Avvocati “copioni” all’esame di Stato:
condannati in 14

Avvocati “copioni” all’esame di Stato: condannati in 14
di Alessandro CELLINI
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Sabato 17 Febbraio 2018, 13:56 - Ultimo aggiornamento: 14:06
Avrebbero consegnato un elaborato “fotocopia” al termine della prova scritta nell’esame di abilitazione alla professione di avvocato: per quattordici dei ventidue imputati, ieri sera, il verdetto è stato sfavorevole. Il giudice Silvia Saracino, della seconda sezione penale, li ha condannati a pene che vanno dai due ai quattro mesi di reclusione. Per tutti, tranne che per uno, è stata concessa la sospensione condizionale della pena e la non menzione della condanna. In otto casi, invece, gli aspiranti avvocati finiti alla sbarra sono stati assolti «perché il fatto non sussiste». È andato dunque oltre, il giudice, rispetto alla richiesta del pubblico ministero Donatina Buffelli, che aveva invocato la condanna a tre mesi per dieci dei ventidue imputati. La motivazione della sentenza verrà depositata entro novanta giorni.
I ventidue imputati erano accusati di aver violato una legge del 1925, che punisce «chiunque, in esami o concorsi, prescritti o richiesti da autorità o pubbliche amministrazioni per il conferimento di lauree o di ogni altro grado o titolo scolastico o accademico, per l’abilitazione all’insegnamento e all’esercizio di una professione, per il rilascio di diplomi o patenti, presenta, come propri, dissertazioni, studi, pubblicazioni, progetti tecnici e, in genere, lavori che siano opera di altri». La pena prevista dalla legge va dai tre mesi a un anno, senza considerare, ovviamente, eventuali attenuanti o aggravanti.
Complessivamente l’inchiesta, avviata dall’ex procuratore capo Cataldo Motta su segnalazione della Corte d’Appello di Catania, i cui magistrati avevano corretto gli elaborati dei candidati leccesi, si è concentrata sulle presunte irregolarità nelle prove scritte di 103 aspiranti avvocati del distretto di Lecce, Brindisi e Taranto. Di questi, tolti i ventidue per i quali si è arrivati ieri a sentenza, ben 89 avevano scelto di non affrontare un giudizio di merito, optando invece per l’istituto della messa alla prova: sei mesi impiegati in lavori di pubblica utilità nei servizi sociali, nelle amministrazioni pubbliche e nei lavori di pubblica utilità. Per gran parte di loro il giudice ha considerato superata la messa alla prova, portando così all’estinzione del reato. I restanti 14 avevano già chiuso da tempo i conti con la giustizia: 12 in fase di udienza preliminare, sempre con la messa alla prova; due, infine, riuscendo ad ottenere l’assoluzione nel processo con rito abbreviato.
Gli imputati per i quali è stata emessa una sentenza di condanna dovranno anche accollarsi il pagamento delle spese processuali. Nel collegio difensivo, gli avvocati Laura Beltrami, Marco Castelluzzo, Marco Caracuta, Davide Pastore, Romeo Russo e Fabrizio Lamanna. Quella sessione di esami di Stato del dicembre 2012, in ogni caso, fu caratterizzata dall’alto numero di elaborati ritenuti non validi: su 1.258 compiti redatti nella sala dell’Ecoteckne, vennero individuate diverse anomalie che comportarono 460 annullamenti.
 
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