Il funerale di Antonio Mascello, il padre del Ciak

Pochi anni fa il dolore per la perdita del figlio Giuseppe, morto a 52 anni

Il funerale di Antonio Mascello, il padre del Ciak
di Anna Manuela VINCENTI
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Mercoledì 3 Maggio 2023, 13:19 - Ultimo aggiornamento: 13:27

Ieri, a Castrignano dei Greci, nel Sud Salento, una chiesa matrice gremita di gente ha salutato per l’ultima volta Antonio Mascello. Ottantaquattro anni imprenditore pioniere e illuminato è il fondatore del Ciak, una delle prime discoteche del Salento e dei Lido dei Pini, uno dei primi (se non il primo) lidi degli Alimini. Alle sue “esequie la festa della riconsegna” come ha ricordato don Salvatore Farì, citando una frase letta in un articolo di giornale, c’erano l’amata moglie Franca, le figlie Annarita e Daniela, la nuora Lucy, i generi Gigi e Gianfranco, i nipoti e i parenti. Un funerale commosso.

Chiesa gremita

Per l’ultimo saluto a Mesciu ‘Ntoni, chiamato così unanimemente e in forma di rispetto, c’erano proprio tutti: i suoi concittadini, i suoi amici, i conoscenti, i suoi collaboratori più fidati e non solo, i dj, i tecnici, i fonici, i buttafuori che con lui hanno condiviso tantissimi successi e tante serate in discoteca o tante giornate di lavoro al mare.

Il dolore per la perdita del figlio Giuseppe a soli 52 anni

La sua vita è stata lunga e piena di successi, ma non sono mancati i dolori come la perdita del figlio Giuseppe nel maggio del 2015, a soli 52 anni per un infarto.
Per tutti Antonio Mascello ha sempre avuto una parola gentile e come ha ricordato il nipote Donato Amato, durante il funerale ripercorrendo i tratti salienti della sua vita, «la sua è stata la storia di chi non molla mai e sa reinventarsi e nella sventura riesce a trovare la chiave del successo».

In pochi, infatti, sanno che, sin da giovane, era afflitto da una malattia ai polmoni che le aveva impedito di continuare il suo lavoro di muratore. La polvere sarebbe stata fatale. A causa di questo problema di salute, anziché piangersi addosso, sin dai primi anni Settanta ha avuto la forza e la lungimiranza di credere nel turismo balneare realizzando agli Alimini il Lido dei Pini, famoso in tutt’Italia e non solo e nella movida con l’apertura, prima del Rosso e Nero e poi del Ciak da oltre 40 anni conosciuta ovunque. Poi negli ultimi anni aveva dato vita, con il figlio Giuseppe, anche al Molo e al Blu Bay a Castro, gestiti dalla nuora e dai nipoti.

Il ricordo del sindaco 

«Mesc’Antoni è stata una persona buona, generosa, di poche parole ma con una grandissima dedizione per il lavoro e soprattutto con una visione e una lungimiranza che non hanno eguali. Queste caratteristiche lo hanno reso un imprenditore unico che ha inciso in maniera determinante sulla storia e sul destino della nostra Castrignano» ha dichiarato in un lungo e accorato post il sindaco di Castignano dei Greci Roberto Casaluci. «Voglio ricordare, in particolare per le nuove generazioni, - ha proseguito Casaluci- il coraggio e l’audacia di un uomo che a partire dagli anni Sessanta, a Castrignano dei Greci, nel profondo sud d’Italia, quando l’emigrazione era spesso l’unica soluzione, ha visto opportunità di sviluppo dove altri invece vedevano solo desolazione e rassegnazione. Con le sue intuizioni, insieme alla sua famiglia, non solo ha creato benessere per tanti concittadini, ma è riuscito anche a dare lustro e notorietà alla nostra Castrignano. Mesc’Antoni ci ha insegnato che non è importante il luogo in cui ti trovi, quello che conta è credere fortemente in quello che fai e metterci tutto l’amore e la passione possibile. I risultati arriveranno, prima o poi».
Un esempio per tutti e infatti in chiesa a salutarlo c’erano persone di tutte le età, tutti salutavano un parente e un amico fidato, perché per tutti lo è stato.

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