Presidenza del Consiglio, no di Giliberti. Salvemini: "Allora uno dei nostri"

Da sinistra, il sindaco Carlo Salvemini e il capo della minoranza Mauro Giliberti
Da sinistra, il sindaco Carlo Salvemini e il capo della minoranza Mauro Giliberti
di Paola ANCORA
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Martedì 25 Luglio 2017, 19:41
Mauro Giliberti rinuncia alla presidenza del Consiglio «per il rispetto dovuto a chi non è entrato in Aula», dopo la decisione della commissione elettorale di assegnare il premio di maggioranza al sindaco Carlo Salvemini. E il centrosinistra è quindi pronto a scegliere quindi fra i suoi consiglieri chi siederà al posto che è stato, fino a poche settimane fa, dal consigliere di centrodestra Alfredo Pagliaro.
Il botta e risposta fra il numero uno della minoranza, già candidato sindaco, e il primo cittadino in carica si è consumato su Facebook.
«Un gesto elegante e giusto, visto che - ha detto Giliberti - al primo turno la mia coalizione ha conseguito un risultato importante, superando il 50 per cento dei voti con ben sei candidati in campo e con un candidato sindaco più debole delle liste. Non ho avuto alcuna difficoltà ad ammettere la sconfitta, la mia sconfitta. Figlia di mille motivi che non è il caso di trattare in questo momento. Ma l’onestà intellettuale e la lettura serena della norma mi impongono di considerare il fatto che la mia coalizione aveva “già” conseguito il 50% al primo turno».
Da qui, la scelta di Giliberti di non accettare la proposta di Salvemini. «Ho ascoltato tutti coloro i quali hanno inteso consigliarmi - ha specificato il capo della minoranza - ma ho poi deciso con la mia testa e in totale serenità. Farò il semplice consigliere comunale, il capo dell’opposizione se ne sarò all’altezza. Agirò in questo mio percorso con il supporto dell’associazione MoviMenti, un momento altissimo di impegno civico di professionisti, come me, di cittadini e di imprenditori che mi consentiranno di essere oppositore autorevole e serio».
La replica del sindaco non si è fatta attendere. «Lo spirito della mia proposta era quello di lavorare per costruire insieme un rinnovato spirito pubblico dentro l’istituzione - ha specificato Salvemini -: riconoscere agli sconfitti la presidenza dell’assemblea rappresentativa per sottolineare la condivisione di uno sforzo nell’interesse esclusivo della città».
Per il sindaco la rinuncia di Giliberti costituisce «un’occasione perduta, le cui avvisaglie erano già evidenti con la decisione di non partecipare alla cerimonia di insediamento dei consiglieri eletti a Palazzo Carafa». Salvemini ha quindi ribadito che il centrodestra ha «diritto di tutelare nelle sedi giurisdizionali interessi che si reputano violati», ma che tale diritto «andava distinto dal dovere di rispettare le istituzioni e ciò che esse rappresentano. Così non è stato, purtroppo».
Così, Salvemini ha preso atto «che le forze politiche che rappresenti, e a nome delle quali parli - ha detto a Giliberti - non sentono di voler assumere la presidenza del Consiglio comunale perché non riconoscono la legittimità delle decisioni assunte dalla commissione elettorale. Ancor prima di attendere le decisioni della giustizia amministrativa, alla quale chiederete di pronunciarsi. La necessità di garantire comunque il funzionamento dell’assemblea ci assegna la responsabilità di dovere procedere guardando all’interno delle nostre forze - ha concluso il sindaco - dove non mancano figure capaci, come te, di garantire equilibrio, serenità, buon senso».
 
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