Decine di arresti per mafia, il vescovo Seccia: «Coraggio e denunciate, non siate omertosi»

Decine di arresti per mafia, il vescovo Seccia: «Coraggio e denunciate, non siate omertosi»
di Matteo CAIONE
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Sabato 29 Febbraio 2020, 09:14 - Ultimo aggiornamento: 16 Febbraio, 18:27
L'arcivescovo di Lecce, Michele Seccia, invita i mafiosi alla conversione. E incoraggia i fedeli a denunciare: «L'omertà è il migliore alleato della criminalità che muove i fili in un silenzio terribilmente assordante». Ma l'appello del presule salentino chiama in causa anche i parroci e i comitati delle feste patronali: «Non scendete a patti con nessuno. La rivoluzione del Vangelo non può prescindere dai valori di trasparenza, giustizia e legalità».
Monsignor Seccia è diretto come una freccia. E il suo monito arriva da un pulpito particolare proprio all'indomani dell'operazione antimafia conclusa dalla Squadra mobile e dalla Dda con una maxi-retata sfociata nell'arresto di 72 persone. Si tratta dell'inchiesta Final Blow che nelle scorse ore ha scoperchiato il progetto di nuove alleanze, tra patti di sangue e riti di affiliazione, per creare un clan egemone sotto l'egida della Scu. Per fare sempre più affari d'oro con la droga. Ma anche col racket delle estorsioni e il gioco d'azzardo. E per affermare il potere con gli attentati.

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L'arcivescovo di Lecce comincia proprio da qui. E apre la sua lettera-appello rivolgendosi agli esponenti dei clan. «In nome di Dio, vi scongiuro: abbandonate la via del male, dell'arroganza, del potere imposto con la minaccia e la violenza. Provate a pensare alle vostre famiglie. Non seminate la morte con la presunzione di riuscire ad ottenere profitto e potere con metodi lontani da ogni norma. Vi supplichiamo in nome di Cristo: lasciatevi riconciliare con Dio», scrive Seccia, riprendendo le stesse parole di san Paolo che hanno dato il titolo al messaggio di Papa Francesco per la Quaresima appena cominciata. L'arcivescovo volge poi lo sguardo al Salento, sottolineando quanto sia diventato faticoso tessere la tela della legalità anche nelle istituzioni e nei settori produttivi.

 

«Le ultime vicende ripropongono una situazione già nota. E le recenti indagini condotte dagli inquirenti svelano, qualora ci fosse ancora bisogno di conferme, che la criminalità organizzata ormai si è introdotta in tutti tessuti e, in un silenzio sommerso ma terribilmente assordante, muove i fili di molti settori della vita economica di questo territorio. A volte, con il chiaro tentativo di corrompere o addirittura di sostituirsi alle istituzioni: non è un caso se il Salento detenga il triste record di amministrazioni comunali sciolte per infiltrazioni malavitose», sottolinea il prelato. Che ringrazia poi «le autorità civili e militari che ogni giorno sul campo si fanno garanti della sicurezza e del rispetto dei diritti di tutti noi». E se la mafia estende i tentacoli occupando i vuoti e i silenzi della società civile, Seccia richiama i salentini al «coraggio di scegliere la via del bene» e al dovere di non tacere e denunciare.

Il presule scolpisce le parole. E ancora una volta tocca il nervo scoperto dell'omertà. «Pensate e agite seguendo sempre la vostra coscienza, che vi indicherà la strada giusta secondo giustizia e legalità. E se dovesse capitarvi di essere a conoscenza di azioni criminose o di affari illeciti o, peggio ancora, qualcuno di voi ne fosse vittima, ricordate che l'agire omertoso è il migliore alleato della criminalità. Non abbiate paura - afferma Seccia - di denunciare alle autorità competenti: avrete scelto con coraggio la via del bene. E del bene comune. Onestà e rettitudine fondano una società più giusta e fraterna. Il coraggio della denuncia diventi per voi la più bella forma di conversione: combattendo le strutture di peccato si alimenta la speranza e si costruisce il futuro dei nostri ragazzi».

Il vescovo di Lecce richiama tutti all'esercizio della legalità e non fa sconti a nessuno. Nemmeno, come detto, ai preti e alle comunità parrocchiali. «Mi rivolgo ai miei sacerdoti e ai comitati che organizzano feste religiose: attenzione, non scendete ad accordi - tuona Seccia - con soggetti e ditte che attraverso promesse accattivanti possono stringervi in legami pericolosi. La Chiesa non può e non deve scendere a compromessi con nessuno. Tanto meno con chi afferma di servire, ma in fondo intende solo servirsi del parroco o del comitato per perseguire utili propri e non sempre secondo la legge. La trasparenza dei bilanci delle feste patronali o parrocchiali è condizione indispensabile per testimoniare vera devozione. Le norme ci sono e vanno attuate: il riferimento alla Curia per le autorizzazioni e l'approvazione dei bilanci non costituisce una novità».

Tant'è che Seccia parla di «una prassi canonica e civile che non di rado viene elusa». Parole dettate, mette in chiaro, «dal senso di responsabilità che avverto come guida della comunità che Dio mi ha affidato». E tra le frasi del presule emerge una precisazione netta, quasi chirurgica, nel ribadire che si tratta delle linee guida del vescovo e non «delle confidenze di un familiare o di un amico».
L'ultimo monito di Seccia chiude poi il cerchio di un messaggio che non lascia margini di interpretazione: «La rivoluzione dell'amore annunciata dal Vangelo non può prescindere dai valori della giustizia e della legalità».
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