«Cani denutriti». Bufera su un canile, trasferiti altrove gli animali

«Cani denutriti». Bufera su un canile, trasferiti altrove gli animali
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Mercoledì 31 Ottobre 2018, 16:54 - Ultimo aggiornamento: 18:14
«Cani denutriti e tenuti in condizioni igienico-sanitarie del tutto precarie». Per questo il Comune di Nardò ha deciso di trasferire i 52 cani ospitati nel canile di Castrì di Lecce in altre strutture della provincia (Corigliano e Casarano). A seguito di varie segnalazioni nel corso degli ultimi mesi, infatti, lo scorso venerdì c’è stato un sopralluogo da parte della Polizia Locale, delle guardie zoofile, del consigliere delegato al Randagismo Gianluca Fedele e di un veterinario ausiliario di polizia giudiziaria, che hanno certificato quanto si temeva, cioè una gestione assolutamente irrispettosa degli animali: senza cibo, tra sporco ed escrementi, in qualche caso in precarie condizioni di salute. Dopo aver informato la Procura della Repubblica di Lecce e di concerto con la stessa, il comandante della Polizia Locale Cosimo Tarantino ha disposto il trasferimento altrove dei cani di proprietà del Comune di Nardò e ha informato le altre tredici amministrazioni comunali della provincia che utilizzano il canile di Castrì. Il trasferimento di una parte dei 52 cani è avvenuto stamattina a bordo di mezzi attrezzati delle guardie zoofile e delle associazioni di volontariato, gli altri saranno spostati nei prossimi giorni.

«Purtroppo le segnalazioni dal mondo del volontariato che avevamo ricevuto erano fondate - spiega il consigliere delegato al Randagismo Gianluca Fedele - abbiamo trovato una situazione indecente, con quasi tutti i cani in precarie condizioni di salute, senza cibo e tenuti tra sporco ed escrementi. Un brutto colpo anche per noi, che tra mille difficoltà stiamo portando avanti una politica molto responsabile sul randagismo e sulle tante problematiche connesse. Inevitabile il trasferimento dei nostri 52 presso altre strutture, allo scopo di tutelare la loro salute. Ringrazio per l’aiuto concreto e il sostegno le guardie zoofile e l’associazione “Mai più randagio”. Sarà compito della Procura ovviamente accertare le responsabilità di tutto questo».

 
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