Bonaccini a Lecce: «Pd, alleanze sui programmi e non a tavolino»

Bonaccini a Lecce: «Pd, alleanze sui programmi e non a tavolino»
di Matteo BOTTAZZO
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Sabato 7 Gennaio 2023, 20:11 - Ultimo aggiornamento: 20:22

Stefano Bonaccini, presidente della Regione Emilia Romagna, e candidato alla segreteria nazionale del Pd, ai teatri Koreja di Lecce, questa sera, ha incontrato gli esponenti del centrosinistra salentino. Presenti diversi sindaci del territorio ed esponenti del governo regionale, primo tra tutti il presidente della Regione Michele Emiliano.

Bonaccini sulle alleanze

«Le alleanze sono indispensabili, però si fanno sui programmi e quindi avremo modo di discuterne. Se il Pd è in salute e in forma anche gli altri saranno costretti a fare i conti con noi. Per cui nessuna preclusione verso nessuno, ma dall'altra nessuno schema a tavolino perchè le alleanze si fanno sui programmi. Noi abbiamo realtà nel Paese dove si governa con i 5stelle e altre no, come la mia Regione - ha aggiunto - Non possiamo immaginare uno schema che riduca le future alleanze, a partire da quelle politiche, con un sì verso qualcuno e un no verso qualcun altro». «Noi - ha proseguito - dobbiamo precisare la nostra identità. Io credo che il Pd debba riscoprire la propria vocazione maggioritaria che è il contrario della autosufficienza. Anche perchè ci vorrebbe un folle a pensare che il Pd si candidi da solo in un Comune, in una Regione o nel Paese. Anzi, l'ultima volta essendoci candidati quasi da soli avete visto che nonostante fossimo il secondo partito nel Paese abbiamo perso le elezioni». 

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Un Pd più popolare

«C'è bisogno di un Pd più popolare che ritorni di più dove le persone vivono, lavorano, studiano, producono cultura, soffrono, si divertono.

Serve un Pd che stia di più nei luoghi reali della società. Ho l'impressione che questo non l'abbiano dimenticato i sindaci, i presidenti di Regione, chi amministra il territorio, mentre a Roma se ne sono un poco dimenticati. È anche per questo che nel gruppo dirigente che farò, se dovessi diventare segretario nazionale ci saranno tanti amministratori , tanti dirigenti del partito nel territorio, perché abbiamo bisogno di portare un pò più di rappresentanza vera a Roma».

«Sapete che da troppi anni - ha aggiunto - non vinciamo più le elezioni nazionali e pure governiamo più dei due terzi dei Comuni e dei territori. Vuol dire che le stesse persone che non ci votano alle politiche quando si vota per i territori danno fiducia ai nostri candidati e candidate. Vuol dire che abbiamo una classe dirigente pronta che è stata tenuta troppo tempo in panchina». La Puglia, ha concluso, è una regione che «dimostra proprio come questo ragionamento sia valido: si raccolgono tanti consensi quando si amministra, e questo vuole dire che chi sta amministrando, come la Regione, il comune di Bari o di Lecce o tanti altri Comuni , dimostra che si può vincere davvero e battere la destra». «In Puglia - ha concluso rispondendo ad una domanda sulla situazione locale del partito - vedo che succede che abbiamo vinto quasi tute le elezioni e quindi mi pare che sia una terra in salute dal punto di vista del Pd». 

La linea sull'Autonomia

«La bozza Calderoli non va bene perchè innanzitutto non è condivisa con la Conferenza delle Regioni. Il ministro ha legittimità a nome del governo a proporre qualcosa, ma non può essere che a noi debba andare bene solo perché viene proposto dal governo. Peraltro ho l'impressione che dalle parti di Fratelli d'Italia questa proposta non piaccia granchè viste le reazioni anche di loro governatori». Lo ha detto il presidente della Regione Emilia Romagna e candidato alle primarie del Pd, Stefano Bonaccini, rispondendo a domande di giornalisti a margine di un incontro a Lecce. «Se qualcuno ha in mente di dividere il Paese, non solo noi non siamo d'accordo, ma non se ne farà nulla - ha detto ancora - d'altra parte abbiamo visto che nell'ultima conferenza delle Regioni, alla presenza del ministro Calderoli, quando io e Michele Emiliano siamo intervenuti, abbiamo preso gli apprezzamenti anche di altri presidenti delle Regioni del sud non solo quelle governate dal centrosinistra, ma anche dal centrodestra, penso a Calabria e Abruzzo». «La proposta di autonomia differenziata che anche il Partito democratico ha fatto a livello nazionale con un lavoro che abbiamo fatto io, Michele Emiliano e Vincenzo De Luca in particolare - ha aggiunto poi rispondendo ad una domanda sulla conciliabilità della posizione della Regione Emilia-Romagna con quella del Pd sull'autonomia - è ormai coincidente. È una proposta che non dice 'nò a prescindere, anche perchè sarebbe un regalo alla Lega e alla destra, ma pone delle condizioni ben precise». «D'altra parte - ha proseguito - noi immaginiamo una autonomia differenziata che potrebbe diventare una occasione per vedere riduzione di burocrazia, e soprattutto programmabilità delle risorse e degli investimenti».

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