Ai bambini: «Vi facciamo mordere dai cani». Arrestate quattro maestre in una scuola materna. Una è salentina

Ai bambini: «Vi facciamo mordere dai cani». Arrestate quattro maestre in una scuola materna. Una è salentina
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Venerdì 26 Ottobre 2018, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 27 Ottobre, 21:53
C'è anche una 52enne della provincia di Lecce - L.M. le sue iniziali - tra le quattro maestre della scuola materna "Montessori" di Capurso, arrestate all'alba dai carabinieri di Bari perché accusate di maltrattamenti sui piccoli scolari. Le quattro maestre, come accertato dai carabinieri anche attraverso l'uso di telecamere, sia autonomamente che in concorso, nell'anno scolastico 2017/2018, mortificavano e picchiavano i piccoli alunni.
I bambini venivano strattonati fino a farli cadere, schiaffeggiati o costretti a rimanere in un angolo della classe con il volto rivolto verso il muro o con le mani dietro la schiena, per periodi prolungati. Le maestre minacciavano i bambini, dicendo loro che "sarebbero stati legati con la corda", che "avrebbero avuto le botte". A questo seguivano anche offese e mortificazioni.

SPINTI FINO A FARLI CADERE. In particolare, i Carabinieri hanno appurato che le maestre sistematicamente per esercitare la loro funzione di insegnante spintonavano i piccoli alunni, li strattonavano, a volte li trascinavano fino a farli cadere, li urtavano ed in alcuni casi li percuotevano con schiaffi alle braccia e sul volto. Ai piccoli, veniva imposto di rimanere con il capo riverso sul banco, in posizione sottomessa ed in caso di rifiuto erano costretti con forza a tenere tale posizione.

"VI FACCIAMO MORDERE DAI CANI" Altre 'punizioni' consistevano nell'imporre ai bambini a rimanere in un angolo della classe con il volto rivolto verso il muro, a volte con le mani dietro la schiena, per periodi prolungati. Le maestre minacciavano inoltre i bambini, intimorendoli che sarebbero stati legati con la corda, che sarebbero stati picchiati, che sarebbero stati portati in caserma dai Carabinieri dove un cane li avrebbe morsicati. I bambini erano inoltre mortificati platealmente, ed offesi con frasi come «monelli, cattivi, scostumati, maleducati, monellacci di strada, rimbambiti, pappamolli». 

A fare scattare le indagini dei militari, avviate nel dicembre dello scorso anno, sono state le continue lamentele pervenute dai genitori dei piccoli, sui quali erano stati rilevati alcuni lividi e che, a causa dei maltrattamenti, erano stati costretti a cambiare istituto nel corso dell'anno, dimezzando di fatto il numero della classe. Alcuni di piccoli tornavano a casa addirittura sporchi di cacca e di pipì. Per fugare i terribili sospetti che gli scolari fossero vittime di violenze, così, nel marzo successivo, d'intesa con la Procura, fu deciso di installare delle microcamere, per riprendere ciò che avveniva nel chiuso dell'aula.
Occhi nascosti che, per due mesi, sino al maggio scorso, hanno consentito di documentare i bruschi modi d'insegnamento adoperati dalle quattro maestre, facendo emergere il clima di terrore e violenza che imperava nella classe. Nei video registrati dagli investigatori, infatti, si vedono i bimbi mentre venivano strattonati, trascinati fino a cadere, presi a schiaffi su testa e braccia. Oppure, ancora, costretti a subire punizioni esemplari davanti agli occhi dei compagni, come tenere la testa per ore chinata sul banco, sbattendola con forza sullo stesso quando i piccoli osavano ribellarsi e alzare il capo. Alle violenze fisiche, poi, come emerso dalle registrazioni audio e video, si aggiungevano anche gli insulti, le minacce e le umiliazioni giornaliere. Passando dai vari rimbambiti e pappemolli alle minacce di avere le botte, di essere legati con una corda o di essere portati in caserma dai carabinieri, dove un cane li avrebbe morsi. La maestra salentina e le colleghe baresi finite ai domiciliari erano state assunte nella scuola con contratti di supplenza annuale: tre di loro, nell'anno scolastico in corso, stavano lavorando in altre scuole dell'infanzia, mentre l'ultima era rimasta in servizio nell'asilo teatro delle violenze. Da ieri, però, sono tutte ai domiciliari.
 
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