Chiuri: con Dior ha sfilato il Salento

Chiuri: con Dior ha sfilato il Salento
di Leda CESARI
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Venerdì 24 Luglio 2020, 10:35 - Ultimo aggiornamento: 15:17
Annunciata, dis-annunciata, ri-annunciata, oggi già ricordo. La sfilata Cruise Collection 2021 della Maison Dior in piazza Duomo, mercoledì sera, si è consumata in 27 minuti e 49 secondi di bellezza assoluta, stessa brevità della vita di una farfalla. Ma le farfalle, quando le tocchi, ti lasciano addosso la loro magica polverina, così Lecce, ieri mattina, si è svegliata ancora immersa in una bolla di pulviscolo perlescente. Nonostante siano già iniziate le operazioni di smontaggio del complesso apparato che ha costituito la scenografia dell'evento. No, non è solo moda. Due ore dopo sfilata la maison parigina, in un comunicato diramato dal suo ufficio stampa italiano, ha voluto precisare i termini del progetto che l'ha condotta a piazza Duomo, tra incursioni nella memoria della sua direttrice artistica di ascendenze tricasine e difficoltà di un momento così particolare. «In questo periodo ho cercato di dare una nuova forma al lavoro insieme. Nonostante le difficoltà della distanza, assegnare una prospettiva alle giornate ci ha dato forza e immaginazione». Maria Grazia Chiuri, racconta l'ufficio stampa di Dior, aveva infatti già deciso, per il progetto della collezione Cruise 2021, «di riconnettere la sua immaginazione creativa alla Puglia, la terra del suo cuore». Aveva precisato: «Lo spettacolo non privilegerà la visione degli abiti, ma l'idea». L'idea del suo Salento.

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E in questo viaggio virtuoso si è imbattuta nei testi dell'antropologo Ernesto De Martino: «Quella Puglia in cui agiscono ancora credenze magiche come tarantismo e fascinazione si è configurata allora, in questo momento di crisi, come una sorta di utopia concreta, attraverso azioni che usano l'immaginazione e la partecipazione per creare modi alternativi di descrivere il mondo». Un'opera corale la Chiuri l'ha ripetuto più volte - in cui la direttrice creativa di Dior «ha agito per enfatizzare quei processi di creazione collettiva che sono insieme memoria e valore, cultura e futuro di tradizioni artigianali uniche».

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Così i tessuti della Fondazione Le Costantine, testimonianza di una sapienza tessile antica, si sono per esempio trasformati in una serie di giacche, tra cui l'iconica Bar jacket, e la scritta ricamata Amando e cantando - il motto delle Costantine è stato ricamato sul retro delle gonne. E poi Miss Dior, il famoso motivo floreale del fondatore, che l'artista Pietro Ruffo ha usato per reinventare un campo di spighe, e motivi ispirati ai papaveri, «che per Chiuri ancor oggi sono il paesaggio dell'estate». E poi gli abiti lunghi di cotone leggero, le camicie e gli shorts con una serie di cinque fiori cartiglio, sempre creati da Ruffo, con motti come: Les parfums sont les sentiments des fleurs, prendendo ispirazione dalle illustrazioni del libro De florum cultura, scritto nel 1638 da Giovanni Battista Ferrari. Le luminarie, infine, divenute protagoniste di una teoria di stampe formato foulard in colori diversi, ma anche di decorazioni ricamate e realizzate con punto a giorno; illuminazioni reinterpretate dalla visual artist Marinella Senatore.
 

E adesso è già tempo degli shooting previsti per una settimana in varie zone di Lecce e del Salento, realizzati dalla Pharos Film Company: a palazzo Marulli-Famularo, già set del film Mine Vaganti di Ferzan Ozpetek, con il suo giardino pensile e alberi ad alto fusto, a Palazzo Maresgallo (ex Romano, di recente restaurato), al Teatro Romano, tant'è che sono già scattate norme particolari di circolazione per alcune zone della città. Si spareranno foto, però, anche a palazzo Sticchi a Santa Cesarea e al castello di Tutino, vicino Tricase: là dove tutto è nato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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