. D'altra parte questi tre casi di Covid sono una doccia fredda perché la situazione del Salento, sino all'altro ieri, era di un'assenza totale di nuovi contagi. Nel report settimanale curato da Fabrizio Quarta, direttore dell'Epidemiologia e Statistica della Asl di Lecce, pubblicato venerdì scorso, è evidenziato che dei 525 casi Covid registrati nel Salento dall'inizio della pandemia, il 2 giugno (vigilia della fase 3) se ne contavano 19 e venerdì scorso solo 5 positivi saliti a 8 con il bollettino regionale di ieri. Dei 5 che risultavano ancora positivi, tre si trovano a Copertino e sono relativi alla famiglia rientrata dal Brasile dove il capofamiglia si trovava per lavoro; gli altri due rispettivamente a Lecce e a Guagnano. I tamponi negativi sono stati 18.615, mentre il numero complessivo di tamponi effettuati sono stati 28.146 che comprendono i positivi e quelli ripetuti. Il picco dell'infezione, nel Salento, è stato registrato nei 15 giorni che vanno dal 30 marzo al 15 aprile. Tra i positivi prevalgono le donne (286), mentre gli uomini contagiati sono 239, ma per entrambi la fascia d'età più colpita è quella dai 50 ai 69 anni che rappresentano il 34 per cento delle persone affette da Covid. I meno colpiti gli over 90: solo l'8% dei 525 malati. Sull'altra faccia della medaglia il carico della malattia sul sistema sanitario. Oltre al duro lavoro che ha impegnato e impegna i tracciatori, c'è stata la trincea dell'ospedale con la terapia intensiva che ha dovuto essere potenziata. Sono stati ricoverati in 325 e venerdì scorso erano in corsia ancora tre pazienti, ora cinque per effetto dei due nuovi ricoveri. Pesante anche il bilancio delle morti. Quasi il 12 per cento, nel Salento in 62 hanno dato l'addio alla vita.
L'ospedale di Galatina ha registrato il maggior numero di ricoveri, seguito dal Vito Fazzi di Lecce che però ha trattato pazienti ad alta criticità del quadro clinico. I guariti, sempre a venerdì scorso, sono stati 444, di cui 239 donne e 205 uomini pertanto i medici hanno curato e guarito l'85% dei casi Covid. Il prezzo pagato nel Salento è stato leggero, rispetto alla situazione indubbiamente più grave del Nord, ma i medici continuano a consigliare massima prudenza perché al momento l'unica forma di difesa, non essendoci ancora un vaccino, rimane quella della distanza sociale e della mascherina che finalmente tutti gli esperti consigliano di portare.
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