È’ stata la prima donna a potersi fregiare del titolo di avvocatessa. Altri tempi, tempi in cui la toga di magistrato la indossavano solo gli uomini e il vedere una donna aggirarsi fra le aule, i corridoi e le cancellerie destava diffidenza. Erano gli anni ‘50 quando Alba Laura Vitale andò oltre le convenzioni e con la tenacia, l’etica della professione e la convinzione di non farsi condizionare dalle convenzioni dell’epoca aprì tracciò la strada seguita poi da centinaia di colleghe. Questa donna ora non c’è più: si è spenta nelle scorse all’età di 91 anni. Aveva continuato ad esercitare la professione forense fino ad 80, poi aveva deciso di dedicarsi solo alla sua famiglia ed a se’ stessa.
La cerimonia per la toga d'oro nel 2009
Insignita della toga d’ora nel 2009 dall’allora presidente dell’Ordine degli avvocati, Luigi Rella, aveva iniziato la professione a 27 anni. Madre fiumana, padre di Ostuni, nel 1942 si era trasferita a Lecce: «Preparata, attenta, cordialissima, di una educazione esemplare anche perché figlia di un ufficiale dei carabinieri», il ricordo dell’avvocato Gaetano De Mauro, 91 anni anche lui, a lungo presidente dell’Ordine. «Si è fatta strada in un periodo storico in cui la professione forense era n pratica ad esclusivo appannaggio dell’uomo.
Lo studio legale nel centro storico di Lecce
Con studio nella zona del centro storico di Lecce fra Porta Rudiae ed il Duomo, viene ricordata come la prima donna del foro leccese. «Dopo Alba Laura Vitale abbiamo avuto per molti anni altre due colleghe donne fra noi avvocati», rammenta Rodolfo Petrucci, 90 anni, dal suo studio legale. «Una donna altamente attaccata alla professione, portatrice del principio costituzionale di parità fra avvocati e magistrati. Capace di raccogliere il grido di aiuto della gente più povera come di quella più benestante. Antepose la professionalità, il senso del dovere e la serietà nell’approccio al lavoro ai preconcetti dell’epoca. Sì, un punto di riferimento anche oggi che tutto è cambiato nella nostra professione».