No all'archiviazione del caso Imid. Il gip: «Su Pepe necessarie nuove indagini»

No all'archiviazione del caso Imid. Il gip: «Su Pepe necessarie nuove indagini»
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Martedì 16 Febbraio 2016, 11:35 - Ultimo aggiornamento: 18:36
Indagini incomplete. E per questo è impossibile procedere all’archiviazione. È quanto dice, in sostanza, il giudice per le indagini preliminari Alcide Maritati nell’ordinanza con cui rigetta la richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero Paola Guglielmi in merito alla vicenda che vede indagato Luigi Pepe, presidente dell’Ordine dei medici, con l’accusa di abuso d’ufficio in relazione al suo rapporto con Mauro Minelli, il medico che diventò il referente dell’ex centro di cura delle patologie complesse da impatto ambientale, l’Imid di Campi Salentina.
Il provvedimento del gip impone ora al magistrato inquirente di procedere a nuove indagini. Il giudice Maritati traccia un percorso: l’ascolto di numerosi testimoni e la trascrizione di conversazioni e dichiarazioni di Pepe e altri soggetti coinvolti. «La vicenda appare ancora troppo poco scandagliata nel suo esatto divenire», e dunque è «necessario ricostruire tutti i passaggi della medesima al fine di verificare l’esistenza di ragioni in capo al Pepe di “avversità” nei confronti del Minelli e/o delle struttura sanitaria da lui diretta». Il pm ha ora 4 mesi di tempo per disporre le nuove indagini.

Il gip ha accolto dunque l’opposizione all’archiviazione presentata dal legale di Minelli, l’avvocato Giuseppe Terragno. Il procedimento riguarda una presunta “forzatura” commessa tre anni fa da Pepe, in occasione della sospensione di Minelli, al quale fu contestato il fatto di essersi attribuito il ruolo di direttore dell’Imid pur non avendo acquisito la qualifica di primario. Minelli si difese sostenendo di essere iscritto all’Ordine dei medici di un’altra città e non di Lecce. E che per questo Pepe non avrebbe avuto competenza sulla sua attività medico-professionale. Peraltro subito dopo quella sospensione, per l’Imid - che sotto la direzione di Minelli era diventato un punto di riferimento nazionale per la cura delle malattie da scompenso del sistema immunitario - iniziò un periodo di declino che culminò con il mancato rinnovo della convenzione con la Regione Puglia.
Nell’ottobre di due anni fa Pepe convocò una conferenza stampa nella quale sparò a zero contro tutti quelli che avevano un ruolo in questa vicenda. E il presidente dei medici, dal canto suo, ha sempre sostenuto una linea: quella, cioè, di voler salvaguardare i pazienti. L’Imid infatti, secondo Pepe era «una struttura fatiscente, in cui non c’era alcuna competenza nella trattazione delle malattie rare. L’Imid, in sostanza, era una casa di riposo. Nient’altro».
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