Commercianti in coro: "Riaccendiamo piazza Mazzini, basta spaccate e degrado"

Una panoramica di Piazza Mazzini
Una panoramica di Piazza Mazzini
di Leda CESARI
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Martedì 17 Maggio 2016, 06:26 - Ultimo aggiornamento: 14:00
È lì, la festa. Là dove un tempo non remoto – solo 30 anni fa – quando sulla città calavano le ombre della sera, in tandem con le saracinesche delle glorie commerciali dei favolosi Ottanta, entravano in scena i primi protagonisti delle attività di socializzazione prodromiche all’odierna movida: le prime comitive “chiuse” tipo Caurri, i maniaci della Vespa, i teorici dell’andirivieni virtuoso tra il bar Katia e il bar Poker (con incursioni verso il bar Raphael, dove stavano i più grandi e i fighetti della situazione).
E non erano gruppi di Facebook, ma persone in carne ed ossa. Transumate poi, agli inizi dei Novanta, verso il redivivo centro storico: dove nacque la movida vera e propria, alimentata da un’università sempre più importante e dal dio dei corsi e ricorsi, che in quegli anni decise di volgere uno sguardo benevolo verso il cuore antico della città.
Cosa ne fu, dopo, di piazza Mazzini e dintorni? Una vita a metà. Di giorno i negozi, lo shopping, il traffico, le banche. Di sera, la desolazione. Insegne spente. Niente “vasche”. Niente movida: salvo rare eccezioni. Una situazione che – la cronaca ci insegna – ha spesso avallato situazioni di degrado, quando non di criminalità: da ultime le “spaccate” con le quali sono spesso stati ripuliti interi negozi, rei di trovarsi soltanto nel posto sbagliato in piena zona Mazzini con tanti commerciani sempre più alle prese con le scorribande dei ladri.
 
O forse no: perché proprio da piazza Mazzini e dintorni, lentamente, si sta negli ultimi tempi levando un moto di rivalsa diffuso che si esprime in termini mondani, ma che – sotto la cenere festaiola – cova un’idea tutta nuova di collaborazione per il bene della zona in questione. E, allargando, dell’intera città: con “The Right Way Show”. Party recidivo, da mille persone a volta, organizzato da un gruppo di commercianti che vogliono fare “rete” per uscire dalla crisi, economica e di funzione. In cerca di un rilancio, dunque, perché ormai «la città - dicono tutti, da queste parti - non è solo centro storico e bisogna allargare il raggio d’azione delle attività d’intrattenimento che costituiscono una parte sempre più importante dell’economia della città».
«Piazza Mazzini è viva e ha voglia di riscatto”, spiega l’ideatore dell’iniziativa, Daniele Bianchi (“Tru Trussardi”, via Oberdan, e Federmoda-Confcommercio). Che spiega: «Noi ci crediamo ancora e crediamo nella forza della collaborazione per risolvere i problemi della zona e dell’intero commercio cittadino. Non è più tempi di orticelli, è tempo che i commercianti leccesi imparino a fare squadra: lo dimostra anche il fatto che alla nostra festa di domenica prossima parteciperanno anche molti negozi estranei a piazza Mazzini».
Come “Idea Sposa” di Ivano Francavilla, punto vendita in via Duca degli Abruzzi e però voglia di dare una mano a risollevare le sorti del cuore della città: “Non stiamo in centro per scelta, la nostra non è una clientela di passaggio e preferiamo offrirle comodità tipo il parcheggio facile. Però piazza Mazzini è sempre una bella vetrina, per il commercio cittadino, e allora ben venga “The Right Party Show” anche per noi”. «Siamo partiti con l’idea di fare qualcosa di divertente per coinvolgere clienti ed amici, ma penso che a questo punto questa festa sia l’occasione per allargare gli orizzonti di noi tutti - conferma Tiziana Musardo di “Mumati gioielli” - perché è giusto chiedere all’amministrazione comunale iniziative per rivalutare piazza Mazzini e dintorni, ma non basta. Anche i commercianti si devono smuovere, lanciando idee e proposte per dare nuova luce alla zona, e in generale al commercio cittadino. Avete presenti gli aperitivi del venerdì sera a Milano? Non li organizza certo il Comune, ne sono artefici i migliori negozi del capoluogo lombardo. Non possiamo più limitarci ad aprire e chiudere le nostre attività: invece di lamentarci, facciamo qualcosa in prima persona. E questo è lo spirito di “The Right Way”: il movimento, ne siamo certi, verrà da sé». La sfida è appena cominciata.
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