Castro, ritrovato il blocco inferiore della statua colossale di Atena

Castro, ritrovato il blocco inferiore della statua colossale di Atena
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Mercoledì 20 Aprile 2022, 12:31 - Ultimo aggiornamento: 16:36

La dea piano piano si sta ricomponendo. Negli scavi archeologici di Castro, nell’area del Santuario di Atena, è stato ritrovato il blocco inferiore della statua colossale della dea Atena, il cui busto era venuto alla luce nel 2015.

Una nuova importante scoperta archeologica arriva da Castro. E non è la sola. Tutti i dettagli verranno illustrati in una serie di conferenze che partiranno domani . Un ritrovamento di grande rilievo.

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Quattro conferenze per presentare anche la “scoperta” della pietra leccese

Al via domani, quindi,  il ciclo di conferenze “Salento e non solo. Recenti grandi scoperte dell’archeologia in Italia”, quattro appuntamenti (sempre alle ore 17) organizzati presso il MUSA – Museo Storico-Archeologico dell’Università del Salento (via di Valesio, Lecce).

Si comincia con “Le sculture dell’Athenaion di Castro e l’invenzione della pietra leccese”: Francesco D’Andria, professore emerito UniSalento e Accademico dei Lincei, e Ivan Ferrari, ricercatore CNR-ISPC, presenteranno per la prima volta una scoperta avvenuta lo scorso 18 marzo a Castro.

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Si ricompone la statua del IV secolo avanti Cristo

Negli scavi archeologici nell’area del Santuario di Atena è stato ritrovato il blocco inferiore della statua colossale della dea Atena, il cui busto era venuto alla luce nel 2015. La statua si data intorno alla seconda metà del IV secolo avanti Cristo e costituisce un originale greco, opera di un’officina tarantina. Nel Santuario posto sul promontorio iapigio, oltre alla statua di Atena gli stessi scultori realizzarono un grande recinto sacro con una balaustra recante il motivo dei girali vegetali “abitati” da figure di uomini e animali, simbolo della fecondità della natura. È probabile che proprio a Castro questi artisti, abituati a lavorare marmo e carparo, scoprirono le potenzialità della pietra leccese, creando le prime opere con questo materiale, non a caso caratterizzate da uno stile ricco, che anticipa le creazioni dell’arte barocca.

La relazione del professore Francesco D'Andria e il dibattito 

Dopo la relazione di D’Andria e Ferrari, seguirà dibattito con la partecipazione, tra gli altri, di Grazia Semeraro, professoressa di Archeologia classica a UniSalento. Introdurrà i lavori il direttore scientifico del MUSA Jacopo De Grossi Mazzorin.

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