Frode sulle accise: sottratti al fisco 14 milioni di euro. E scattano gli arresti

Guardia di Finanza in azione
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Martedì 12 Marzo 2019, 10:51 - Ultimo aggiornamento: 12:17

Oltre tre milioni di litri di gasolio pagati a prezzo agevolato, ma utilizzati per scopi non consentiti dalla legge. Per questo, stamattina, sono scattate quattro misure cautelari (un arresto e tre obblighi di dimora) a carico di altrettante persone, su ordine della Procura di Lecce.

In carcere sono finiti Antonio Rainó, 56 anni, di Taviano. Obbligo di dimora nel Comune di residenza per Davide Gabellone, 35 anni, di Nardò. Luigi Rainó, 25 anni, di Gallipoli. Gabriella Carratta, 50 anni, di Ugento. In tutto gli indagati sono 23.

La misura è stata eseguita dalla Guardia di Finanza, che ha portato avanti le indagini su questo complesso giro di denaro e carburanti messo in piedi da 23 persone (tanti sono gli indagati a vario titolo), tutte accusate di associazione per delinquere finalizzata alla frode fiscale nel settore delle accise.
La presunta frode coinvolge una società di Ugento, gestita da un noto imprenditore di Taviano che, con la complicità dei dipendenti, di vari imprenditori agricoli e di numerosi faccendieri, "ha costituito e promosso un collaudato sistema di frode perpetrato attraverso la cessione, a soggetti non aventi titolo, di oltre 3 milioni di litri di gasolio agricolo sottoposto ad aliquota accisa agevolata, i quali lo hanno poi destinato ad usi diversi da quelli consentiti (autotrazione e riscaldamento domestico)" spiegano le Fiamme gialle. 


Le indagini della Finanza hanno permesso di svelare che quattro depositi di carburanti - due a Ugento e Taviano e altri due, abusivi, nelle campagne vicine - tutti riconducibili alla società salentina, erano stati trasformati in veri e propri impianti di distribuzione stradale di carburante per autotrazione, rifornendo quotidianamente un elevatissimo numero di autoveicoli e in punti di distribuzione del carburante da destinare al riscaldamento domestico.
La presunta frode avrebbe quindi sottratto alle casse dell'Erario oltre 14 milioni di euro di Ires e Iva non pagate, oltre a un'accisa evasa per circa 2 milioni, su un imponibile complessivo di 37 milioni. 
I finanzieri della compagnia di Gallipol, su disposizione dei magistrati, hanno sequestrato l'intero complesso aziendale a Ugento e hanno dato esecuzione a un sequestro preventivo di beni e denari dei coinvolti nella frode per 14 milioni complessivi. 
Il provvedimento, una volta divenuto definitivo, consentirà all’Erario di recuperare tutte le imposte evase nel tempo dai responsabili individuati.

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