Case popolari, cambia la legge: “bonus” di due punti agli abusivi

Case popolari, cambia la legge: “bonus” di due punti agli abusivi
di Paola ANCORA
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Martedì 5 Novembre 2019, 07:52 - Ultimo aggiornamento: 16:57

«Si consente agli occupanti abusivi in possesso dei requisiti di partecipare al primo bando di concorso e (...) di regolarizzare la propria posizione (...). Nel caso in cui il concorrente abusivo non risulti collocato in posizione utile, l’occupante può rimanere nell’alloggio con contratto di locazione a canone concordato». Se non si tratta di una “sanatoria” e di un vero e proprio “premio” agli occupanti abusivi di case popolari, poco ci manca. Quello citato è uno dei 29 articoli del disegno di legge 172 approvato dalla Giunta di Michele Emiliano il 2 agosto scorso, legge che si prepara ad approdare in Consiglio. Contiene un pacchetto di misure che, con l’obiettivo chiaro di fare ordine nella perenne emergenza abitativa, finisce per agevolare chi ha violato le regole a scapito di quanti, invece, le hanno sempre rispettate. Anche ingoiando dolore e bisogno. 

La norma sarà tema di confronto domani, in seno alla quinta commissione consiliare permanente della Regione. Vi parteciperanno anche gli Arca pugliesi, i sindacati e l’Anci, chiamati a fornire ai commissari il loro parere sul provvedimento messo a punto dagli assessori alla Pianificazione territoriale, Alfonso Pisicchio, e alle Infrastrutture, Giovanni Giannini. Ma fra gli addetti ai lavori, lungo la prima linea della lotta alle occupazioni abusive - spesso direttamente collegabili all’esercizio del potere da parte di questo o quel clan criminale, come Quotidiano ha raccontato - già serpeggia il malcontento. 

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Il casus belli è costituito, in particolare, dall’articolo 16 del disegno di legge 172. Tale articolo, com’è ovvio, vieta agli assegnatari di cedere l’alloggio a terzi, punendo chi contravviene a questa norma con l’esclusione dall’assegnazione di qualsivoglia altro alloggio o beneficio. Al comma 4, poi, stabilisce che «in deroga, i comuni possono, con il primo bando emanato (...), consentire agli occupanti senza titolo di partecipare al bando di concorso» purché rispettino tre requisiti: si siano messi in regola con i pagamenti, non abbiano sottratto il diritto alla casa ad un altro assegnatario e «non abbiano avuto condanne penali per reati di criminalità organizzata con vincolo associativo collegati alla sussistenza di violazioni gravi» negli ultimi cinque anni dalla data del bando. 

Si parla di situazioni - e ve ne sono centinaia - in cui, per esempio, una famiglia ha perso il diritto a stare in una casa popolare, ma non ha mai sanato la sua posizione, divenendo occupante abusiva. Il disegno di legge 172, poi, al comma 5 dell’articolo 16 stabilisce come «al concorrente che si trovi nella condizione di cui sopra (occupante abusivo, ndr), e che occupa l’alloggio da prima dell’entrata in vigore della legge 80 del 2014 (l’ultima regionale sulle case popolari, ndr), saranno assegnati ulteriori 2 punti oltre ai punteggi» già previsti per stilare le graduatorie. 

«In caso di collocazione utile in graduatoria per l’assegnazione di un alloggio il concorrente sarà dichiarato assegnatario dell’alloggio occupato - ed ecco la “sanatoria” - previo il pagamento dei canoni e dei servizi dovuti alla data di occupazione dell’alloggio, anche in forma rateale».
Come se non bastasse, al comma 7 si specifica che «agli occupanti abusivi collocati non utilmente in graduatoria sarà proposta dall’ente gestore (cioè Arca Sud, ndr) la stipula di un contratto di locazione a canone determinato (...)». 

Insomma se non fossero sufficienti i due punti aggiuntivi a garantire a chi ha occupato una casa di restarci senza problemi, allora la Regione, per il tramite degli Arca, si preoccuperà di offrire agli occupanti un altro alloggio in affitto, a canone ridotto. 
Non stupisce, dunque, che all’articolo 25 la stessa Regione incarichi gli Arca, fra le altre cose, di «creare punti di ascolto per la raccolta di segnalazioni e problematiche legate alla convivenza e all’utilizzo degli spazi comuni» e a «favorire il buon vicinato». 

Perché la Giunta ha fatto questa scelta? A quale logica risponde? Lo spiega l’assessore Giannini: «Le occupazioni si protraggono da anni e anni. Ed è chiaro che, così come non si possono sanare tutte le situazioni, non è nemmeno possibile sbattere tutti fuori. Parliamo di centinaia e centinaia di case: si verrebbe a creare un problema di ordine pubblico. Con questo disegno di legge tentiamo di riportare nell’alveo della legalità chi ha commesso un illecito in passato. La norma dice chi ha occupato abusivamente e, per esempio, non ha ottenuto la sanatoria, possa partecipare al bando e diventare assegnatario dell’alloggio occupato se ha i requisiti per diventarlo. Se non li ha, gli si può comunque offrire un affitto a canone stabilito. Così facendo, ristabiliamo la legalità». Giannini chiarisce che «è il tentativo di uscire da un cul de sac che da decenni non si riesce a risolvere. Tiriamo una linea - conclude - e poi chi occupa o si allaccia abusivamente alla rete elettrica o all’acqua, venga sbattuto fuori». 

Spetterà ai commissari, ai sindacati e agli Arca valutare se il disegno di legge sia legittimo o meno, in ogni sua parte. Ma di certo finirà per alimentare il dubbio che vivere rettamente sia inutile. Alvaro docet.

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