Carlo V, Teatini e Must, nuovo futuro per gli spazi pubblici

Il chiostro del Carlo V
Il chiostro del Carlo V
di Paola ANCORA
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Sabato 26 Maggio 2018, 09:44
«Lavoriamo ogni giorno per riempire di valori antichi e idee nuove la parola Cultura». Dopo giorni di polemiche e accuse, da parte del centrodestra, sulla manutenzione e pulizia del Must e, più in generale, sulle politiche culturali dell’amministrazione, il sindaco Carlo Salvemini affida a un post su Facebook la sua presa di posizione. Nella quale difende l’operato dell’assessore Antonella Agnoli, pur senza nominarla mai, e il lavoro sinergico svolto con altri assessorati, per esempio quello ai Diritti o al Patrimonio.
«Vuoto pneumatico» ha accusato, nei giorni, il consigliere di Fratelli d’Italia, Paolo Perrone. «Politiche culturali abbandonate» ha aggiunto ieri l’intero gruppo consiliare di Forza Italia. E, alle voci della politica, si sono aggiunte anche quelle di alcune associazioni e rappresentanti del mondo culturale cittadino, convinti sia necessaria una svolta. 
«Per noi è politica culturale promuovere il dialogo interreligioso in città; sostenere il valore dell’integrazione con la cittadinanza simbolica ai bambini nati in Italia da genitori stranieri; rafforzare le opportunità di reinserimento dei detenuti - ha scritto il primo cittadino -; investire sulle biblioteche civiche come servizi pubblici essenziali; organizzare un percorso partecipato per definire le attività e la gestione di un bene pubblico coma la Masseria Tagliatelle; definire regole nuove nella concessione degli spazi pubblici che non perché di tutti possono essere utilizzati per tutto e senza condizioni».
Ancora. «Per noi - ha spiegato Salvemini - è politica culturale agire sul tema della cittadinanza intesa come ampliamento della sfera dei diritti, della partecipazione, della espressione, dell’accessibilità. Poi c’è anche, ma non solo, l’organizzazione della stagione teatrale con il Teatro Pubblico Pugliese; la rassegna del Balletto del Sud; la mostra di Elliott Erwitt; le iniziative della Città del Libro; il bando, inedito per Lecce, per finanziare manifestazioni ed iniziative nei quartieri della città; il lavoro silenzioso, ma presto pubblico, per dare un progetto culturale ai Teatini, al Castello, al Must».
Un elenco di attività, alcune realizzate altre ancora in divenire, che l’amministrazione vanta e offre ai cittadini come oggetto di valutazione. «Se questo è un vuoto, come si sostiene - conclude infatti il sindaco Salvemini - sta a voi stabilirlo. Noi lavoriamo ogni giorno per riempire di valori antichi e idee nuove la parola Cultura».
Certo è che, per ciò che riguarda il Must - la “miccia” che ha scatenato le polemiche degli ultimi tempi - il lavoro di riordino sarà imponente e non è ancora stato avviato. Ci sono, per esempio, due regolamenti in contrasto fra loro circa la competenza su manutenzione e pulizia degli spazi: il primo, relativo al funzionamento del museo storico, assegna questi compiti al gestore; il contratto Sac che autorizza, invece, le attività laboratoriali di LeDa all’interno del Must, sottolinea come la competenza e le spese siano del Comune. Con il risultato che non esiste una figura chiara e “immediatamente riconoscibile” che abbia la responsabilità diretta di simili compiti. I dirigenti interpellati a tal proposito, infatti - Paolo Rollo e Raffaele Parlangeli - hanno rimpallato la competenza l’uno sull’altro. 
Presto, dichiara il sindaco, questa situazione sarà chiarita e definita. 
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