«Subappalti e favori a imprese colpite da interdittive»: ecco perché il Consiglio di Carmiano è stato sciolto per mafia

«Subappalti e favori a imprese colpite da interdittive»: ecco perché il Consiglio di Carmiano è stato sciolto per mafia
di Erasmo MARINAZZO
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Mercoledì 4 Dicembre 2019, 09:48 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 16:33

Una gestione della macchina amministrativa con criteri poco trasparenti. Nella realizzazione del parco della musica di Carmiano (Lecce) e nella manutenzione del campo sportivo, entrambi affidati ad una impresa poi colpita da interdittiva antimafia. Nella gestione dell'immobile confiscato a Lucio Riotti, per la persistenza nella giunta di un assessore condannato ed affidato ai servizi sociali e per il rapporto ed i crediti maturati con un imprenditore ritenuto vicino al sindaco Giancarlo Mazzotta. E poi quel macigno di indizi dell'inchiesta del pubblico ministero della Direzione distrettuale antimafia di Lecce, Carmen Ruggiero, condotta con i carabinieri del Ros e della Compagnia di Campi Salentina, sul rinnovo del 4 maggio del 2014 del consiglio d'amministrazione della Banca di credito cooperativo Terra d'Otranto (Bcc). C'è tutto questo nelle valutazioni del consiglio dei ministri che l'altro ieri sera ha decretato lo scioglimento del consiglio comunale di Carmiano.

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Sul tavolo dell'esecutivo è confluito il fascicolo con le conclusioni del prefetto Maria Teresa Cucinotta che hanno avallato la relazione della commissione di accesso agli atti amministrativi che aveva concluso i lavori sostenendo la sussistenza del pericolo di infiltrazioni mafiose e del conseguente condizionamento dell'attività amministrativa.
Se ne parla nella parte dedicata agli accertamenti dell'attività amministrativa del Comune di Carmiano guidato dal sindaco Mazzotta, 49 anni, imprenditore, imputato nel processo appena al via che dovrà accertare se è vero che furono fatte pressioni e si ricorse alle minacce, anche attraverso persone legate alla Sacra Unita, durante la campagna elettorale per il rinnovo del consiglio d'amministrazione della Bcc.

Il parco della musica di Magliano, si diceva: lo screening della commissione di accesso agli atti amministrativi ha appurato che l'impresa incaricata dei lavori optò ad un certo punto per l'uso di cemento piuttosto che di asfalto. E che a fornire quel materiale sarebbe stata la Trio Calcestruzzi, colpita a gennaio dell'anno scorso dal provvedimento di cancellazione dalla White list della Prefettura. Le persone ascoltate dalla commissione hanno sostenuto che l'indicazione sarebbe arrivata direttamente dal sindaco Mazzotta.
Vicenda dai contorni simili, quella del campo sportivo. Un subappalto anche questo in un pacchetto di affidamenti che sarebbero andati all'impresa facente capo al presidente del consiglio Daniele Carrozzo. Politico ed imprenditore a cui gli accertamenti della prefettura hanno dedicato un capitolo a parte.

Ed ancora: l'immobile di via Lecce, a Carmiano, confiscato a Lucio Riotti, esponente della criminalità organizzata. Dopo la richiesta di acquisizione risalente a tre anni e mezzo fa, finalizzata a dare una nuova sede alla stazione dei carabinieri e la nota del comando provinciale dell'Arma sulla mancanza dei requisiti minimi, è stato constatato che quell'appartamento sia rimasto inutilizzato e che sulla cassetta della posta ci fosse la targhetta con il nome L.Riotti.

Sintomatica di una gestione non particolarmente attenta al rispetto delle regole, è la segnalazione della vicenda giudiziaria dell'assessore ai Servizi sociali Emanuela Bruno. Fu affidata in prova ai Servizi sociali per la violazione del diritto di autore constatata dalla Guardia di finanza, per avere trasmesso nella sua tabaccheria la partita Chievo-Milan del 13 marzo del 2016. Continuò a fare parte della giunta Mazzotta in quei sei mesi di affidamento in prova.

Infine il presidente del Consiglio, Daniele Carrozzo. E le pendenze con l'amministrazione. Nel 2015 il Comune di Carmiano aveva dato il via al recupero del credito maturato da Carrozzo con la sua Dc Promotion per gli anni 2011-2015, maturati per il mancato pagamento dei canoni per la gestione di alcuni spazi pubblicitari. Se ne discusse nel corso del consiglio comunale del 22 settembre del 2015 per valutare se sussistessero o meno le condizioni per dichiarare l'incompatibilità di Carrozzo. La mozione non passò poiché non fu sostenuta della maggioranza dopo che il segretario comunale, Pierluigi Cannazza, sostenne che il debito di undicimila euro fosse stato saldato. I fatti successivi avrebbero tuttavia dimostrato l'esistenza di altre pendenze: il recupero di poco più di 2.000 euro di oneri di urbanizzazione. Ed i 29mila euro recuperati dall'avvocato Paola Vestito su un debito di circa 77mila euro.

Ogni altra valutazione sul pericolo di infiltrazioni mafiose è stata fatta tenendo conto delle inchieste giudiziarie: nel fascicolo sono confluite anche le dichiarazioni dell'ex boss di Casarano e collaboratore di giustizia Tommaso Montedoro.

E tanto altro.

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