Frode con crediti di imposta inesistenti: la Guardia di finanza sequestra beni per oltre due milioni di euro a società leccese

Sponsor alla società calcistica "Reggina 1914 srl" per oltre 800mila euro

Frode con crediti di imposta inesistenti: la Guardia di finanza sequestra beni per oltre due milioni di euro a società leccese
2 Minuti di Lettura
Mercoledì 12 Ottobre 2022, 08:37 - Ultimo aggiornamento: 22:06

Frode con crediti di imposta inesistenti: la Guardia di finanza sequestra beni per oltre due milioni di euro a società leccese. Un imprenditore edile barese avrebbe creato un circuito fraudolento volto alla circolazione, monetizzazione e/o utilizzo in compensazione di crediti d'imposta inesistenti. Lo hanno accertato i finanzieri del Nucleo di Polizia Economico-Finanziaria di Bari che hanno eseguito un decreto di sequestro preventivo d'urgenza, emesso dalla Procura della Repubblica del capoluogo pugliese, in via diretta, delle disponibilità finanziarie di una società con sede a Lecce e, per equivalente, i beni del suo rappresentante, per un valore complessivo di circa 2,3 milioni di euro.

Profitto derivante da riciclaggio

Si tratta del profitto presunto derivante dal riciclaggio e dall'impiego, come ipotizzano gli investigatori nelle ipotesi di reato, di denaro, beni o utilità di provenienza illecita. L'azienda "Unica srl", di cui è titolare l'imprenditore 49enne Alessandro Trerotoli, è stata destinataria, lo scorso 9 giugno, di un sequestro di beni e crediti di imposta per un valore di oltre 140 milioni di euro che costituirebbero il profitto e il prodotto dei reati di emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebita compensazione, riciclaggio, beni o utilità di provenienza illecita.

Gli approfondimenti investigativi successivi avrebbero accertato che la ex moglie dell'imprenditore, Lidia Lezzi 48enne, avrebbe ricevuto denaro proveniente dalla monetizzazione di parte dei crediti inesistenti, impiegando parte delle liquidità così ottenute nell'attività economica della Dalia srl con sede a Lecce, che si occupa della fabbricazione di articoli elettromedicali, di cui è amministratore unico.

In tale contesto sarebbe, inoltre, emerso che la società calcistica "Reggina 1914 srl" avrebbe ricevuto dalla srl barese, a titolo di permuta, quale pagamento di una sponsorizzazione, un credito fiscale ritenuto fittizio pari a 703.913,40 euro, oltre Iva, utilizzato, nell'aprile 2022, per compensare debiti tributari e previdenziali relativi ai periodi di imposta dal 2016 al 2020.

La circostanza è stata segnalata dalla Procura della Repubblica, per le valutazioni di competenza, alla Covisoc (Commissione di Vigilanza sulle Società di Calcio) della Federazione Italiana Giuoco Calcio (Figc). I militari del Nucleo di polizia economico finanziaria di Bari hanno anche eseguito, su disposizione della Procura, decreti di perquisizione nelle sedi legali e operative della società leccese e della Reggina 1914 srl, al fine di reperire documentazione utile allo sviluppo delle indagini. 

© RIPRODUZIONE RISERVATA