Carmiano, la ministra Lamorgese consegna alla città un bene confiscato alla mafia: «Dove c'era illegalità, nascerà una casa di cura»

Carmiano, la ministra Lamorgese consegna alla città un bene confiscato alla mafia: «Dove c'era illegalità, nascerà una casa di cura»
di Andrea TAFURO
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Venerdì 8 Ottobre 2021, 20:48 - Ultimo aggiornamento: 9 Ottobre, 13:29

«Una giornata positiva. L'auspicio è che questo diventi un luogo che testimonia la presenza dello Stato, dove vengono forniti servizi a favore della collettività». A parlare è il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese, in visita oggi a Carmiano, comune la cui assise guidata dall'allora sindaco Giancarlo Mazzotta, è stata sciolta per presunte infiltrazioni mafiose nel dicembre 2019, per il taglio del nastro e la consegna alla comunità locale e alle associazioni Avis e Lilt di un’abitazione confiscata alcuni anni fa alla mafia e recuperata per la realizzazione del progetto “La casa della salute”. Si tratta di una abitazione fra gli elementi chiave che hanno condotto al commissariamento del Comune e riconducibile a Lucio Riotti, 55enne già condannato per associazione mafiosa il cui nome compare nell'operazione “Clean Game” sulle slot machine.

In una Carmiano blindata dalle forze dell’ordine, il ministro scortata dalle volanti della Polizia di Stato è arrivata su via Lecce, luogo della cerimonia, intorno alle 17.30, accolta dalla commissione straordinaria a guida del Comune, composta dai due viceprefetti Paolo D’Alessio e Daniela Buccoliero e dal funzionario economico Michele Marcuccio. Il taglio del nastro sotto una pioggia battente alla presenza del procuratore generale della Repubblica, Antonio Maruccia, del prefetto di Lecce Maria Rosa Trio, del questore Andrea Valentino, del comandante provinciale dei carabinieri di Lecce, Paolo Dembech.

Il caso Carmiano


La responsabile del Viminale è poi entrata nel merito dell’intervento dello Stato a Carmiano. «Lo Stato che arriva in un territorio è uno Stato che fa sentire la sua presenza.

In un comune che ha 12mila abitanti è un segnale importante di legalità che ci sia la restituzione alla collettività di un immobile, che leggendo la storia è stato confiscato nel 2013, provvedimento reso definitivo dal Tribunale nel 2015, e siamo arrivati al 2021 perché il Comune sino a quando non è stato sciolto per mafia – ha affermato Lamorgese - ha consentito che fosse impropriamente tenuto dal soggetto a cui era stato confiscato. La consegna di oggi testimonia il prezioso e complesso lavoro dell’Agenzia nazionale per l’amministrazione e la destinazione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata. Dove qui c’era l’illegalità, da domani questo luogo – ha proseguito il ministro - sarà dedicato alla cura delle persone». 

 

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