Chiodi sull’asfalto e fucilate
per l’assalto al furgone
carico di soldi: colpo fallito

Chiodi sull’asfalto e fucilate per l’assalto al furgone carico di soldi: colpo fallito
di Lucia PEZZUTO
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Venerdì 19 Gennaio 2018, 06:15 - Ultimo aggiornamento: 09:16

Momenti di terrore ieri mattina sulla statale 613 Lecce-Brindisi per una tentata rapina ai danni di un furgone portavalori: chiodi sull’asfalto, colpi di fucile contro gli pneumatici ma alla fine il “colpo” non è riuscito e i banditi sono stati costretti a darsela a gambe. Gravi disagi anche per gli automobilisti, visto che la strada è rimasta chiusa fino alle 11.
Il commando armato, composto da almeno otto persone, è entrato in azione attorno alle 7, al momento del transito di un furgone della “Cosmopol”, azienda salentina specializzata nell’attività di trasporto valori, al cui interno si trovavano due agenti. I soldi nel furgone sarebbero dovuti servire anche a rifornire banche della provincia di Taranto. I banditi si sono serviti di quattro autovetture: una Lancia Delta, una Ford Focus, una Passat Volkswagen e una Giulietta. Una volta che il portavalori è sopraggiunto all’altezza dello svincolo Tuturano-San Pietro Vernotico, la Lancia Delta grigia ha affiancato il furgone, il malvivente posizionato sul sedile posteriore ha spaccato il lunotto e ha estratto un fucile a canne mozze. Ha poi cominciato a sparare cercando di colpire gli pneumatici del mezzo blindato. Una scarica di proiettili che ha bucato la carrozzeria e una ruota, costringendo di fatto il conducente del blindato a fermarsi. Contemporaneamente i complici dei banditi che viaggiavano a bordo della Focus e della Passat, lanciavano chiodi sull’asfalto bloccando le auto in arrivo che solo per un caso fortuito non sono rimaste coinvolte in una serie di tamponamenti a catena.
La Giulietta era invece posizionata sulla carreggiata opposta: da lì infatti altri due complici tenevano sotto tiro il furgone portavalori. A nulla intanto servivano le minacce dei malviventi, che secondo le testimonianze pare avessero un accento straniero, probabilmente slavo. I rapinatori continuavano a puntare i fucili contro il finestrino del blindato, ma i due vigilanti sono rimasti barricati all’interno dell’abitacolo. Ed è stato proprio questo aspetto, di fatto, a far andare a monte il piano dei rapinatori, che prima di desistere hanno infine tentato un’ultima intimidazione: utilizzando un grosso cric hanno sollevato il mezzo sul lato posteriore destro e hanno sfilato la ruota. La ruota si trovava in corrispondenza del portellone oltre il quale si trovava il denaro (impossibile stabilire l’esatto importo, ma si parla di diverse centinaia di migliaia di euro). Anche questo tentativo è andato comunque a vuoto, e a quel punto i banditi hanno deciso di rinunciare al bottino e a scappare, abbandonando sul posto anche le quattro autovetture. I malviventi sono fuggiti a piedi nelle campagne: ad attenderli, a qualche centinaio di metri di distanza, c’era un mezzo furgonato ritrovato qualche ora dopo alla periferia di Cellino San Marco.

 
 
Prima di darsi alla fuga, i malviventi hanno svuotato alcuni estintori all’interno degli abitacoli delle autovetture, probabilmente nel tentativo di cancellare eventuali tracce biologiche. Sul posto nel frattempo, allertati dalle guardie giurate barricate nel blindato, sono intervenuti i carabinieri del Norm di Brindisi, la polizia stradale e gli agenti della squadra mobile di Brindisi. A condurre le indagini sono proprio questi ultimi guidati, dal vicequestore aggiunto Antonio Sfameni.
Per consentire i rilievi l’intero tratto della statale è stato chiuso al traffico per circa tre ore. Le investigazioni proseguono a ritmo serrato: ieri sono state allertate tutte le forze dell’ordine della provincia brindisina, controlli e posti di blocco sono stati disposti lungo le strade provinciali e all’ingresso e all’uscita dei comuni.
Un piano ben architettato, studiato nei minimi particolari, quello del commando armato, che conosceva bene le mosse del furgone. Il che fa sì che non sia da escludere l’ipotesi di una “talpa”, che abbia fornito le informazioni ai malviventi. Ma nemmeno un piano così ben congegnato è bastato per raggiungere lo scopo

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