Auto in fiamme nel Salento, un attentato al giorno. In alcuni casi, più gravi si teme l’ombra del racket. Il questore: «Collaborare»

Auto in fiamme nel Salento, un attentato al giorno. In alcuni casi, più gravi si teme l’ombra del racket. Il questore: «Collaborare»
di Roberta GRASSI
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Sabato 10 Dicembre 2022, 13:12 - Ultimo aggiornamento: 17:07

Un incendio al giorno. Il tratto comune è il fuoco, la fonte di ispirazione è differente così come lo sono l'impatto visivo e i danni provocati. I roghi stanno funestando il Salento tutto: almeno uno al giorno. Ma spessissimo si tratta di episodi circoscritti all'ambito privato, per inquadrare il movente senza tuttavia sminuirne la gravità. Gli ultimi due si sono verificati nella notte tra l'8 e il 9 dicembre, dopo i festeggiamenti per l'Immacolata concezione.

I precedenti

In poche ore sono state distrutte tre auto ed è stata dichiarata inagibile una abitazione.

Due le vetture prese di mira. Il primo presunto attentato incendiario a Neviano attorno all'una: distrutta una Panda vecchio modello, in vico Roma. Un altro mezzo è rimasto danneggiato dalle fiamme che si sono estese anche intorno. L'altro a Racale, alle 3, in via Generale Bormida. In fumo una Classe A parcheggiata in un garage. È stato anche coinvolto un vano adiacente e lo stabile è stato dichiarato inagibile in attesa di ulteriori verifiche. A intervenire i vigili del fuoco di Gallipoli, in entrambi i casi, costretti a un superlavoro. Sul posto le forze dell'ordine.

Il questore di Lecce


Il questore di Lecce, Andrea Valentino, segue da molto vicino ciò che sta accadendo nel Salento. Ha naturalmente partecipato al vertice in Prefettura nel corso del quale, nei giorni scorsi, sono state decise misure di controllo più stringenti nei luoghi sensibili e nelle ore notturne.
«Gli episodi che si verificano - spiega - sono diversi fra loro. Alcuni sono certamente meno preoccupanti e riconducibili a motivazioni di carattere privato, o ad attriti per ragioni futili. In altri casi, chiaramente, si deve alzare il livello d'allarme. Perché è logico ipotizzare che possano esserci alla base fenomeni di racket delle estorsioni o questioni più allarmanti». La polizia indaga, contando sull'aiuto delle telecamere. Lo fanno anche i carabinieri, con la loro rete di stazioni che coprono capillarmente tutto il territorio. Quasi sempre si riesce a individuare cosa c'è dietro, le ragioni degli attentati. «Le denunce - rileva però il questore - sono poche. E si tratta del classico tipo di eventi su cui la collaborazione delle vittime gioca un ruolo essenziale. L'appello, insomma, è a segnalare, riferire dettagli. Aiutare gli investigatori nel proprio compito». Da rilevare, anche, che il numero di incendi, per quanto elevato, non differisce poi così tanto dai dati statistici del pre-covid. Dati che raccontano di una sorta di abitudine, una propensione a risolvere le controversie con il liquido infiammabile o con la diavolina. Un colpo di accendino, e via.

Gli altri episodi


A bersaglio privati cittadini, due aziende di rifiuti a Taviano e Casarano. Due concessionarie, a Cavallino e sempre a Casarano. Amministratori pubblici a Seclì e Gallipoli. Chi agisce lo fa per varie ragioni: debiti di droga, avvertimenti di tipo personale. Spesso i roghi si inquadrano in controversie matrimoniali e in contesti quindi di stalking e maltrattamenti. In altre situazioni, le intenzioni rispondono a logiche più intricate e legate a contesti organizzati. Ma non bisogna generalizzare.
«Il nostro compito - racconta il comandante provinciale dei vigili del fuoco, Antonio Panaro - è il soccorso tecnico urgente. Spegnere il fuoco, mettere in sicurezza l'area. Evitare che ci possano essere gravi conseguenze. È la nostra premura. Solo una volta risolto, si bada all'accertamento delle cause».
«Queste notizie, invece che allarmare - ha scritto su facebook l'ex magistrato antimafia Francesco Mandoi, oggi esponente Cinquestelle - passano quasi sotto silenzio. Sia nella nostra piazza virtuale (i social) che nella piazza reale la pubblica opinione non manifesta il doveroso allarme verso questi episodi. Ho paura che la nostra memoria tenda a rimuovere i ricordi di altre stagioni, iniziate in sordina (anche se questa non è una sordina, ma un rumore assordante), che hanno portato il nostro territorio ad essere la culla e la sede dei gruppi della Sacra Corona Unita».
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