Bilancio, Patti e Giannotta si dimettono da capigruppo. Scossa in maggioranza

Bilancio, Patti e Giannotta si dimettono da capigruppo. Scossa in maggioranza
di Francesca SOZZO e Stefania DE CESARE
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Venerdì 2 Aprile 2021, 08:31 - Ultimo aggiornamento: 17:27

Passa il Bilancio di previsione a Palazzo Carafa ma il sindaco deve fare i conti con la sua stessa maggioranza che lo accusa di mancato coinvolgimento e confronto con le forze politiche nell'elaborazione del Bilancio.

LE DIMISSIONI DI PATTI E GIANNOTTA

Pierpaolo Patti e Marco Giannotta si dimettono da capi gruppo di Lecce Città Pubblica e Noi per Lecce, seppur votando a favore per la manovra economica e restando nei confini della maggioranza.
Una scelta che già poche ore prima dell'assise comunale era stata comunicata ad un sindaco che più di qualcuno definisce nervoso, anche perché l'intenzione dei due consiglieri era quella di aderire al Gruppo Misto (anche se loro smentiscono) di cui fanno parte attualmente Adriana Poli Bortone e Antonio Finamore.

LE OPPOSIZIONI


«Oggi abbiamo votato il documento unico di programmazione e gli atti propedeutici al Bilancio di previsione, atti che appartengono a tutti - ha detto Patti nel suo intervento - Non solo a noi della maggioranza ma anche all'opposizione, non solo alla giunta ma anche e soprattutto all'assise consigliare. Non sono insomma la rivelazione di qualche antico e oscuro mistero», ha aggiunto il consigliere. Un Bilancio certamente difficile che deve tenere conto anche degli effetti della pandemia «ma per uscire da questa situazione la città ha bisogno di tutti noi, di tutte le forze di maggioranza: come diceva sempre Carlo Salvemini in campagna elettorale se vuoi andare veloce corri da solo, se vuoi andare lontano corri con gli altri», ha ricordato Patti nell'annunciare il voto favorevole al Bilancio e ha aggiunto: «Sento il dovere di dire, al sindaco in particolare, che di questo Bilancio condivido pienamente lo spirito, la fatica, la complessità, ma non il metodo che ha portato alla sua costruzione». Poi l'annuncio delle dimissioni da capogruppo. Sulla stessa linea anche il consigliere Giannotta: «Concordo con le sue parole, sindaco: percepisco le sue difficoltà nel fare i conti con questo documento - ha detto in Aula - e quando dice che ci deve essere consapevolezza piena che dovrebbe animare noi consiglieri nell'approvazione di questo atto. Ma, sindaco, la consapevolezza piena passa dalla conoscenza, dal confronto, dalla condivisione della strategia che è alla base dell'atto. Consapevolezza che oggi non riesco a tracciare perché è mancato il momento di condivisione». Anche l'intervento di Giannotta si è concluso con le dimissioni da capogruppo di Noi per Lecce. Alla base del malcontento in realtà ci sarebbero vecchie frizioni legate alle scelte del sindaco nel rimpasto di giunta dopo le dimissioni di Alessandro Delli Noci e l'ingresso dell'assessore Marco Nuzzaci. Il due consiglieri hanno garantito che continueranno ad appoggiare la maggioranza, ma il dibattito politico sembra essere solo all'inizio.

IL BILANCIO E LE NUOVE PERDITE


Intanto il Consiglio vota il Bilancio segnato ancora una volta dalla manovra di riequilibrio. «Situazione complicata. Chiederemo al Governo una possibile riscrittura della manovra di equilibrio in considerazione della riduzione personale». È l'annuncio fatto dal sindaco Carlo Salvemini. A gravare sulle casse oltre ai 46 milioni di euro ovvero la somma del totale di accantonamento che il Comune deve mettere nero su bianco per proseguire nel risanamento dei conti e ai circa 6 milioni di euro annui per la riduzione di quote di deficit degli anni passati anche la drastica riduzione delle entrate in conseguenza della pandemia, e che ammonta a circa 3,5 milioni di sanzioni in meno, 500mila euro in meno di Irpef, oltre a riduzioni in termini di Imu e altre minori entrate. «Abbiamo costruito un bilancio in emergenza ha dichiarato Salvemini -. Ogni anno siamo costretti a privarci di risorse che, con gestioni passate più oculate, avremmo potuto mettere a disposizione della nostra politica. In più dobbiamo fare i conti con un'emergenza pandemica che ha provocato un impoverimento economico». Il sindaco ha ricordato il problema delle assunzioni: 300 le unità in meno del personale rispetto alla pianta organica che non possono essere coperte a causa del blocco del turnover. «Saremo impegnati nei prossimi mesi a una verifica e valutazione di possibile riscrittura della manovra di equilibrio alla luce soprattutto della riduzione del personale ha annunciato il sindaco -. Dobbiamo agire nell'interlocuzione con il Governo affinché, pur rispettando gli obblighi di riordino di equilibrio, ci metta nelle condizioni di poter rafforzare la macchina amministrativa. Diversamente saremo in grandissima difficoltà». Polemiche dall'opposizione: «Impensabile che l'introito della tassa soggiorno superi di quasi mezzo milione l'incasso del 2019 ha sottolineato Arturo Baglivo del M5S -. Rimane l'incertezza sui debiti fuori bilancio su cui si deve porre rimedio». «Per il 2021 abbiamo oltre 4 milioni di spesa corrente in più pur avendo il 10% in meno del personale, ridotto i mutui e trovandoci in un anno di pandemia - ha attaccato Roberto Giordano Anguilla di Fratelli d'Italia -. Di contro nel 2022 avremo 23 milioni in meno, un numero enorme per un comune come Lecce. Alla voce lotta all'evasione è stata inserita una cifra pari a 11,5 milioni di euro tra Imu e Tari che difficilmente recupereremo. E nel frattempo l'amministrazione accumula disavanzo». Critiche anche dai consiglieri Poli Bortone e Pasquino: «Abbiamo discusso il provvedimento solo un'ora in commissione. Il sindaco non ha rispetto del ruolo del consigliere».
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