Otranto, cocci di anfore e vasellame: le mareggiate portano a galla la storia

Otranto, cocci di anfore e vasellame: le mareggiate portano a galla la storia
di Anna Manuela VINCENTI
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Giovedì 9 Gennaio 2020, 18:14 - Ultimo aggiornamento: 10 Gennaio, 18:12

Una passeggiata in riva al mare, in una fredda giornata d’inverno, regala delle sorprese che ci portano indietro nella storia. Le forti mareggiate dei giorni scorsi hanno infatti riportato a galla, in una spiaggetta al centro di Otranto, alcuni cocci risalenti a 3mila anni fa. Le foto sono state postate sul gruppo Facebook di Salento Archeologico da Debora De Massimo, che ha saputo riconoscerle e poi mettrle a disposizione degli utenti in un album fotografico.
 

 

La burrasca ha infatti agitato i fondali facendo riemergere echi del passato. Sulla riva della baietta, a pochi passi dal fiume Idro, sono stati ritrovati un’ansa di anfora da trasporto greco italica di produzione metapontina della prima metà del III secolo a.C. Un’altra di età ellenistica ed un orlo di anfora da trasporto Carinzia del IV secolo ed altri conci fluitati dal troppo tempo trascorso in acqua che non sono più riconoscibili.
Del resto, sin dall’antichità, il porto idruntino è sempre stato importante per gli scambi commerciali.
«E' del tutto normale, commentano gli studiosi, ritrovare questo tipo di cocci: il porto di Otranto ha più di 3mila anni di attività. Saranno sicuramente i resti di qualche relitto. Del resto di questo tipo di reperti se ne trovarono circa 6000 nel corso di ogni campagna di scavi».
La spiegazione degli esperti non toglie in ogni caso la meraviglia, di trovarsi a contatto con gli uomini e le donne che durante l'antichità attraversavano il Mediterraneo e in queste anfore riposero le loro riserve di acqua, vino e le loro mercanzie. E magari la speranza di approdare al di là dell’ignoto, perché molti di loro si avventuravano in mare alla ricerca di un mondo nuovo. Allo stesso modo dei migranti che oggi tentano la traversata su mezzi di fortuna.

 

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