Ponte Ciolo, un ferito al giorno per i tuffi. L'allarme del primario. Il sindaco: "Alzare le barriere"

Ponte Ciolo, un ferito al giorno per i tuffi. L'allarme del primario. Il sindaco: "Alzare le barriere"
di Pino GRECO
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Lunedì 9 Agosto 2021, 05:00

Ponte del Ciolo, come dire: tuffi e bagni, tutti naturalmente non autorizzati. I numeri degli “spericolati” che compiono tuffi da circa 40 metri di altezza - rischiando seriamente la vita - viaggiano a due cifre. E gli interventi del 118 anche quest’anno sono quasi tutti quotidiani. Un ferito al giorno: questa la media confermata dal vicino ospedale di Tricase.

Decine di ragazzi giù da un'altezza di 40 metri


Litoranea adriatico, territorio di Gagliano del Capo, pochi chilometri a nord di Leuca. Bellezza mozzafiato e cartolina del Salento, non c’è che dire. Ma anche luogo di “sciagurati” tuffi quando si mettere a repentaglio la salute. Soprattutto per i tanti ragazzi che ci arrivano apposta per un tuffo a testa in giù nel blu dell’Adriatico nelle scogliere che disegnano un piccolo fiordo.

Il neurologo dell'ospedale di Tricase: "Danni gravi"


L’allarme, dunque. Gerardo Ciardo, primario neurologo all’ospedale Panico di Tricase, fa sapere che, purtroppo, medicazioni e ricoveri non si fermano: «Lo confermo, la media è di uno al giorno nel cuore dell’estate. Sono molti i giovani e turisti che azzardano tuffi e finiscono in ospedale. E’ molto rischioso perché un cattivo impatto in acqua può provocare prognosi gravi come, ad esempio, le lesioni midollari, prevalentemente a livello cervicale. L’impatto con l’acqua costituisce un trauma ad alta energia che può comportare lussazioni o fratture da cosiddetto “scoppio” a livello vertebrale». Ciardo non fa giri di parole e va al dunque: «La conseguente compressione può determinare un trauma a livello midollare che, in caso di lesioni del tratto cervicale, possono portare alla paralisi degli arti e ad alterazioni severe della funzionalità dell’apparato urinario, intestinale e sessuale». Lapidario, senza fronzoli. Quanto basta per far riflettere.
La moda è cresciuta negli ultimi anni. Una tendenza che ha fatto breccia tra i turisti ma anche tra molti ragazzi della zona. Per certi versi, una gara goliardica senza tenere conto dei divieti di balneazione. Ovviamente, ripresa dai cellulari: i tuffi diventano uno dei principali modi per ottenere visibilità anche sui social. 
Dal 2014, a causa del pericolo crollo, un’ordinanza della Capitaneria di Porto proibisce la balneazione.

Sono stati installati anche cartelli, ma la disposizione viene violata e i segnali totalmente sradicati. Una volta uno di essi fu “cestinato” in mare. 

 

Il sindaco di Gagliano: "Poca sicurezza, interventi urgenti"


Il sindaco di Gagliano, Gianfranco Melcarne, è preoccupato e chiede interventi drastici: «Sarebbe auspicabile l’innalzamento delle barriere in ferro, ora troppo basse, che impediscano di scavalcare il ponte per preparare il tuffo. Il Comune è pronto a collaborare con la Provincia, che ha già eseguito dei lavori di messa in sicurezza del ponte con interventi di rimozione dell’asfalto esistente e consolidamento della parte sottostante e successivo ripristino del manto stradale. Lo stesso intervento avrebbe dovuto garantire una maggiore sicurezza del ponte con misure tendenti ad impedire i tuffi che, ancora oggi stanno causato danni a tutte quelle persone che, non avendo contezza di cosa può significare un tuffo da 40 metri, si sono cimentate in un’impresa molto rischiosa».
Non c’è da perdere molto tempo e Melcarne assicura che interpellerà enti locali ed autorità. «Mi auguro - conclude - che nel breve periodo si possa provvedere in qualche modo a realizzare una barriera aggiuntiva o qualsiasi altra struttura che possa impedire il ripetersi dei tuffi». L’adrenalina non vale l’impresa.

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