Bruciano macchia e uliveto secolare. Quattro i focolai: c'è un sospetto

Bruciano macchia e uliveto secolare. Quattro i focolai: c'è un sospetto
di Francesco DE PASCALIS
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Sabato 17 Agosto 2019, 08:39

Quattro focolai, per essere sicuro di non fallire nel loro intento di devastare il territorio. Ma come nei migliori gialli, il piromane che ha messo fuoco a una grande area in zona Serra degli Angeli, a Porto Cesareo, potrebbe essere stato beccato il giorno dopo, proprio sul luogo del delitto ambientale. Con la scusa di ripulire una zona incolta, dando fuoco ad alcune sterpaglie, sarebbe tornato sul luogo del delitto. E così è finito seriamente nei guai un uomo del posto, che intanto è stato denunciato, ma la sua posizione in relazione all'incendio che il giorno di Ferragosto ha devastato la costa ionica, è ora al vaglio dei carabinieri della stazione di Porto Cesareo.

Sotto la lente dei militari è finito un incensurato del luogo. Si cerca ora di capire se ha qualcosa a che vedere con il vasto incendio di giovedì pomeriggio, che ha visto andare in fumo circa 14 ettari di macchia mediterranea e quasi cento alberi secolari di ulivo, peraltro non intaccati dalla xylella e di proprietà di un agricoltore della zona. Saranno le indagini, che potranno contare sul supporto delle immagini di alcuni apparecchi di videosorveglianza presenti in zona, a dare risposte. Forse i filmati hanno immortalato movimenti sospetti. Di certo aiuteranno a stabilire se l'uomo a bordo di uno scooter di colore scuro, già intravisto a più riprese e ricercato dal giorno di Ferragosto, è lo stesso segnalato ed interrogato nel primo pomeriggio di ieri. Quel che è certo è che i vigili del fuoco presenti in zona con quattro squadre e 14 uomini, insieme con gli uomini dell'Arif e della Protezione civile, hanno individuato ben quattro focolai e, accanto ad essi, le chiare tracce delle ruote di uno scooter.

Il forte vento di maestrale ha permesso alle fiamme di avanzare velocemente. L'incendio, partito attorno alle 15.30, è stato domato solo dopo sei ore di duro lavoro, anche grazie all'intervento dei canadair. Sul posto sono state ritrovate diverse tracce di ruote con ogni probabilità appartenenti ad uno scooter scuro, probabilmente utilizzato da uno o più piromani, per gli spostamenti utili ad appiccare l'incendio in punti diversi della macchia cesarina. Il rogo ha anche lambito il bosco che caratterizza la riserva regionale orientata Palude del Conte e Duna Costiera ed alcune case, per le quali non è stato comunque necessario procedere all'evacuazione. Anche il bosco è stato salvato dagli operatori che hanno lavorato incessantemente, una volta spente le fiamme, nelle operazioni di bonifica, per scongiurare che da qualche carbone ancora ardente potesse svilupparsi un nuovo focolaio.

La zona è oggetto delle continue attenzioni dei piromani. Appena due anni fa, nell'estate del 2017, un altro vasto incendio aveva colpito la stessa zona, colpendo mortalmente la flora e la fauna di un territorio vasto, sito lungo il litorale costiero nord cesarino, quasi al confine con la provincia di Taranto, precisamente lungo la provinciale che da Torre Lapillo conduce a Torre Colimena.

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