Vaccino, Piemonte blocca lotto AstraZeneca dopo la morte di un professore. A Lecce ricoverata una maestra

Professore muore il giorno dopo aver fatto il vaccino, Piemonte sospende AstraZeneca
Professore muore il giorno dopo aver fatto il vaccino, Piemonte sospende AstraZeneca
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Domenica 14 Marzo 2021, 13:59 - Ultimo aggiornamento: 17 Febbraio, 04:01

Ricoverata al Fazzi di Lecce un’insegnante salentina a cui è stata diagnosticata la sindrome di Guillain-Barré, ma avendo ricevuto 13 giorni prima la dose del vaccino AstraZeneca il caso è stato segnalato dall’Asl al Ministero della Salute e ai Nas. In pratica è stata attivata la procedura prevista per qualsiasi manifestazione successiva alla vaccinazione anti Covid volta a verificare eventuali correlazioni tra evento avverso e vaccino. Si tratta di una sindrome sulle cui cause non ci sono certezze assolute, ma allo stato attuale si ritiene che sia una risposta immunitaria innescata da una precedente infezione. L’insegnante lamentava formicolii e poi una parestesia agli arti inferiori che ha portato al ricovero. Si tratta di sintomi classici di questa malattia che di solito scompaiono con la guarigione. Sono in corso esami diagnostici per verificare l’eventuale correlazione con il vaccino.

Intanto il commissario dell'Area giuridico-amministrativa dell'Unità di crisi della Regione Piemonte, Antonio Rinaudo, ha disposto l'immediata sospensione su tutto il territorio regionale della somministrazione del vaccino AstraZeneca per accertamenti sul lotto coinvolto. Il provvedimento è stato deciso in seguito alla morte, avvenuta nelle scorse ore a Biella, di un docente a cui nella giornata di ieri era stato somministrato il vaccino AstraZeneca.

Si attendono gli esiti dei riscontri per verificare l'eventuale nesso di causa, la sospensione della regione Piemonte è stata è presa in via precauzionale. È stata anche convocata la Commissione piemontese sulla farmaco-vigilanza per l'attivazione di tutte le procedure previste. 

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«Molti colleghi sono spaventati da quello che è successo in Sicilia. La magistratura fa il suo doveroso lavoro e sono atti dovuti ma serve mettere in serenità gli operatori e pensare a «una sorta di scudo penale, un intervento legislativo idoneo, senza sconvolgere i nostri principi democratici, per dare in un questa fase emergenziale la possibilità al medico di potersi esimere dai problemi di carattere colposo». Così il presidente della Federazione nazionale degli ordini dei medici chirurghi e odontoiatri, Filippo Anelli sulle inchieste in corso per i casi di decessi in merito alle vaccinazioni con AstraZeneca.

 
 
 
 

Altro caso a Bologna

Verrà aperto un fascicolo, da parte della Procura di Bologna, sulla morte di un insegnante, Giuseppe Morabito, vicepreside dell'istituto secondario di primo grado Veggetti di Vergato, scomparso la notte scorsa a una decina di giorni di distanza dalla somministrazione di una dose di vaccino AstraZeneca. Un'indagine per verificare se esista una correlazione tra la scomparsa del docente e l'assunzione del rimedio. Lo riporta il quotidiano Il Resto del Carlino. «Apriremo un fascicolo, faremo tutti gli accertamenti necessari - spiega al giornale il procuratore capo, Giuseppe Amato - ma non c'è nessun allarmismo e nessun indagato al momento. Accerteremo quali sono le cause della morte, poi ne trarremo le conseguenze».

Originario del Sud Italia, sessantunenne, il professore si era trasferito molti anni fa a Vergato, dove era molto apprezzato, e si era sottoposto, lo scorso 3 marzo, al vaccino di AstraZeneca dal medico. Ieri mattina la svolta con alcuni colleghi che hanno deciso di andare a trovare il 61enne insospettiti dal silenzio del telefonino e del campanello. Poi il ritrovamento dell'uomo, morto nel suo letto, da parte dei sanitari del 118 insieme ai Carabinieri di Vergato. «Accerteremo quali sono le cause - ribadisce il procuratore Amato - nelle prossime ore investiremo i Nas, ma non diffondiamo terrore. Indagheremo, è il nostro mestiere. Insistiamo con il dire che le vaccinazioni se ci sono vanno fatte, anzi dovrebbero essere fatte a tutti. Al momento non c'è alcuna preoccupazione in questo senso».

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Inchiesta sul caso del militare morto

«Per noi il decesso è riconducibile al vaccino e questo dobbiamo verificare. Ma non dobbiamo avere fretta per non creare inutili allarmismi». Lo afferma l'avvocato Dario Seminara che assiste i familiari di Stefano Paternò, 43 anni, il sottufficiale della Marina militare deceduto martedì scorso quindici ore dopo aver avuto inoculata la prima dose di vaccino Astrazeneca. Ieri sera è durata circa tre ore all'ospedale Cannizzaro di Catania, la prima parte dell'autopsia sulla salma del sottufficiale. Altri esami saranno eseguiti la prossima settimana. Dopo che la Procura di Catania ha aperto un'inchiesta su eventuali controindicazioni del vaccino AstraZeneca contro il Covid su soggetti trombofilici l'esame autoptico potrebbe fornire indicazioni utili per accertare l'incidenza su soggetti che hanno determinate caratteristiche. «Come prevedibile, la complessità del caso si è resa di tutta evidenza all'indagine macroscopica, conclusa coi prelievi relativi ai vari organi. Attendiamo che la Procura riconsegni la salma alla famiglia per dare a Paternò la degna sepoltura. Pertanto dirimenti saranno le successive attività d'indagine, istologiche e tossicologiche, onde poter accertare il nesso causale tra fatto e decesso. Ogni attuale ipotesi sarà verificata come giusta o sbagliata» conclude il legale che in rappresentanza della famiglia aveva presentato un esposto dopo la morte. Sono quattro le persone indagate dal pm Gaetano Bono, che col procuratore Sabrina Gambino coordina l'inchiesta. Si tratta dell'ad di AstraZeneca, del medico e dell'infermiere militare e del medico del 118 intervenuto a casa.

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A Gela un'altra insegnante è in rianimazione dopo un'emorragia cerebrale. Aveva eseguito il vaccino i primo marzo. La Procura ha sequestrato le cartelle cliniche.

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