Banda larga, tutto pronto: "Ma mancano gli investimenti delle imprese"

Lavoro al computer
Lavoro al computer
di Paola ANCORA
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Mercoledì 1 Giugno 2016, 07:15 - Ultimo aggiornamento: 13:33
Banda larga, fatta la rete, mancano ancora i collegamenti. I lavori per la realizzazione dell’“autostrada tecnologica” voluta dalla Regione, lavori appaltati alla Telecom, procedono spediti. A Lecce sono stati completati e coprono l’intera Area di Sviluppo industriale. Ma sebbene «l’asse principale sia stato realizzato e l’investimento pubblico si sia ormai compiuto, è quello privato, a valle, che manca». A parlare è il presidente dell’Asi di Lecce, Angelo Tondo.

«Ci stiamo attivando - dice - per individuare possibili fondi di finanziamento che consentano alle imprese di collegarsi alla rete». Sono gli imprenditori, insomma - è la lettura di Tondo - che non hanno ancora fatto il loro debutto nel mondo della banda larga. Vuoi per problemi di budget, giacché collegarsi alla rete costa, vuoi perché passare da un “mercato tradizionale” a quello, più complesso, del digitale, è arduo. Quasi per tutti.

La Regione, per prima in Italia, ha investito nella banda larga oltre 61,7 milioni di euro. Altri 33,3 li ha messi sul piatto Telecom, che si è aggiudicata i lavori nella gara d’appalto indetta dal ministero per lo Sviluppo economico tramite Infratel Italia per la realizzazione di 5.248 chilometri di rete in fibra ottica dal Gargano a Leuca. Al termine dei lavori, i Comuni serviti saranno 148 - 45 di questi sono salentini - per un totale di 2,7 milioni di abitanti. Parliamo dell’88% di copertura del territorio regionale. A febbraio, l’avanzamento dei lavori superava il 50% e, in particolare nelle zone industriali di Casarano, Copertino, Galatina, Gallipoli e Nardò, inserite nel bando insieme ad altre 66 Aree di sviluppo industriale pugliesi, l’avanzamento tecnico superava il 65%. Si sarebbe potuto procedere anche più rapidamente, però, se soltanto tutti i Comuni e la Provincia, e in qualche caso anche le Asi, avessero dato seguito alle Conferenze dei servizi e garantito il rilascio dei permessi in tempi rapidi. C’è ancora qualche ritardo da parte di alcuni Comuni» dice l’assessore regionale Loredana Capone. E c’è, poi, anche la resistenza delle imprese a investire negli allacci, almeno nel Comune di Lecce. «L’accesso al servizio ha un costo - continua Capone - ma le imprese devono avere consapevolezza dell’utilità di questo bene. Si tratta di una vera e propria sfida culturale. Non basta che ci sia l’infrastruttura tecnologica perché il territorio sia “connesso”. Occorrono allacci e servizi, che devono essere garantiti dalle imprese tecnologiche e informatiche. Molto dipende direttamente dall’iniziativa delle aziende, anche se posso garantire che la Regione continuerà ad aiutare l’economia, anche attraverso bandi specifici».
La rete in fibra ottica alla quale si lavora oggi, infatti, sarà accessibile e fruibile da qualunque operatore di telecomunicazioni e consentirà ai cittadini l’accesso a internet con velocità superiore a 30 Mbps, mentre per le circa 1.700 sedi della Pubblica Ammistrazione il collegamento in fibra ottica consentirà l’accesso alla rete a velocità superiori a 100 Mbps e oltre. Una rivoluzione che potrebbe portare con sé infinite possibilità di crescita e, quindi, anche di occupazione, se sul “tronco” principale realizzato da Regione e Telecom si innestassero, presto, le risorse e le idee del mondo delle imprese.
Un’opportunità della cui importanza è ben consapevole il presidente di Confindustria Lecce, Giancarlo Negro. «Indubbiamente - dice - la banda larga è una infrastruttura necessaria, al di là delle singole situazioni delle imprese. Oggi non si può prescindere da questa tecnologia e, anzi, il nostro territorio arriva molto in ritardo e colma oggi un gap importante. La situazione attuale è molto disomogenea nelle varie Aree di Sviluppo industriale - aggiunge - ma dopo aver realizzato la rete, occorre lavorare anche sulla cultura dell’innovazione digitale. Un lavoro che, adesso, va certamente implementato».
Confindustria, quindi, sarà impegnata su questo fronte nei prossimi mesi, «perché indubbiamente - continua il presidente degli industriali salentini - l’economia sta cambiando con grande rapidità e le imprese devono far fronte a una infinità di problemi, fra i quali anche quello di innovare la propria posizione sul mercato, abbandonando quello “tradizionale” per approdare al “digitale”. Ma questo non si fa soltanto garantendo la banda larga, lo si fa accompagnando un cambiamento nei processi e nell’impostazione aziendale». Fatta l’infrastruttura, insomma, si dovranno fare i nuovi “imprenditori digitali”: «È un processo complesso - conclude Negro - che richiederà un cambio d’approccio al mercato niente affatto banale e sul quale si dovrà lavorare, tenendo conto che l’intera economia è ancora in sofferenza e che l’innovazione costa».
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