Oltre 100 persone in coda all'Anagrafe​: arrivano i vigili. L'assessore: «Poco personale»​

Oltre 100 persone in coda all'Anagrafe : arrivano i vigili. L'assessore: «Poco personale»
di Paola ANCORA
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Venerdì 8 Gennaio 2021, 10:56 - Ultimo aggiornamento: 15:52

Il mondo si misura con lo smart working e il lavoro da remoto, nel quale ogni pratica è risolvibile in un clic. Tutto il mondo tranne l'ufficio Anagrafe di Lecce, almeno stando a quanto numerosi cittadini hanno voluto segnalare, indignati, alla redazione del Nuovo Quotidiano di Puglia. Negli uffici di viale Aldo Moro non è ammessa, per esempio, la prenotazione online. «O si arriva entro le 8.15 a ritirare il numeretto, come in salumeria, oppure la risposta degli impiegati è “si presenti un altro giorno”» si sfoga un leccese che, questa mattina, si è dovuto misurare con la coda lunghissima fuori dal portone dell'Anagrafe e con le inefficienze di cui vi rendiamo conto.

Inefficiente dovute, probabilmente, alla cronica carenza di personale alla quale Palazzo Carafa, a causa delle casse in rosso, si trova a fare fronte: lo ammette anche l'assessore e vicesindaco Sergio Signore che personalmente, questa mattina, ha dovuto calmare gli animi e contribuire a smaltire la fila. «Sono rimasto sul posto fino a che l'ultimo cittadino non è andato via - dice -. C'erano forse 100 persone, si sono presentati tutti insieme alle 8 e molti chiedevano il rinnovo della carta d'identità anche se non scaduta. Purtroppo, con tutti i pensionamenti che ci sono stati, agli sportelli abbiamo solo due impiegati». 

Un problema serio, non solo per l'Anagrafe, ma per tutti gli uffici comunali. «Naturalmente - prosegue il racconto di chi era in coda - nel corso della mattinata sono arrivati cittadini convinti che, se l'ufficio chiude alle 12 come è scritto nei cartelli, ci si potesse presentare anche alle 10.

Ma così non è» e la protesta non si è fatta attendere.

Le voci si sono alzate di tono, perché in coda oggi, come ogni giorno, c'erano lavoratori che magari avevano chiesto un'ora di permesso, genitori con bambini al seguito, migranti che avevano problemi di lingua e che non sapevano dove andare a parare. «A queste persone, arrivate dopo le 8.15, non è stato nemmeno assegnato il numero!» hanno aggiunto i cittadini.

L'assessore Sergio Signore garantisce, però, che «tutte le prenotazioni vengono accolte e a qualsiasi ora. Ma a smaltire pratiche e richieste sono in due, quindi ho dovuto convincere chi non aveva urgenza a ripresentarsi un altro giorno. Tutti gli uffici hanno problemi di personale, ma senza una modifica al Piano di rientro non si possono fare assunzioni».

Sul piazzale antistante l'Anagrafe, sono persino arrivati i vigili: sono stati chiamati dagli impiegati del Comune, per impedire quella coda lunghissima all'esterno. Nel linguaggio pandemico cui ci siamo abituati, la coda è infatti diventata assembramento. E per contenere le possibilità di contagio va dispersa, l'ordine riportato in una situazione di caos provocata proprio dall'ufficio. Paradosso del nostro tempo. «Sono arrivato alle 8.18 - conclude la nostra fonte - e mi hanno detto “torni lunedì”. Era la terza volta che mi presentavo all'ufficio e sono sbottato, urlando per cinque minuti. Solo a quel punto mi hanno dato un numero. Dopo un'attesa di due ore, ho fatto». 

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