Un ergastolo e una condanna a 23 anni per l'omicidio di Gallipoli del 1990

Il collegio difensivo
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Giovedì 24 Novembre 2016, 16:24 - Ultimo aggiornamento: 17:46
Ergastolo per Marcello Padovano, 55 anni, di Gallipoli dove è conosciuto con il soprannome di “Brioscia”. E 23 anni di reclusione per Nicola Greco , 47 anni, di Lecce, del quartiere “Le Vele” dove lo chiamano con il diminutivo Nico. Sono le condanne inferte dalla Corte d'Assise (presidente Pasquale Sansonetti, relatore Fabrizio Malagnino, a latere i giudici popolari) ai due imputati accusati di aver preso parte all'omicidio di Carmine Greco del 13 agosto del 1990 a Gallipoli, davanti la sua casa di campagna di via Scalelle.
Alle due parti civili costituitesi con l'avvocato Silvio Giradiniero, è stata riconoscosciuta una provvisionale di 100mila euro a testa.
La Corte ha, insomma, recepito quasi integralmente le richieste del procuratore aggiunto Elsa Valeria Mignone: carcere a vita per Marcello Padovano e 28 anni per Nicola Greco.
L'assoluzione di Padovano è stata chiesta questa mattina in aula dall'avvocato difensore Gabriele Valentini, il minimo della pena per Nicola Greco dai difensori Ladislao Massari e Mario Coppola, tenendo conto della confessione in aula in cui sostenne sì di aver accompagnato il sicario diventato poi collaboratore di giustizia Carmelo Mendolia (giudicato con il rito abbreviato, fu condannato a 14 anni), ma che non era al corrente delle intenzioni di sparare ed ammazzare.
L’accusa  aveva richiamato proprio la ricostruzione di Mendolia e quella fatta poi in seguito dal gallipolino Giuseppe Barba, anch’egli componente del clan del boss Rosario Padovano (condannato all'ergastolo nel primo processo) che diede l’ordine di eseguire quell’omicidio. «Tutti gli elementi che ha indicato riscontrabili oggettivamente sono stati tutti positivamente riscontrati», ha spiegato l’aggiunto Mignone riferendosi a Mendolia. «Le dichiarazioni sono state sempre uguali a se stesse, non si è mai contraddetto. Ha detto solo quello che ha ricordato con certezza. Ricordatevi che Nicola Greco non è stato mai individuato fotograficamente da Mendolia. E lo ha detto: sono passati tanti anni, non sono sicuro». Ma, secondo l’accusa, su cosa si sarebbe formata la prova che Marcello Padovano fosse stato il mandante dell’omicidio di Carmine Greco insieme al cugino Rosario?
L’aggiunto Mignone  ricordò che Mendolia ha riferito di un incontro a tre fra lui, Marcello e Rosario Padovano, per decretare la fine di Carmine Greco . “Marcello era l’unico che potesse dargli il mandato, perché Marcello era suo amico. Il suo biglietto da visita è Marcello Padovano, come vi dirà Mendolia”.
Prima dell’inizio della discussione del procuratore aggiunto era stato sentito in video conferenza Rosario Padovano. E se nel processo che lo ha visto condannare all’ergastolo per gli omicidi del fratello Salvatore e di Carmine Greco , aveva indicato come esecutori Luigi Gatto e Tony Foggia, ieri ha detto, ieri ha fatto i nomi di Mendolia e del reoconfesso Nico Greco : ”Per me è particolarmente difficile puntare il dito contro le persone vive. Stavolta, per la prima volta, sto dicendo la verità». Si torna in aula il 6 luglio, il 14 è attesa la sentenza.
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