Case vacanza e b&b abusivi: dall'1 giugno, codice identificativo e multe fino a 1.500 euro

Case vacanza e b&b abusivi: dall'1 giugno, codice identificativo e multe fino a 1.500 euro
di Rita DE BERNART
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Mercoledì 22 Gennaio 2020, 09:14
«Basta turismo in nero: ben venga uno strumento che fermi i troppi furbetti».
I sindaci del Salento salutano con entusiasmo il Cis, istituito dalla Regione, che sarà attivo già da questa estate e che darà tanto filo da torcere a b&b e case vacanza fantasma.
La Regione, quindi, fissa un tassello significativo nella lotta contro il turismo sommerso e si dota di uno strumento finalizzato al contrasto dell'abusivismo e degli affitti in nero. Dal primo giugno per la pubblicità, la promozione e la commercializzazione delle offerte di alloggi ad uso turistico, su carta stampata o supporti digitali o con qualsiasi altro mezzo, sarà obbligatorio indicare il Codice Identificativo di Struttura (Cis) di ogni unità ricettiva.

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Previste sanzioni pecuniarie da 250 a 1500 euro per la mancata (o errata comunicazione).
Il sommerso nel settore turistico, frutto anche di una evoluzione dell'offerta ricettiva che nell'ultimo decennio si è declinata in nuovi modelli di ospitalità attuati anche da chi non è un imprenditore, è cresciuto in modo esponenziale. Secondo le stime della Guardia di Finanza un alloggio su due è affittato in modo irregolare mentre dagli studi commissionati da Regione e Federalbelghi emerge che in Puglia da dicembre 2018 ad agosto 2019 sulla piattaforma Airbnb erano presenti 40.481 annunci di alloggi ad uso turistico, quasi la metà solo nel Salento. In soli due anni, da agosto 2017 ad agosto 2019, il numero è aumentato dell'88,28%.

«Finalmente la Regione si è dotata di uno strumento in grado di controllare le strutture presenti sul web che in buona parte sono abusive - commenta il sindaco di Porto Cesareo Salvatore Albano -. Già 3 anni fa noi avevamo pensato a qualcosa di simile istituendo le targhette identificative da apporre fuori le strutture. Ora occorre un riscontro sul territorio, servono i controlli. Il Cis inoltre sarà determinante per gli introiti dell'imposta di soggiorno che consente di migliorare e incrementare i servizi. Porto Cesareo è praticamente un albergo diffuso: quasi una casa su due viene utilizzata per fini turistici. L'anno scorso abbiamo incassato circa 320mila euro ma siamo certi si possa arrivare quasi al doppio».
In materia di controllo il decreto attuativo demanda le funzioni ai Comuni competenti, ferma restando la competenza dell'autorità di pubblica sicurezza e dell'autorità sanitaria nei propri settori.

«Nel nostro Comune - commenta il sindaco di Melendugno Marco Potì - abbiamo già introdotto l'imposta di soggiorno per gli affitti brevi, 50 centesimi al giorno, come segno di equità fiscale e tutela della libera concorrenza. Mi auguro che ci sia una reale collaborazione delle piattaforme online che ospitano gli annunci». Potì lancia poi una proposta per certificare anche la qualità: «Istituire un sistema di qualificazione tipo le stelle alberghiere anche per gli affitti brevi affinché siano rispettati gli standard di sicurezza e igiene».
Il tema della tassa di soggiorno è quello più sentito tra i sindaci.

«A fronte di tante regole che stressano inutilmente le imprese - dice Pippi Mellone, sindaco di Nardò - questa è una misura di buon senso perché prova a mettere fine alla giungla dell'abusivismo. Le risorse che di fatto si perdono per colpa di chi evade sono mancati investimenti per il settore e quindi mancate occasioni di crescita per tutti. Il Comune di Nardò è impegnato a stanare i furbetti e lo fa su più fronti, tra i quali quello dell'incrocio dei dati o del monitoraggio dei siti di promozione e dei canali web di prenotazione». Intanto è già online la sezione dedicata al Cis, all'interno del Digital Management System (DMS) della Regione Puglia, all'indirizzo www.dms.puglia.it.
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