Zona rossa, assorbenti vietati dopo le 18: «Per acquistarli, dimostri di avere il ciclo»

Zona rossa, assorbenti vietati dopo le 18: «Per acquistarli, dimostri di avere il ciclo»
di Maria DE GIOVANNI
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Giovedì 1 Aprile 2021, 08:55 - Ultimo aggiornamento: 22:46

Incredibile episodio accaduto ieri a una ragazza di Collepasso, nel Salento, in un supermercato del suo paese. Arrivata intorno alle 18.15 davanti allo scaffale dove c'erano assorbenti, pannolini per bimbi e prodotti per l'igiene personale, ha trovato due nastri che impedivano di acquistare i prodotti. La giovane ha comunque preso dallo scaffale due pacchi di assorbenti in tutta fretta e poche altre cose da portare via. Giunta alla cassa però ha trovato la sorpresa: impossibile acquistarli. «Non sono beni di prima necessità - ha detto la cassiera - deve lasciarli. La nuova normativa parla chiaro, questi prodotti dopo le 18 non si possono acquistare, a meno che non dimostri con una autocertificazione ai carabinieri che hai il ciclo». A nulla sono servite le rimostranze della ragazza, che ha fatto notare l'assurdità di dover dimostrare la propria condizione.

TENSIONE FRA GLI SCAFFALI

Insomma gli animi si sono scaldati, ma la ragazza è andata via seppur mortificata senza gli assorbenti che erano indispensabili. Dal negozio le hanno fatto sapere che i carabinieri erano stati lì quella stessa mattina e che non volevano altre rogne. Come se acquistare un pacco di assorbenti non fosse lecito, come se avere il ciclo fosse una condizione a orario. Mille obiezioni per un provvedimento sancito dall'articolo 2 dell'ordinanza regionale emanata dal presidente Michele Emiliano che dice chiaramente che dal 27 marzo e fino al 6 aprile 2021, tutte le attività commerciali ammesse dal Dpcm del 2 marzo 2021, in zona rossa, chiudono alle ore 18, tranne le attività di vendita di generi alimentari, carburante e combustibile, edicole, tabaccai, farmacie e parafarmacie.

IL PARADOSSO

La protagonista della vicenda si chiama Alessia Ria e in un lungo post su Facebook ha spiegato il paradosso: «In farmacia gli assorbenti li avrei potuti comprare - continua - con un raddoppio del costo magari. Non ero andata a comprare deodoranti ma un prodotto che mi serviva. Mi sono sentita in colpa di avere il ciclo, non è ammissibile in un Paese come il nostro che gli assorbenti debbano essere considerati beni di lusso».
Dunque restano il rammarico e la rabbia per la ragazza, che ha anche postato su Facebook la triste vicenda: «Siamo arrivati all'assurdo - si legge -. sono andata a comprare due pacchi di assorbenti ma mi è stato vietato perché non sono considerati beni di prima necessità. Quindi non solo sono considerati beni di lusso, non solo paghiamo il 22% di Iva, ma adesso devo anche privarmi di un qualcosa di cui io e miliardi di donne abbiamo. Che facciamo, per questa zona rossa non facciamo venire le mestruazioni?».
Insomma nessuna eccezione, per la necessità impellente di Alessia, a cui il ciclo è arrivato nell'ora sbagliata, e se in Scozia gli assorbenti sono gratis, in Italia si deve combattere ancora per farlo diventare un diritto non tassato come un bene di lusso.

CODACONS: LA REGIONE INTEGRI L'ORDINANZA

Sul caso interviene anche il Codacons di Lecce che ha chiesto alla Regione Puglia di integrare l'ordinanza.

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