L'intervista/Salvemini: «Con le gare più progetti sostenibili e di qualità»

L'intervista/Salvemini: «Con le gare più progetti sostenibili e di qualità»
di Andrea TAFURO
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Domenica 14 Novembre 2021, 10:02 - Ultimo aggiornamento: 10:21

Non ha dubbi il primo cittadino di Lecce Carlo Salvemini: il Piano coste, che presto sarà attivo, e i bandi per le concessioni demaniali - che premieranno i progetti di qualità - saranno due leve eccezionali per le marine del capoluogo salentino. Perché disegneranno un modello di sviluppo integrato e sostenibile. Di più: proprio le marine rappresentano la più concreta opportunità di crescita della città.
Sindaco, il modello di Lecce, di fatto, è stato quello adottato dal Consiglio di Stato.

Come siete arrivati a questa soluzione?
«Volevamo uscire dall'empasse guardando al futuro, nel rispetto delle leggi nazionali ed europee e in linea con il Piano coste che era in via di redazione. Il lavoro dell'assessora Rita Miglietta e del dirigente Maurizio Guido e il supporto prezioso degli avvocati Silvestro Lazzari e Laura Astuto ci hanno consentito di offrire ai concessionari un orizzonte di tre anni per continuare a esercitare la loro attività forti di un titolo edilizio legittimo. Non solo: con la proroga tecnica abbiamo proposto di cooperare per il monitoraggio dell'erosione come avevamo anticipato nel dibattito pubblico per il PCC. Era una mano tesa in un quadro di incertezza non più sostenibile. Alcuni hanno colto l'occasione, altri hanno rifiutato, innescando il contenzioso che ha condotto all'Adunanza Plenaria. Oggi i balneari italiani, in un certo senso, pagano l'ostinazione con la quale alcuni colleghi salentini hanno respinto questa mano tesa. E del caso Lecce si parla in tutta Italia».
Cosa succede adesso? Ci sono rischi per la prossima stagione?
«Attendiamo la sentenza di merito della V sezione del Consiglio di Stato che ragionevolmente si allineerà con la pronuncia della Plenaria. Poi riproporremo una soluzione equilibrata ai concessionari nell'interesse di tutti».
Il Cds, ribadendo un principio che non può più essere contestato, quello della libera concorrenza, mira a stabilire un'equità. Ma può essere in qualche modo tutelata un'imprenditoria che comunque, per decenni, ha svolto un servizio?
«Molti imprenditori che hanno garantito servizi, facendo impresa e profitto su demanio pubblico, sono una risorsa di conoscenza, esperienza e capacità. Mi auguro che questo emerga in una competizione al rialzo sulla qualità e sostenibilità dei progetti che saranno presentati. Penso che i bravi imprenditori balneari saranno in grado di competere con progetti di qualità, insieme agli outsider. Chi ha letto la sentenza ha ben chiaro che esclude premialità o indennizzi per investimenti effettuati dopo il 2010».
Legambiente ha elogiato Lecce per essere uno dei pochissimi comuni pugliesi ad essersi dotato di un piano coste. Che valore aggiunto porterà questo strumento al litorale leccese?
«Il Piano delle Coste, riconosciuto come buona pratica da Legambiente, è un passo in avanti verso un nuovo modello di sviluppo sostenibile. Crea opportunità per tutt: per le imprese, per i giovani con nuove concessioni culturali e sportive, cura il paesaggio, offeso da fenomeni di abusivismo da rimuovere, minacciato dall'erosione costiera e in alcuni tratti nascosto da strutture in muratura da alleggerire. Garantirà nuovi servizi: spiagge libere attrezzate con docce, fontanelle, lettini e ombrelloni a richiesta, più bagni pubblici e parcheggi, chioschi per attività di ristoro e info-point. E naturalmente lidi attrezzati, in numero compatibile con la legge regionale, che stabilisce un equilibrio di 60 a 40 tra spiagge libere e stabilimenti balneari che andrebbe esportato nel resto del paese».
Sarà complicato per l'amministrazione elaborare i bandi? I Comuni hanno già indicazioni sufficienti?
«Dal Consiglio di Stato sono già venute indicazioni stringenti. È fondamentale che il legislatore non si limiti a un riordino delle concessioni ma proponga una legge nazionale sul demanio marittimo che definisca un equilibrato rapporto tra spiaggia pubblica e privata, che consideri la fragilità della costa, sempre più ridotta a causa dell'erosione. Sui bandi penso che i Comuni dovranno confrontarsi con le peculiarità del proprio territorio. Agli aspiranti concessionari, oltre a un canone demaniale equo, potranno essere richiesti servizi per spiagge più accessibili, curate e sostenibili e la collaborazione su tutela ambientale e monitoraggio dell'erosione».
Le proroghe scadono nel 2023. Il Piano coste del Comune di Lecce probabilmente arriverà prima, quindi procederete già con i bandi nel caso di nuove concessioni?
«Ci auguriamo di avere tempo a disposizione dopo l'approvazione definitiva del Piano, per i primi bandi per le nuove concessioni».
Strutture come Lido York raccontano ormai San Cataldo, fanno parte della memoria dei leccesi. Essendo in muratura, questi lidi saranno abbattuti?
«Come per tutte le strutture in muratura costruite quando la spiaggia era più profonda e la sensibilità ambientale diversa si dovrà valutare con il Demanio, a cui appartengono i manufatti, la compatibilità con il paesaggio e la sostenibilità. Sono affezionato ai lidi di San Cataldo, dove ho trascorso bellissime estati. Oggi, come tutti, mi trovo davanti a uno scenario mutato, che vede le coste minacciate dall'erosione. Non possiamo non tenerne conto. Occorre fare in modo che le belle esperienze del passato sopravvivano, adeguandosi ai tempi, e non finiscano sommerse per la nostra incapacità di fare i conti con la realtà».
Le marine di Lecce continuano ad essere un po' le cenerentole del Salento: cosa manca loro e cosa si può fare per un rilancio?
«Il parziale sviluppo turistico delle marine leccesi testimonia il fallimento di un modello basato solo sulle concessioni balneari. Serve invece un progetto integrato, del quale gli stabilimenti sono una tessera del mosaico. Con il Piano delle Coste abbiamo scritto il progetto di sviluppo futuro delle spiagge. Con le infrastrutture primarie (fogna, gas, fibra) abbiamo cominciato a porre le basi dei servizi basilari. Con il Piano casa, oggi congelato dalla Regione, e che abbiamo applicato alle marine altra scelta politica abbiamo creato le condizioni per riqualificare l'ex Bellavista a San Cataldo. Abbiamo i progetti di rigenerazione del programma Lecce è il suo mare. Abbiamo già portato sulla costa iniziative di sport e di cultura. Concorrenza e pari opportunità di investimento potranno accelerare il processo di sviluppo sostenibile delle nostre marine. Che sono la più concreta opportunità di crescita futura della città».
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