«Cara Galatina, giù le mani: il pasticciotto è di tutti». “Rivolta” dei mastri pasticceri contro la città che ha registrato il marchio

«Cara Galatina, giù le mani: il pasticciotto è di tutti». “Rivolta” dei mastri pasticceri contro la città che ha registrato il marchio
di Andrea TAFURO
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Venerdì 18 Settembre 2020, 08:41 - Ultimo aggiornamento: 14:57
«Giù le mani dal pasticciotto». Perché con il dolce simbolo del Salento non si scherza. E lo dicono senza peli sulla lingua - ad esempio - le pasticcerie leccesi Natale e Catamo commentando la richiesta dell'istituzione dei due marchi denominativi Galatina Città del Pasticciotto e Pasticciotto di Galatina.

L'iniziativa che ha suscitato non poche polemiche, nell'intenzione dell'amministrazione comunale di Galatina guidata dal sindaco Marcello Amante andrebbe infatti ad assegnare la paternità del dolce di pasta frolla e crema, frutto pare di un'intuizione di un avo degli Ascalone datata 1745, alla città delle tarante e dei Santi Pietro e Paolo. Un deciso passo in avanti che rischia così di trasformarsi in furto del dolce che nel capoluogo e ai leccesi spesso abituati a degustarlo per le vie del centro o con vista piazza Sant'Oronzo, pare proprio non andar giù.

Il pasticciotto? È solo di Galatina: la città rivendica la paternità del dolce simbolo del Salento

«Il pasticciotto è emblema del Salento tutto - afferma Gabriele Natale, figlio di Lino, mastro pasticcere dell'omonima pasticceria leccese -. Si può discutere su alcune peculiarità della tipologia leccese rispetto a quella galatinese, sulla cottura o sulla forma più bombata, ma non sulla caratterizzazione di un dolce che tradizione e cultura enogastronomica riconoscono al territorio salentino».

E che tra crema e frolla è riuscito a mettere del pepe tra due delle città più rappresentative in termini di produzione. «Forse dal punto di vista commerciale è un bene che se ne parli prosegue Natale ma farei maggiormente attenzione a tutelare l'artigianalità e la tipicità del prodotto che a volte vacilla in favore del marketing. Il pasticciotto, con crema pasticceria e frolla allo strutto, è un patrimonio comune che va tutelato e valorizzato come ogni altra eccellenza del Salento».

Posizione condivisa anche da Antonio Catamo, titolare da diversi anni della pasticceria Alvino in centro città, sorpreso dall'azione intrapresa a Galatina. «Sono curioso di conoscere quale documento attesti data e luogo di nascita del pasticciotto che da sempre appartiene alla cultura e alla tradizione salentina. È un'iniziativa di difficile comprensione prosegue Catamo, già vice presidente dei pasticceri leccesi e nei prossimi giorni mi relazionerò con altri colleghi per affrontare questa situazione. Negli anni abbiamo dedicato impegno e sacrificio per valorizzare un prodotto apprezzato e identificato in tutta Italia come eccellenza del Salento e non vorrei vederlo trasformato in una mera questione di business».

Pasticciotto di frolla e crema pasticcera, riconosciuto a partire dal 1998 nell'elenco dei Prodotti Agroalimentari Tradizionali (PAT), così come sottolineato sui social dal cuoco e gastronomo salentino Massimo Vaglio.
«Galatina, vantando fantasiose primogeniture, si vuole impossessare in esclusiva della appellazione pasticciotto, dolce appannaggio da qualche secolo dell'intera comunità salentina. Un atto illegale scrive Vaglio - in quanto specialità già inserita nell'elenco dei PAT della Provincia di Lecce, il ché gli conferisce tutela giuridica, impedendo a chiunque pubblico o privato di impossessarsi di quella appellazione».

Discussione sui due marchi, ideati per incentivare l'offerta eno-culturale di Galatina, ben presto divenuta di tendenza anche sui social. «Galatina rappresenta da sempre un fiore all'occhiello nella produzione di questo dolce grazie alla maestria di noti pasticceri che ne hanno tramandato la tradizione, ma non per questo sottolinea su facebook un utente - ci si può arrogare il diritto di registrare un marchio senza un supporto scientifico che avalli tale scelta. Avrei affrontato queste tematiche chiosa l'utente - prima di proclamare la registrazioni di due marchi che, di fatto, ad oggi non apportano nulla nel processo di valorizzazione del pasticciotto». E che al momento più che unire sembra dividere i pasticceri del Salento.
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