Armadi, tavoli, sedie realizzati dai detenuti: i penitenziari italiani cambiano l'arredamento

Armadi, tavoli, sedie realizzati dai detenuti: i penitenziari italiani cambiano l'arredamento
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Mercoledì 23 Novembre 2022, 17:25 - Ultimo aggiornamento: 18 Febbraio, 03:12

Armadi, tavoli, sedie realizzati dai detenuti: i penitenziari italiani cambiano l'arredamento.  Sono 185 i detenuti che realizzeranno gli arredi per rinnovare gli interni degli istituti penitenziari italiani: 110 nella casa circondariale di Lecce e 75 nella casa di reclusione di Sulmona da gennaio produrranno armadi, tavoli, sedie e sgabelli in legno per i 190 istituti sul territorio nazionale.

Il progetto

L'iniziativa è possibile grazie al progetto "Modelli sperimentali di intervento per il lavoro e l'inclusione attiva delle persone in esecuzione penale" (Milia) finanziato tramite il Pon Inclusione 2014-2020 e finalizzato al recupero e al rafforzamento delle competenze delle persone recluse e all'acquisizione di professionalità richieste dal mercato del lavoro.

A Lecce 45 detenuti, selezionati fra quelli con fine pena inferiore a 5 anni, dopo colloqui con gli operatori del locale Centro per l'impiego stanno svolgendo attività formativa teorica, alla quale seguirà quella pratica all'interno della falegnameria.

A Sulmona, invece, i cinque corsi formativi, ciascuno per 16 detenuti, sono alle battute finali: a dicembre prossimo si svolgeranno gli esami per il conseguimento degli attestati di qualifica ai quali seguiranno le attività di tirocinio.

Il progetto sarà illustrato domani, giovedì 24 novembre, alle ore 9.30, nella casa circondariale di Lecce dove si riunisce il comitato di pilotaggio di Milia. Prevista anche una visita alla falegnameria dell'istituto e alla camera di pernottamento appositamente allestita con i prototipi di arredo già realizzato. Insieme a rappresentanti dell'Autorità di gestione del Pon Inclusione e delle Regioni Puglia, Abruzzo, Sardegna e Toscana, interverranno il capo del Dipartimento dell'Amministrazione Penitenziaria Carlo Renoldi, il direttore generale per il coordinamento delle politiche di coesione del ministero della Giustizia Davide Galli, la responsabile dell'Organismo intermedio Paola Giannarelli e la direttrice dell'istituto penitenziario Mariateresa Susca.

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