Arrestato il rapinatore solitario delle poste di Calimera: «Padre di tre figli, disoccupato». Ma gli ottomila euro di bottino sono spariti

Le poste di Calimera
Le poste di Calimera
di Fernando DURANTE
3 Minuti di Lettura
Mercoledì 1 Giugno 2022, 05:00 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 20:09

“Dura lex sed lex”, recita l’antica espressione latina. La legge si è rivelata dura anche con quel 35enne padre di famiglia che, nella giornata di giovedì scorso, «per necessità», come dice la gente, ha messo a segno un colpo da 8 mila euro presso l’Ufficio postale di Calimera. Qualunque sia il motivo della rapina, ora è rinchiuso fra le quattro mura del carcere di Borgo San Nicola, dopo essersi costituito ai carabinieri della locale caserma. Il maltolto, però, è rimasto nelle mani del rapinatore, nel senso che non ha voluto ancora, almeno fino a questo momento, svelare il nascondiglio. 

Disoccupato padre di tre figli

Il giovane ladro è un disoccupato, padre di tre figli, e con due gemelli in arrivo. Una situazione economica drammatica, la sua: tante bocche da sfamare e nemmeno un euro nelle tasche. Poi ci è messa di mezzo anche la sfortuna: i pochi risparmi, frutto del lavoro di emigrante in Germania, pare, se ne siano volati per un congruo anticipo dato all’impresa che avrebbe dovuto avviare i lavori di recupero di una vecchia casa acquistata in Corte san Calimero. L’uomo sarebbe stato raggirato dalla ditta e, comunque, quei soldi dati in anticipo sarebbero svaniti nel nulla. Immaginabile, quindi, la disperazione di un padre alla ricerca di un sostentamento per la famiglia che andrà ad aumentare, a breve, tanto da indurlo a pensare di mettere in pratica una rapina. 

La dinamica della rapina


“Un povero diavolo disperato”, giustifica la pietas della gente. Ma, non giustificata dalla legge, come si diceva. Il reato di cui si è macchiato il giovane padre risale a giovedì scorso-26 maggio. Quando, intorno a mezzogiorno, momento di minore presenza dei clienti nell’Ufficio postale, armato di taglierino, aveva fatto irruzione nell’Ufficio intimando a tutti i presenti di stare calmi che non sarebbe accaduto nulla. Cosa verificata, poi. Aveva arraffato tutti i soldi contenuti nella cassa, e si era dileguato facendo perdere le sue tracce. 
«Ma non si può fare una rapina in solitaria, lasciando all’esterno la macchina in moto» aveva sottolineato un cliente presente all’episodio, rilevando l’ingenuità del rapinatore. Tant’è che, avvalendosi del contributo della registrazione delle telecamere all’esterno ed all’interno dell’Ufficio e della descrizione dei presenti, i carabinieri della locale caserma, attraverso un lavoro immediato quanto impegnativo, sono arrivati ben presto ad individuare chi poteva aver potuto mettere a segno il colpo, fino all’epilogo. 

Si è costituito 


Per giorni gli hanno fatto sentire il fiato sul collo, quella pressione psicologica che, ad un certo punto, ti fa sentire accerchiato e ormai senza scampo. E tanto hanno fatto che sono riusciti a indurlo a costituirsi.

Secondo le voci che circolano in paese, l’uomo si sarebbe nascosto per qualche giorno nella casa del suocero, a Caprarica di Lecce, a circa tre chilometri dal luogo della rapina. Poi si è pentito e si è presentato liberamente alla stazione dei carabinieri, che subito dopo lo hanno trasferito in carcere.

© RIPRODUZIONE RISERVATA