Caos bus e ritardi a scuola L'ira dei presidi: «Ora basta»

Caos bus e ritardi a scuola L'ira dei presidi: «Ora basta»
di Serena COSTA
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Lunedì 7 Ottobre 2019, 21:35 - Ultimo aggiornamento: 21:36
Fino a 20 minuti di ritardo all'ingresso, cui si aggiungono i 5-10 minuti di uscita anticipata da scuola, per raggiungere il proprio bus. Un'odissea quotidiana che si ripete anche quest'anno e sulla quale i dirigenti scolastici non hanno più intenzione di mediare. Proprio questi ultimi, infatti, ricevono ogni giorno lamentele sia da parte dei docenti salentini, che si vedono entrare in classe gruppi di studenti alle 8.30 invece che alle 8.10, sia da parte dei genitori, che talvolta sono dovuti andare a riprendere i figli rimasti a terra. Non solo ritardi, dunque, ma anche mezzi strapieni e inaccessibili per chi si trova alle ultime fermate di andata e ritorno verso la propria destinazione.
Il siamo alle solite è il commento univoco dei presidi, che ricordano di fare ogni sforzo per adeguare gli orari di ingresso con quelli dei servizi di trasporto pubblico e per evitare disagi ai ragazzi.
Ma la misura è colma.

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Lo spiega bene Anna Lena Manca, dirigente scolastico dell'Istituto d'istruzione secondaria superiore Don Tonino Bello di Tricase (con numerosi indirizzi anche ad Alessano): «Giusto l'altra sera, si è tenuto un incontro nella mia scuola con le famiglie, che ci hanno segnalato pullman stracarichi in partenza da Presicce, così come da Taurisano, che dista solo 30 chilometri da Tricase: quest'ultima tratta impiega la bellezza di un'ora e un quarto e i ragazzi devono partire alle 7 del mattino per raggiungere la scuola. Da Poggiardo, poi, i ragazzi salgono su un mezzo privato, unica soluzione possibile per arrivare con serenità. I nostri ragazzi sono privati della libertà di spostamento ed è un problema, giustamente sollevato anche da altri colleghi, perché non ha senso rendere appetibili le nostre scuole nel Basso Salento, se poi non sono facilmente raggiungibili. La filosofia alla base del traporto pubblico è stata di verticalizzare le linee, strutturandole su Capo di Leuca-Casarano, mentre non si sono mai contemplate le linee trasversali, per collegare segmenti vicini. Alle famiglie che si sono lamentate ho chiesto di riportare il problema nero su bianco, in modo che possa trasferire il documento agli organi competenti», annuncia battaglia la preside Manca.
Stessi problemi per raggiungere Maglie, centro nevralgico del sud Salento. «Per l'ennesima volta il sistema dei trasporti del Salento manifesta tutte le sue carenze commenta Giovanni Casarano, preside del Lanoce di Maglie e rappresentante leccese dell'Associazione Nazionale Presidi e i ragazzi mi riferiscono che non solo arrivano in ritardo, ma che è capitato loro di rimanere a terra, perché gli autisti non si fermano, e giustamente, visto che si creerebbe un problema di sicurezza. Eppure, non è un'emergenza, perché sappiamo quando cominciano le lezioni, c'è un piano coordinato di trasporti e inoltre le moderne tecnologie consentono di avere accesso alla quantità di persone che si mettono in movimento ogni giorno. Le nostre statistiche ci dicono che fanno ritardo anche di 20 minuti i ragazzi provenienti da Gagliano, Tiggiano, Ruffano e Supersano. Chi viene da Calimera, Martano e Soleto si avvale di una ditta di trasporto privata, sopperendo alle mancanze anche della direttrice coperta da treni».

Ma anche raggiungere il capoluogo non è affatto facile, a prescindere dalle distanze. Lo racconta Ada Mazzotta, dirigente scolastico del Galilei-Costa-Scarambone: «Ogni anno, c'è sempre una marea di ragazzi che arriva dopo l'inizio delle lezioni e che chiede di uscire prima: si perdono 10-15 minuti della prima ora e altri 1 minuti dell'ultima. La verità è di questo disservizio incredibile non si riesce mai a venire a capo: anche se adeguiamo gli orari a quelli indicati dalla Provincia, le dinamiche sono sempre le stesse e i problemi riguardano tutte e quattro le sedi che dirigo, compresa Campi Salentina. Cosa possiamo fare di più noi scuole? Le famiglie e i docenti continuano a lamentarsi, ma onestamente non so più cosa rispondere».
© RIPRODUZIONE RISERVATA
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