Circolare anti-ambulanti, i sindaci frenano: «Altre le priorità»
Pugno duro dei balnerari: «Sono degli incivili, intervenga il prefetto»

Circolare anti-ambulanti, i sindaci frenano: «Altre le priorità» Pugno duro dei balnerari: «Sono degli incivili, intervenga il prefetto»
di Alessandra LEZZI
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Mercoledì 11 Luglio 2018, 09:15 - Ultimo aggiornamento: 16:09
La circolare “spiagge sicure” del ministro Matteo Salvini, presentata venerdì scorso al Viminale, convince poco i sindaci salentini. Utilizzare i fondi sequestrati alla mafia per assumere nuovi vigili urbani e incrementare i controlli, soprattutto lungo le coste, contro gli ambulanti abusivi non sembra essere una priorità per il territorio. Anche perché il provvedimento in assenza delle risorse destinate (che di certo non saranno disponibili per quest’estate) rischia di languire sulla carta a lungo. La circolare, inviata a tutte le prefetture d’Italia, sortirà forse qualche effetto in città come Ravenna e Cervia, dove prefettura, forze dell’ordine e associazioni di commercianti sono giunte a stilare un protocollo d’intesa. Ma non è il caso della provincia di Lecce, dove i primi cittadini preferiscono non premere sul pedale dell’acceleratore e sono convinti che i vigili - che tanto scarseggiano - debbano essere utilizzati per questioni più importanti.
«Salvini – esplica senza giri di parole il sindaco di Gallipoli, Stefano Minerva – non ha mai fatto il sindaco, altrimenti saprebbe che quello degli ambulanti abusivi è un fenomeno sicuramente importante, ma non l’unico che dobbiamo fronteggiare nelle nostre città».
«Che il numero delle forze in campo sia esiguo è un fatto conosciuto. Ogni iniziativa finalizzata al loro aumento è sicuramente positiva – spiega Salvatore Albano, primo cittadino di Porto Cesareo -. Il fenomeno delle bancarelle abusive nei centri e dei carrettini sulle spiagge è indubbiamente dilagante e va fermato. Ma in comuni rivieraschi come il nostro i problemi sono tantissimi: c’è l’abusivismo edilizio e le problematiche relative alla viabilità. Noi, su venti chilometri di spiagge e un piccolo centro che diventa uno dei cuori villeggianti dell’estate salentina, disponiamo solo di cinque vigili urbani, che pure hanno diritto a ferie, riposi e una turnazione degna. E devono occuparsi di mille incombenze. Forze così esigue non possono opporsi a tutte le attività illegali».
Qualcuno ricorda un protocollo firmato in prefettura anni fa per la vigilanza del demanio attraverso le guardie giurate, che però possono fungere solo da deterrente e non possono intervenire in alcun modo.
«Quello che propone Salvini noi lo mettiamo in pratica già da anni – rimarca con orgoglio Marco Potì, sindaco di Melendugno -: come prevede il Codice della strada utilizziamo i proventi delle multe per assumere ben dieci unità in più nella polizia locale, in estate. A dirla tutta, ne assumeremmo anche di più se non avessimo il tetto di spesa massimale da rispettare sul lavoro a tempo determinato. Anzi, se le somme messe a disposizione dal Governo sono scomputate da questa soglia, allora sì potrebbero essere utili per quel che ci riguarda». Su Torre dell’Orso il problema della gestione del fenomeno ambulanti esiste, ammette Potì, che spiega di aver decine di volte chiesto un supporto di personale per far fronte a situazioni difficili nelle spiagge e ai veri e propri accampamenti nella pineta, di notte.
«Amministrare una città come Gallipoli – rimarca Stefano Minerva – comporta il dover affrontare una serie di preoccupazioni e difficoltà che non si limitano ai carretti che vendono merce in centro o sulla spiaggia. Sicuramente è un fenomeno da combattere, ma non meno delle problematiche legate alla viabilità e alla necessaria presenza sul territorio anche con turni di notte come deterrente per attività come lo spaccio di droga. E poi bisogna contrastare l’occupazione di suolo pubblico, la musica troppo alta e gli abusi delle concessioni. Sono d’accordo con l’idea di Salvini ma avremmo bisogno di un maggior numero di personale da utilizzare anche per tutto il resto».
Il problema delle bancarelle sulle spiagge ovviamente è meno sentito dove l’accesso diviene più difficoltoso. «A me sono giunte poche lamentele – ammette Pierpaolo Cariddi, sindaco di Otranto -. Io stesso agli Alimini ho visto solo venditori senza carretto. È chiaro che se non si contrasta il fenomeno si dà un pessimo insegnamento ai nostri giovani. Si tratta comunque di un’attività illegale e per giunta di vendita di merce contraffatta».
C’è comunque, nell’attesa, chi si organizza come può. A Porto Cesareo si programmano ronde formate da polizia locale e fiamme gialle. A Torre dell’Orso, una convenzione con i commercianti dell’area mercatale e i concessionari delle spiagge ha permesso di aumentare la vigilanza privata. Non hanno potere di fermo, sequestro o perquisizione ma resta un modo per presidiare il territorio. Quello che sembra mancare, infatti, è proprio questo: il coordinamento delle forze, anche cittadine.
- Pugno duro invece da parte degli operatori balneari
[PALLINOBLU]Più che disposti a contribuire e tirano in ballo la prefettura che dovrà fare «da collante».
Dagli operatori balneari si solleva una sorta di standing ovation all’iniziativa del ministro Salvini. Da anni lamentano la presenza dei carretti degli ambulanti che spesso sostano sulla battigia, anche per lungo tempo. Difficile, sostengono, conciliare le legittime lamentele di molti turisti – che pagano ombrellone e sdraio e restano senza panorama – e l’impossibilità di intervenire per far spostare i carretti senza creare situazioni ad alta tensione.
Le voci sono univoche: «Da anni - dicono - chiediamo di poter avere una maggiore presenza di uomini sul territorio, in special modo nella stagione estiva. In una terra come questa, ormai ai vertici delle mete turistiche prescelte da italiani e stranieri, il numero dei residenti nei comuni rivieraschi, nel corso dei tre, anche quattro, mesi estivi aumenta in maniera esponenziale». È evidente che con esso si innalza anche il livello di interesse della criminalità, spicciola o organizzata che sia. Gli operatori balneari dunque plaudono all’iniziativa del ministero di assumere maggiori unità di vigili urbani nel periodo estivo per poter vigilare su tutto questo. Spesso, solo il sequestro costante delle merce venduta illegalmente ha prodotto risultati significativi.
«La vigilanza privata non ha sortito effetti – esordisce Vito Vergine, di Silb Confcommercio -. È noto che le guardie giurate non possono fare molto. E il rischio della rissa è sempre dietro l’angolo. Purtroppo non intervenire è l’unica alternativa che ci lasciano». Vergine racconta quella che definisce una situazione paradossale: «Al mio lido, a Pescoluse, l’immigrato che sosta durante il giorno tra i miei ombrelloni, di notte lega il suo carretto con la catena alla mia staccionata». L’imprenditore spiega quanto spesso lui e i suoi colleghi si sentano abbandonati. Il problema del personale esiste anche qui: a Salve, su otto chilometri di costa, ci sono tre vigili urbani.
Secondo la circolare firmata dal ministro leghista, le risorse finanziarie potranno essere prelevate dal Fug, il fondo unico di giustizia, dove confluiscono i proventi sequestrati alla mafia: il totale è di quasi cinque miliardi, un miliardo e 700 milioni di euro quello messo a disposizione di questa iniziativa. La cabina di regia, è spiegato nella missiva, dovrà essere la prefettura. Intorno al tavolo le amministrazioni comunali e le associazioni di categoria. I protocolli dovranno prevedere “il contrasto alla filiera dell’abusivismo commerciale e della falsificazione dei prodotti, da demandare alla guardia di finanza e la massima valorizzazione del ruolo delle polizie locali”. Alle associazioni dei commercianti e dei balneari sarà chiesta la disponibilità a contribuire finanziariamente.
«Perfettamente d’accordo con l’iniziativa e, come il collega del Silb, sottolineo l’assoluta volontà di contribuire – dice Giuseppe Mancarella, del Cna Balneatori -. E vi prego, non dite che siamo razzisti. Ma il fenomeno è insostenibile. Dovete comprendere che i turisti pagano un servizio, e la tranquillità ne è compresa. Spesso gli ambulanti richiamano di proposito l’attenzione di chi vuole solo rilassarsi. E poi dormono tra le dune. È incivile. È una situazione al limite della dignità. E questo non va bene anzitutto per loro».
«Più che di vigili urbani, c’è bisogno di una unità interforze. Bisognerebbe coinvolgere anche le forze armate, non in mimetica naturalmente ma – la proposta di Mauro Della Valle, di Federbalneari – magari in polo e pantalone sportivo. Quello che voglio dire – precisa – è che le forze dell’ordine dovrebbero occuparsi dell’attività investigativa, di risalire a chi sono i grossisti degli ambulanti. È lì la vera criminalità. Il territorio va presidiato ma siamo certi che la prefettura, come sempre, saprà fare da collante».
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