Cittadella della Giustizia, incontro a Lecce: nuova proposta in campo

Cittadella della Giustizia, incontro a Lecce: nuova proposta in campo
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Lunedì 30 Maggio 2022, 13:22 - Ultimo aggiornamento: 15:45

Per la Cittadella della Giustizia di Lecce cambia tutto. Si è tenuto oggi un incontro nell'aula Aymone della Corte d'Appello in cui è stata annunciata una proposta con una nuova location dal sindaco Carlo Salvemini e dall'assessore all'Urbanistica Rita Miglietta: si tratta di un'area di fronte allo stadio comunale, una zona già urbanizzata che per questo consente di ridurre i costi rispetto all'ex depositeria giudiziaria confiscata alla mafia sulla via Adriatica in direzione Torre Chianca. 

Il progetto

Inoltre è stato presentato un progetto realizzato dall'ingegnere Ippazio Morciano, responsabile della sicurezza nel Palazzo di giustizia: le spese si ridurrebbero della metà rispetto a quello presentato dal demanio. Si stima, infatti, un investimento di circa 140 milioni di euro. In rappresentanza della Regione c'era l'assessore Anna Grazia Maraschio che ha annunciato una disponibilità a un Project financing da parte dell'Ente.

L'incontro in Tribunale

Si è trattato del primo incontro utile dopo la presentazione completa, da parte dell’Agenzia del Demanio, dello studio propedeutico alla realizzazione della cittadella sulla prima proposta progettuale, che prevede la localizzazione su terreni posti in Via Adriatica sulla Lecce-Torre Chianca.

L'incontro in Tribunale 



Uno studio, quello dell’Agenzia del Demanio, che ha quantificato il fabbisogno finanziario per la realizzazione dell’opera in 317 milioni di euro (ben oltre le risorse oggi disponibili) ed evidenziato diverse criticità di natura urbanistica. Si legge nello studio relativo alle criticità di natura urbanistica sulla scelta del sito: “l'area è ubicata nell'agro leccese in un'area "vasta", lontana da insediamenti umani di dimensioni significative, scarsamente dotata di accessi”. «L'area non è dotata di sottoservizi ed è priva di servizi di trasporto pubblico [...] comporterebbe la realizzazione di una rete di sottoservizi per dotarla di un sufficiente collegamento ai servizi pubblici ed una riorganizzazione infrastrutturale, in particolare del trasporto pubblico locale, che graverebbe in modo pesante sulla città di Lecce». E ancora: «La collocazione nell'area agricola vasta e la realizzazione di nuove infrastrutture necessarie all'insediamento, potrebbero essere causa di interventi di trasformazione del suolo che oggi non sono contemplato dallo strumento urbanistico generale, ma che sarà assolutamente necessario governare onde evitare il proliferare di fenomeni incontrollati di diffusione urbana». Secondo lo stesso studio, inoltre, per la realizzazione della Cittadella della Giustizia sulla Lecce- Torre Chianca, ai 317 milioni stimati andrebbero aggiunte ulteriori somme relative alla realizzazione di opere infrastrutturali aggiuntive, come ad esempio l’adeguamento delle uscite della Tangenziale.

Preso atto delle criticità evidenziate dell’Agenzia del Demanio sul sito inizialmente individuato, il Comune di Lecce si è incaricato di portare al tavolo odierno una ipotesi localizzativa alternativa, finalizzata alla realizzazione della Cittadella della Giustizia, ma con costi e impatti ambientali notevolmente ridotti. L’ipotesi, offerta alla valutazione dell’Agenzia del Demanio, del Ministero della Giustizia e degli altri soggetti interessati alla realizzazione dell’opera, è stata redatta dall’Ufficio di Piano del Comune di Lecce, afferente all’assessorato alle Politiche Urbanistiche, che ha intrapreso da tempo il percorso di redazione del Piano Urbanistico Generale della città, partendo da solidi elementi conoscitivi del territorio.

I suoli alternativi individuati dal Comune sono proprietà comunale e l’Ente li cederebbe a titolo gratuito per la realizzazione della Cittadella. Sono situati sulla Lecce – San Cataldo, sul lato sinistro della carreggiata in uscita della città, a circa 500 metri dal ponte della Tangenziale Est e a un chilometro dallo Stadio Via del Mare.

Diversi i punti di forza individuati dal Comune e riportati in uno studio offerto alla valutazione degli Enti: l’area è già servita da sottoservizi e non necessiterebbe di molte opere di urbanizzazione primaria invece necessarie sull’area precedentemente individuata; “l’adiacenza all’asse stradale Lecce San Cataldo e la vicinanza all’uscita 7 A-B della Tangenziale, su cui è possibile immaginare in futuro un sistema di trasporto pubblico locale ad alta efficienza (TOD)”; “l’utilizzo di infrastrutture stradali e parcheggi esistenti” (piazzale Stadio); la “proprietà comunale” dei suoli.

La proposta del Comune salva anche l’esigenza di avviare ad una funzione sociale i suoli confiscati alla mafia sulla Lecce Torre – Chianca.

Secondo la proposta del Comune quei suoli potrebbero diventare “un Parco agro-silvo-pastorale con valenza educativa, attraverso una operazione che vedrebbe la collaborazione tra Ministeri della Giustizia, della Transizione Ecologica, Università del Salento e Comune di Lecce e che potrebbe portare alla nascita di una impresa sociale modello”.

Il sindaco Carlo Salvemini
 

«Lecce ha bisogno di una Cittadella della Giustizia che aggreghi le funzioni giudiziarie e garantisca agli operatori, ai lavoratori, agli utenti maggiore comodità, servizi, e infrastrutture – dichiara il sindaco Carlo Salvemini – Siamo fortemente intenzionati a dotare la città di questa infrastruttura sociale importante. Ci troviamo in una fase cruciale di questo percorso, che è sapientemente guidato dal Ministero della Giustizia, dal Tribunale e dalla Procura generale del territorio, che ringrazio per l’importante lavoro di coinvolgimento e condivisione. Abbiamo individuato le risorse a disposizione, ora dobbiamo individuare all’interno di quella disponibilità il progetto da realizzare. Gli esiti dello studio redatto dall’Agenzia del Demanio sui terreni della Lecce-Torre Chianca, ci hanno consegnato delle valutazione che non possiamo ignorare, per questo come Comune ci siamo subito attivati per individuare alternative percorribili che riducessero i costi e l’impatto ambientale dell’opera e che ci consegnassero più elevate chance di realizzazione della stessa in un unico lotto. Perché non vogliamo correre, sulla pelle della città, il rischio di incompiute o di nuovi infiniti cantieri. La nostra proposta, insieme alle valutazioni tecniche che la accompagnano, è ora a disposizione del Ministero e degli Enti che dovranno legittimamente compiere le proprie scelte».

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