Donato Montinaro: per l'omicidio in carcere un uomo e due donne. Adescavano «vecchietti benestanti»

Donato Montinaro: per l'omicidio in carcere un uomo e due donne. Adescavano «vecchietti benestanti»
di Roberta GRASSI
3 Minuti di Lettura
Venerdì 14 Ottobre 2022, 07:22 - Ultimo aggiornamento: 20:18

C'è una svolta nelle indagini sul delitto di Castrì di Lecce. Tre arresti, fra cui due donne, vengono eseguiti in queste ore per l'atroce omicidio del pensionato Donato Montinaro, ex falegmane 75enne, trovato legato e pestato nella sua abitazione di Castrì di Lecce, l'11 giugno 2022. Si tratta di: Angela Martella, 58 anni di Gagliano del Capo; Patrizia Piccinni, 48 anni di  Alessano e Antonio Esposito, 39 anni di Corsano. Secondo quanto emerso avrebbero cercato di appropriarsi del denaro dell'anziano, dopo averlo adescato con altri scopi. Secondo quanto emerso dalle indagini, infatti, le donne avrebbero avuto l'abitudine di "adescare vecchietti benestanti" per spillare loro denaro, in cambio di conversazioni telefoniche dal contenuto erotico. 

Il blitz

All'alba, i carabinieri del Nucleo Investigativo del Reparto Operativo di Lecce che hanno condotto le indagini, stanno dando esecuzione ad un provvedimento di custodia cautelare in carcere emesso dal gip del Tribunale di Lecce, Laura Liguori, su richiesta della Procura della Repubblica salentina, nei confronti di 3 soggetti (di cui 2 donne) e la notifica di un’informazione di garanzia a carico di un quarto soggetto, cui sono contestati i reati, in concorso, di omicidio aggravato e rapina aggravata.

Sono tutti italiani. 

Video

L'inchiesta: una rapina finita nel sangue

L’articolata attività investigativa fatta di intercettazioni e da conseguenti e concomitanti servizi di osservazione e pedinamento, ha consentito agli inquirenti di identificare i soggetti ritenuti responsabili, in concorso, della rapina e dell’omicidio dell’anziano uomo. Numerosi e convergenti sarebbero gli elementi indiziari raccolti dagli investigatori dell’Arma; dalla loro disamina nel corso della tempestiva e mirata attività d’indagine svolta, sembrava evidente che una delle due donne, unica persona in relazione con la vittima, essendo probabilmente a conoscenza delle disponibilità di denaro contante possedute dall’anziano, avrebbe pianificato ed eseguito, con la complicità dei rimanenti indagati, una rapina che poi si sarebbe conclusa col brutale omicidio, intervenuto a seguito di “asfissia da soffocamento diretto per azione combinata di imbavagliamento, incappucciamento e strangolamento con indumenti, lenzuola e nastro adesivo”.

La dinamica: adescato da due donne

Nello specifico, l’evento delittuoso sarebbe così ricostruito: gli indagati dopo essersi introdotti nell’abitazione avrebbero percosso, incappucciato e immobilizzato la vittima legandola mani e piedi, infine si sarebbero allontanati dall’abitazione portando con sé anche un utensile agricolo e una somma di denaro in contanti, non quantificata, che avrebbero prelevato dall’abitazione dell’anziano. Significativi spunti sarebbero stati forniti anche dalle immagini immortalate e acquisite dagli impianti di videosorveglianza presenti su tutto il territorio provinciale; un’area senz’altro molto vasta, ma nella quale, mettendo a sistema orari, passaggi e celle telefoniche agganciate dai telefoni degli indagati, sarebbe stato possibile fare ordine sui tasselli raccolti e ricomporre il puzzle per la risoluzione del caso. Ancora, nel corso dell’attività investigativa, coordinata dal pm Maria Consolata Moschettini, sarebbe emerso che le due donne, erano solite ricercare anziani benestanti ai quali richiedere somme di danaro in cambio di intrattenimenti telefonici ed altro, dimostrando così la loro buona attitudine ad interagire psicologicamente sugli ignari clienti. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA