Macchie scure nel mare di Gallipoli, l'allarme di Confindustria: «Depuratore sottodimensionato, danni alle imprese»
Aqp: «L'impianto funziona e rilascia acque chiare»

Macchie scure nel mare di Gallipoli, l'allarme di Confindustria: «Depuratore sottodimensionato, danni alle imprese» Aqp: «L'impianto funziona e rilascia acque chiare»
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Giovedì 27 Agosto 2020, 10:33 - Ultimo aggiornamento: 16:54
«Sono due anni che abbiamo affrontato il problema, senza che nulla sia accaduto e alcuna misura sia stata presa». Lo scrive il presidente di Confindustria Lecce Giancarlo Negro in una lettera indirizzata alla Regione, al Comune di Gallipoli e all'Acquedotto pugliese per chiedere risposte urgenti sulle macchie scure che con regolarità compaiono nel mare di Gallipoli

Nella lettera, indirizzata al presidente della Regione Michele Emiliano, all'assessore all'Industria turistica Loredana Capone, al sindaco di Gallipoli Stefano Minerva, al presidente dell'Acquedotto pugliese Simone Di Cagno Abbrescia, Negro sottolinea come 
siano «trascorsi quasi due anni dalla riunione svoltasi in Confindustria Lecce con i referenti di Acquedotto pugliese alla presenza del sindaco della Città Bella, senza che nulla si sia mosso per risolvere l'annosa questione. Da quell'incontro, infatti - prosegue Negro - dovevano esserci, a distanza di 30 giorni, un aggiornamento che mai si è tenuto e l'assunzione di impegni precisi a vantaggio delle imprese e della salubrità dei territori. Nel frattempo la chiazza giallo e marrone, spinta dai venti, si allarga di anno in anno per più di un chilometro lungo il litorale ionico, all’altezza del depuratore che serve i comuni di Gallipoli, Alezio, Sannicola e Tuglie».
 
Confindustria Lecce sottolinea come tale situazione sia dovuta all'evidente sottodimensionamento del depuratore, incapace di smaltire i reflui di un'utenza che dal 2002 al 2020 è passata da circa 45 mila persone a più di 130mila, sia per la presenza di turisti che affollano la zona nei mesi estivi, sia per l'incremento del numero di abitanti dei comuni limitrofi. La storia, purtroppo, si declina in ormai quasi 20 anni. Circostanza smentita però dalla stesso Aqp, che in una nota precisa che «il depuratore funziona correttamente e rilascia acque chiare e inodore, nel rispetto dei parametri previsti dalla normativa vigente. A confermarlo sono altresì i recenti prelievi sulle acque di mare, in prossimità dell’uscita dell’impianto. Giova ricordare che il depuratore di Gallipoli rappresenta una eccellenza nel panorama del comparto depurativo. L’intera portata delle acque è sottoposta a trattamenti di affinamento per il riutilizzo in agricoltura».

Confindustria spinge poi sulla costruzione della condotta sottomarina, che potrebbe contribuire ad alleviare i disagi. «La proposta, condivisa già dal 2002, della costruzione di una condotta sottomarina, che allontanerebbe gli scarichi in mare di circa otto/nove chilometri di distanza dalla costa, è ancora ferma tra le pieghe della procedura di gara per l'affidamento dei servizi di progettazione, così come - ricorda il numero uno di Confindustria - è assolutamente indietro il progetto di affinamento delle acque reflue a fini di riutilizzo e per la costituzione di un bio-lago. Condividerete che le macchie annuali di colore giallo marrone nel mare gallipolino rappresentino un problema indiscutibile, che danneggia il territorio e le imprese che operano nel comparto turistico, oltre a mettere a rischio anche la salubrità delle stesse acque nelle quali permane il divieto di balneazione». E Aqp risponde definendo i tempi di realizzazione dell'impianto: «Dopo la chiusura dell’iter autorizzativo, si è conclusa la gara per l’affidamento dei servizi tecnici di progettazione definitiva e la redazione del Piano di Sicurezza e Coordinamento. Al contempo è stata avviata la gara dei servizi di prospezioni e indagini geotecniche e geognostiche. A settembre inizieranno le attività di ispezione preventiva dei fondali marini con sistemi magnetotermici allo scopo di scongiurare l’eventuale presenza di ordigni bellici. I lavori, per un importo complessivo di 16 milioni di euro, sono pianificati dalla Regione Puglia e finanziati con fondi POR Puglia 2014-2020».

Da qui la richiesta di Confindustria per un incontro urgente, che serva a siglare un protocollo «a tutela delle imprese danneggiate e dell'immagine del territorio che, oggi più che mai, punta sul turismo per il proprio rilancio economico e sociale. L'imprenditoria e l'ambiente non possono e non devono pagare lo scotto del non fare e del non decidere; chi fa impresa è abituato all'azione, alle decisioni e soprattutto all'assunzione di responsabilità; pretende impegni precisi in tempi certi. Non è possibile rimandare ancora. E' il momento di agire insieme». La palla passa alla Regione. 
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