«No a posti in Giunta, ma vogliamo contare»: nasce “Progetto città”, pungolo per Salvemini

«No a posti in Giunta, ma vogliamo contare»: nasce “Progetto città”, pungolo per Salvemini
di Francesca SOZZO
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Giovedì 8 Aprile 2021, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 16:32

Onorare il mandato elettorale e mettere al centro del dibattito politico il bene comune. Nasce con questi obiettivi il nuovo gruppo consiliare “Progetto città” fondato da una comunione di intenti e una visione amministrativa comune dei consiglieri Pierpaolo Patti (già capogruppo di Lecce città Pubblica), Marco Giannotta (ex capogruppo di Noi per Lecce) e Carlo Mignone (ex capogruppo di Lecce nel Cuore e presidente del Consiglio comunale).

Le dichiarazioni

Critici, certo «la critica esiste e se è costruttiva va bene», dichiara Mignone, ma leali e sempre dalla parte della maggioranza di Palazzo Carafa. Non vogliono posti in Giunta o incarichi esterni, sottolineano, «ma essere al servizio della comunità», secondo Giannotta e riportare il Consiglio comunale ad avere «un ruolo centrale». Insomma vogliono contare di più. Già, contare, o meglio pesare. Se è vero che l'obiettivo del nuovo gruppo consiliare è quello di mettere al centro del dibattito i temi della città, è pur vero che in politica contano i numeri. E il nuovo gruppo consiliare potrebbe avere un peso specifico non indifferente. Escludono l'ipotesi «di votare contro un provvedimento dell'amministrazione comunale», spiega Patti che, insieme a Mignone e Giannotta guarda alla politica come «conoscenza, confronto, dialogo, sintesi»: ma se dovesse mancare questo confronto (quello mancato a loro dire fino a questo momento in via Rubichi) in caso di voto come si tradurrebbe? Nell'intenzione, lealtà assoluta nei confronti dell'amministrazione comunale, sulla carta potrebbe trasformarsi in astensione, piuttosto che in un voto contrario.

Gli equilibri in Aula

Dunque “Progetto città” rischia di essere la nuova spina nel fianco del sindaco Carlo Salvemini che già da qualche tempo deve tenere a bada un Partito democratico, o parte di esso (Antonio Rotundo e Paola Povero) a dir poco critico e spesso con visioni differenti sulle tematiche amministrative (il Pug, le proroghe per gli stabilimenti balneari, la vicenda Zara, le notifiche delle multe, solo per citarne alcune), e parte dei consiglieri comunali rimasti orfani di Alessandro Delli Noci e alle prese con nuove individualità. Se il dissenso dovesse dunque tradursi in voti, il pallottoliere della maggioranza di Salvemini passerebbe da 20 a 17 consiglieri, che potrebbero diventare 15 qualora si concretizzassero le indiscrezioni in base alle quali anche altri due componenti il Consiglio sarebbero pronti a migrare in "Progetto città". A quel punto, il sindaco si troverebbe a non avere i numeri, con 15 consiglieri dalla sua parte e 17 all'opposizione. Che “Progetto città” sia al momento un posizionamento tattico in vista di nuovi innesti, del resto, lo dicono i più.

Ed è difficile ipotizzare, politicamente parlando, un gruppo di cinque consiglieri senza un rappresentante nella Giunta cittadina. 


Ma intanto i consiglieri non si sbilanciano e vanno dritti per la loro strada. «Il nome che abbiamo scelto è quello di Progetto città - spiega Patti - ed è quello su cui focalizziamo la nostra attenzione e su cui lavoreremo insieme tra noi e insieme ad altre forze di maggioranza, il sindaco e la giunta». «Riteniamo opportuno svolgere il nostro mandato elettorale con meno difficoltà e disagi rispetto a quanto avvenuto fino ad oggi - aggiunge - Cercheremo di coinvolgere i cittadini in un processo di attualizzazione del programma di governo e di accompagnamento delle scelte da assumere». Un nuovo gruppo che non deve riprendere nessun dialogo, perché c'è stato ma «non è stato efficace», ma la volontà di «esprimere una voce unitaria che noi - spiega Patti - abbiamo rilevato essere unitaria dopo che l'abbiamo assunta. Molto spesso ci siamo accorti di avere la stessa posizione ex post» trasformando «una voce in maggioranza come unica e non in minoranza nei rispettivi gruppi». «Noi siamo a servizio della maggioranza - ribadisce Giannotta - Ci riteniamo ampiamente rappresentanti nella maggioranza di governo; questo è un percorso che ci ha visti insieme in un ragionamento». Riaffermando «la centralità - ha aggiunto Mignone - delle decisioni che devono passare in Consiglio, attraverso una cognizione piena. L'ho detto al mio insediamento: il Consiglio deve avere un ruolo altrettanto importante quale quello dell'Esecutivo». Utilizzando anche la «critica costruttiva» se necessario.

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